Si dice che non riusciamo a vedere al di là del nostro naso, ma la verità è che, se non ci pensiamo, non vediamo nemmeno quello. Così come chi porta gli occhiali generalmente non si accorge della montatura nel suo campo visivo, così come a volte non notiamo che il nostro partner si è colorato i capelli, allo stesso modo non percepiamo la maggior parte di quello che ci circonda. Le nostre risorse mentali sono limitate, per cui il nostro cervello seleziona ciò che è più rilevante, in un fenomeno noto come attenzione selettiva[1].
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Perché non vediamo il naso: la competizione per la nostra attenzione
Odori, colori, rumori, vibrazioni, calore. Gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e quelli interni sono innumerevoli: così tanti che ci è impossibile processare tutte le informazioni. Ma alcune di esse sono essenziali per la nostra sopravvivenza, perché forniscono indizi su come agire adeguatamente: ad esempio, i rumori improvvisi possono essere indizi di situazioni potenzialmente pericolose, per cui è bene stare all’erta. Quindi, la nostra attenzione elabora soltanto alcuni stimoli salienti, trascurando quelli meno significativi: si parla, infatti, di attenzione selettiva[1,2].
La selezione delle informazioni più rilevanti avviene continuamente e può essere più o meno conscia (KC). Infatti, l’attenzione selettiva si classifica come[3]:
- Attenzione endogena, top-down, ovvero quella che prestiamo attivamente: parte da noi, top, e va sullo stimolo, down. Ne è un esempio la banner blindness, il fenomeno per il quale ignoriamo deliberatamente le pubblicità sui siti. Oppure, la nostra scelta di guardare la televisione piuttosto che ascoltare i nostri parenti che parlano a cena: non ricorderemo una parola del loro discorso.
- Attenzione esogena, bottom-up, in cui la nostra attenzione è richiamata automaticamente in base alle caratteristiche dello stimolo: va dallo stimolo, bottom, al soggetto, up. Colori accesi e rumori improvvisi risultano più significativi del resto, quindi emergono, attraendoci. Un esempio è il cocktail party effect, il fenomeno per cui, in mezzo a una folla, se qualcuno chiama il nostro nome lo sentiamo distintamente, anche se non percepivamo i discorsi che stavano facendo fino a quel momento.
Stimoli e motivazioni
La nostra attenzione selettiva predilige alcuni tipi di stimoli, in sfavore di altri: come i movimenti, che emergono rispetto allo sfondo per gli animali in generale. Ma ciò che salta “all’occhio” dipende anche dalle nostre motivazioni[4].
In un esperimento del 2012, i ricercatori Emily Balcetis, David Dunning e Yael Granot hanno fatto indossare ai volontari degli occhiali che dividevano il campo visivo: l’occhio destro vedeva solo a destra e quello sinistro solo a sinistra, senza sovrapposizioni. Quindi, hanno posizionato le persone di fronte a due schermi (uno per occhio), su cui poi facevano comparire diversi numeri o lettere. Le immagini apparivano così velocemente che le persone avevano il tempo di vederne solo uno o l’altro: quindi, dovevano scegliere cosa preferire. Gli studiosi videro che se dicevano che i volontari avrebbero avuto più probabilità di vincere alla lotteria individuando lettere, questi vedevano più spesso le lettere; al contrario, la promessa di vincere di più con i numeri li induceva a vedere maggiormente i numeri[4].
Quindi, la motivazione risulta essere un fattore fondamentale. Per questo, concentrandoci, riusciamo a focalizzare l’attenzione anche sul nostro naso, sebbene normalmente non lo vediamo perché, essendo sempre… davanti al nostro naso, diviene uno stimolo irrilevante[1,4].
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Referenze
- Sankar N., 2022. Why don’t you always see your nose? ScienceABC.
- Payne K., 2013. Your Hidden Censor: What Your Mind Will Not Let You See. Scientific American.
- Carrasco M., 2011. Visual attention: The past 25 years. Vis Res 51 (13) pp. 1484-1525 DOI: 10.1016/j.visres.2011.04.012.
- Katsuki F., Constantinidis C., 2013. Bottom-Up and Top-Down Attention: Different Processes and Overlapping Neural Systems. Neurosci XX (X) pp. 1-13. DOI: 10.1177/1073858413514136.