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The tale of Tal – Gianpaolo di Silvestro e Luca Vergerio

Una graphic novel che ci porta nell'Europa preistorica al fianco di un uomo di Neandertal e di un orso delle caverne. "The tale of Tal" è il testo divulgativo di cui non sapevamo di aver bisogno.

The tale of Tal nasce dalla collaborazione di Gianpaolo di Silvestro e Luca Vergerio. L’uno paleontologo e titolare della Trilobite Design Italia, l’altro grafico e illustratore a capo dell’impresa Ma’ Blatta’s Miniatures, i due si sono conosciuti grazie alla comune passione per il modellismo e le arti visive. In breve tempo, tra loro è nata una collaborazione nell’ambito della paleoillustrazione e del modellismo scientifico.

The tale of Tal rappresenta proprio la perfetta unione tra arte e scienza, tra narrazione scientifica e divulgazione. Il volume, infatti, racconta al grande pubblico la vita in Europa durante l’Era Glaciale attraverso gli occhi di un uomo di Neandertal e di un orso delle caverne. Grazie a questo espediente, lettori e lettrici possono ammirare i panorami di un’epoca ormai lontana.

The tale of Tal è stato realizzato con il patrocinio e il supporto di Pikaia – Il portale dell’evoluzione, e con i patrocini della Societa Paleontologica Italiana (S.P.I.), dell’Associazione Antropologica Italiana (A.A.I.) e del Comune di Duino Aurisina.

Contenuto

The tale of Tal è un romanzo in forma di fumetto muto, nel gergo specifico una silent graphic novel. In pratica è una storia autonoma narrata per mezzo di uno stile fumettistico che non prevede dialoghi scritti, didascalie o suoni onomatopeici.

Alla narrazione si affianca una breve ma decisiva parte introduttiva in cui lettori e lettrici ricevono gli elementi e i presupposti scientifici fondamentali per apprezzare al meglio ogni dettaglio delle varie tavole.

Sono l’antropologo David Caramelli e il paleontologo Fabio Bona a presentare i protagonisti della storia, l’uomo di Neandertal (Homo neanderthalensis) e l’orso delle caverne (Ursus spelaeus). David Caramelli, in particolare, fornisce una descrizione sommaria ma incredibilmente esaustiva dell’anatomia, della morfologia e della cultura dei Neandertal, delineando un perfetto ritratto antropologico di questi nostri cugini ormai estinti. Di contro, Fabio Bona traccia il profilo degli orsi delle caverne, i secondi grandi personaggi del racconto, descrivendone le caratteristiche fisiche e le abitudini comportamentali che i paleontologi sono stati in grado di dedurre a partire dai reperti fossili.

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Successivamente, Fabio Fusco, palinologo (uno studioso di pollini e spore delle piante), spiega come sia possibile ricostruire gli ambienti e gli ecosistemi del passato attraverso lo studio dei pollini fossili, in quella disciplina che viene definita paleo-palinologia. Grazie ad essa, oggi è possibile riavvolgere il film della storia della vita e ricostruire, era dopo era, la vegetazione delle varie aree geografiche del Pianeta.

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Infine, chiude l’introduzione il biologo Mauro Mandrioli. Nel suo intervento, esamina i nuovi mezzi e supporti con cui la divulgazione scientifica si sta interfacciando negli ultimi anni.

Da non sottovalutare la presenza di una bibliografia in coda alle tavole illustrate, che rende l’importanza scientifica e divulgativa del volume ancora maggiore. Come in ogni saggio che si rispetti, infatti, gli autori non hanno sottovalutato il ruolo delle fonti e hanno inserito una bibliografia essenziale che indirizza lettori e lettrici sia verso pubblicazioni scientifiche specializzate, sia verso altri testi divulgativi a tema Neandertal.

