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Occhiali anti luce blu: servono davvero?

Cosa dice la scienza in merito al loro utilizzo per migliorare la qualità del sonno e liberarsi dai fastidi alla vista.

Passare molto tempo davanti a smartphone e computer può affaticare gli occhi. Molti colpevolizzano la luce blu degli schermi, che andrebbe anche a compromettere la qualità del sonno. Per cercare di ovviare a queste problematiche, negli ultimi anni stanno spopolando gli occhiali con filtro anti luce blu. Sono davvero utili o si tratta di una strategia di marketing? Ce lo spiega la scienza.

Luce blu, sonno e ritmi circadiani

Tendenzialmente è più facile addormentarsi di notte anziché di giorno. Il motivo? La melatonina. Si tratta di un ormone da cui dipende la regolazione dei ritmi circadiani, ovvero dei cicli sonno-veglia nell’arco delle 24 ore. I livelli più alti di melatonina si osservano quando i nostri occhi sono esposti a poca luce, ovvero di notte, e per questo essa può vantare la nomea di ormone del buio[1]. Il rilascio di melatonina è invece inibito dall’esposizione alla luce, in particolare a quella con lunghezza d’onda breve (380-500nm), ovvero la luce blu. Essa è una della componenti dello spettro solare, quindi di giorno ne siamo continuamente esposti, e questo ci rende più vigili, e inoltre aumentano battito cardiaco e temperatura corporea.

Questo meccanismo fisiologico beneficiava i nostri antenati le cui attività erano dettate dai cicli giorno-notte. L’avvento dell’elettricità ci ha portati ad una esposizione maggiore alla luce blu artificiale, per periodi lunghi, anche di notte. Gli studiosi in questo campo stanno iniziando a chiedersi quali siano gli effetti di un’esposizione prolungata alla luce artificiale, e come limitarne gli eventuali danni alla nostra salute.

Utilità degli occhiali anti luce blu nella regolazione del sonno

La luce proveniente da schermi di pc e smartphone è composta dai tre colori primari: rosso, giallo e blu. Se per i primi due colori non ci dobbiamo preoccupare molto, la luce nello spettro del blu può influenzare i nostri ritmi circadiani, specialmente se ne facciamo uso a tarda sera. Come ovviare a questo problema? I produttori di occhiali con lenti che bloccano il passaggio di luce blu sostengono di avere la risposta. Essendo ricoperte da uno strato contenente un cromoforo giallo che assorbe luce blu e viola, queste lenti impediscono che essa raggiunga l’occhio. Ma cosa dice la scienza a proposito di queste lenti? Diversi studi hanno dimostrato che indossarle effettivamente riporti i livelli di melatonina ad un livello più elevato, ma molto spesso l’effetto è così piccolo da non migliorare veramente la qualità del sonno[2]. Inoltre, l’effetto deleterio della luce blu durerebbe per non più di 15 minuti dopo il suo spegnimento, dimostrando come sia sufficiente astenersi dall’osservare questi schermi poco prima di coricarsi.

L’abbiamo capito, questi occhiali non sono miracolosi. Ma attenzione: nel caso soffriate di morbo di Parkinson o abbiate pregressi disturbi del sonno, potrebbero davvero aiutarvi a dormire meglio. Si tratta comunque di studi recenti, quindi teniamoci pronti per nuovi sviluppi[3].

Detto ciò, il sonno non è l’unico motivo per cui molti sono spinti a provare gli occhiali anti luce blu. Infatti dopo aver passato tanto tempo davanti allo schermo è comune lamentare un eccessivo affaticamento oculare. Capiamo insieme cosa dicono gli esperti in proposito.

Ruolo della luce blu sull’affaticamento degli occhi

Occhi secchi e irritati, mal di testa, vista offuscata dopo ore davanti al pc. Le lenti con filtri per la luce blu possono venire in nostro soccorso? Purtroppo la risposta è no[2]. La luce blu non sembra c’entrare con il fenomeno descritto, anche conosciuto come Computer Vision Syndrome (CVS). L’affaticamento che sentiamo è infatti causato da altro: quando siamo di fronte ad uno schermo sbattiamo le palpebre molto meno del normale (fino al 60% in meno) causando secchezza oculare; spesso teniamo una posizione scorretta, stiamo troppo vicini allo schermo e non regoliamo bene la luminosità e la risoluzione dello schermo, e finiamo per sforzare i nostri occhi per leggere caratteri troppo piccoli in uno schermo che ci abbaglia. Nulla che possa essere risolto semplicemente da un paio di lenti colorate[4].

Tiriamo le somme sugli occhiali anti luce blu

Il malessere che proviamo passando molto tempo davanti allo schermo di computer e smartphone non è probabilmente imputabile alla luce blu. Gli occhiali che ne filtrano il passaggio non sembrano essere benefici per le persone sane che vogliono migliorare la qualità del loro sonno. Anzi: indossarli spesso durante il giorno potrebbe addirittura avere l’effetto opposto, in quanto interferirebbero con l’esposizione alla luce solare, disturbando i ritmi circadiani. E che dire di eventuali danni agli occhi? Gli esperti ci rassicurano: non dobbiamo preoccuparcene. Quel tipico malessere da lavoro al pc è causato da ben altro, risolvibile prendendo i giusti accorgimenti, tra i quali:

  • aumentare la luminosità della stanza per diminuire il contrasto con lo schermo (e diminuire la luminosità dello schermo stesso)
  • evitare riflessi sullo schermo
  • in caso di forte secchezza oculare usare lacrime artificiali
  • fare molte pause seguendo la regola 20-20-20: ogni 20 minuti osserva un oggetto a 20 metri di distanza, per 20 secondi
  • aumentare la grandezza dei caratteri e mantenersi a distanza dallo schermo

Insomma, se è vero che passare intere giornate davanti ad uno schermo non sia un toccasana, è anche utile sapere che il motivo non abbia a che fare con la luce blu. Per quanto i più pigri tra noi avrebbero preferito diversamente, il semplice utilizzo di occhiali anti luce blu non ci aiuta davvero, e c’è molto altro di buono che possiamo fare per i nostri occhi e per migliorare il nostro riposo.

Leggi anche: Perché non vediamo il nostro naso?

Referenze

  1. Tähkämö et al., 2019. “Systematic review of light exposure impact on human circadian rhythm”, Chronobiology International.
  2. Vagge et al., 2021. “Blue light filtering ophthalmic lenses: A systematic review”, Seminars in Ophthalmology.
  3. Smilowska et al., 2019. “Blue Light Therapy Glasses in Parkinson’s Disease: Patients’ Experience”, Parkinson’s Disease.
  4. Blehm et al., 2005. “Computer Vision Syndrome: A Review”, Survey of Ophthalmology.
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