Commento

Siamo a fine inverno, da qualche parte nell’Eurasia del Pleistocene Superiore. Le abbondanti nevicate dei mesi precedenti hanno ricoperto il paesaggio con un manto candido e uniforme e reso l’atmosfera serena, placida, interrotta saltuariamente solo dai tonfi sordi dello zampettare di una lepre. I primi fiori e le acque di un torrente iniziano a farsi spazio tra la neve, aiutati dalle temperature più miti dell’imminente primavera. La neve inizia a sciogliersi.

È questa la prima scena a cui lettori e lettrici assistono all’inizio di The tale of Tal. Nessuna didascalia. Nessun suono onomatopeico. Nessuna parola. È solo la semplicità dirompente delle immagini ad accompagnare la fantasia in luoghi lontani nel tempo e, forse, nello spazio. Questa potenza narrativa permane in tutte le trentotto tavole ad acquerello, in ogni singolo momento narrato.

L’assenza di testo scritto, soprattutto nelle persone che come me si approcciano per la prima volta alla silent graphic novel, può inizialmente lasciare perplessi e spaesati. Ma la sensazione scompare in brevissimo tempo e l’attenzione si sposta subito sull’efficacia della narrazione. Non essendo presenti parole a distrarre la lettura, gli occhi viaggiano voraci da un angolo all’altro delle illustrazioni, cercando dettagli scientifici o godendo della realizzazione accurata dei soggetti. Tale espediente narrativo fa inoltre in modo che il volume possa essere apprezzato da un vastissimo pubblico, di ogni lingua, età e cultura. Niente parole significa niente barriere linguistiche a ostacolare la lettura.

La consapevolezza che la maggior parte delle vicende raccontate sia basata su dati scientifici e studi comprovati rende la fruizione dell’opera ancora più emozionante, quasi mistica. Chi può dire che, in qualche luogo delle steppe euroasiatiche del Pleistocene Superiore, non sia effettivamente successo ciò che è raccontato in The tale of Tal? Ovviamente, gli autori non nascondono di essersi presi delle licenze narrative, a volte rappresentando vicende in maniera del tutto speculativa. Ma ciò non rende in alcun modo la storia meno verosimile, in quanto tali speculazioni sono basate su dati scientifici.

Per quanto mi riguarda, la suggestione di una storia immaginaria ma comunque plausibile, unita al fascino dell’ambientazione preistorica e dei soggetti neandertaliani, non ha limiti. Queste caratteristiche rendono The tale of Tal estremamente gradevole per un pubblico di specialisti, che finalmente vedono la quotidianità dei Neandertal nero su bianco. Allo stesso tempo, però, ritengo che la meraviglia suscitata sia ancora più grande per i non addetti ai lavori. Giovani e adulti possono approcciarsi, magari per la prima volta, all’incredibile mondo della paleoantropologia, spesso così lontano dal nostro quotidiano. A questi pubblici consiglio di non sottovalutare introduzione e bibliografia presenti, capaci di guidare la lettura del fumetto verso maggiori livelli di approfondimento.

Conclusione

The tale of Tal è il testo divulgativo di cui non sapevamo di aver bisogno nel panorama della paleoantropologia. L’utilizzo della silent graphic novel rende il volume estremamente accattivante da esporre in libreria, accanto ai più classici saggi scientifici. Le immagini hanno in quest’opera una potenza comunicativa sconvolgente. Unita alle brevi ma essenziali note introduttive, è in grado di convogliare sia emozioni che concetti scientifici in maniera davvero efficace.

The tale of Tal dimostra in modo chiaro e suggestivo le parole del prof. Telmo Pievani. Il Neandertal “non era un quasi-umano”, “l’uomo delle caverne” o “la vittima designata”. Piuttosto, il “Neandertal era un modo alternativo di essere umani, con tutte le sue diversità e fragilità”.

Che siate antropologi, biologi evoluzionisti, appassionati di preistoria o di graphic novel, oppure semplici curiosi assetati di scienza, non fatevi scappare The tale of Tal.

 

The tale of Tal. Titolo: The tale of Tal.

Autori: Gianpaolo di Silvestro e Luca Vergerio

Genere: Graphic Novel

Casa editrice: Autopubblicato

Anno di pubblicazione: 2022

 

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