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Vita su Marte? È possibile

Analisi dell'acqua presente nel suolo marziano indica che, probabilmente, Marte era abitabile in passato e potrebbe diventarlo nuovamente per l'uomo

Gli scienziati sono sempre più convinti che Marte sia stato abitabile. A suffragio dell’ipotesi, la recente scoperta che sul pianeta rosso è stata presente acqua con proprietà simili a quella terrestre. Questo, insieme ad altri fattori, renderebbe il pianeta colonizzabile dall’uomo.

C’è vita su Marte?

La prima indagine sull’esistenza della vita su Marte risale al 1975, quando le due sonde statunitensi Viking 1 e Viking 2 furono inviate sul pianeta. L’esperimento Labeled Release consisteva nel rilascio di sostanze organiche che eventuali microrganismi avrebbero potuto metabolizzare; in questo modo si sarebbero dovute vedere emissioni di gas metabolici. Nel luglio del 1976 l’esperimento diede un esito positivo.

Da allora tutte le missioni di controllo hanno fallito nell’individuare vita marziana. Gli scienziati ritengono che il falso allarme sia derivato da reazioni chimiche di origine abiotica. Tuttavia il pianeta rosso è probabilmente stato abitato ed è potenzialmente colonizzabile.

L’origine della vita su Marte

Una recente analisi delle acque interstiziali di Marte ha evidenziato una bassa acidità (il pH è neutro) e una bassa salinità (di circa 0,2 mol/kg di cloruro di sodio, il nostro sale da cucina). Questo suggerisce che in passato il pianeta rosso possedesse laghi simili agli specchi d’acqua terrestri primordiali dove si ipotizza che si sia originata la vita.

Le rilevazioni sono state effettuate grazie al rover Curiosity, dotato di trivella e spettrografo per le analisi, atterrato su Marte nel 2012. Grazie al rover era già stato possibile individuare altri indizi di antica presenza di acqua: minerali argillosi e stratificazioni di terreno simili a rimodellamenti di acque correnti o venti. Sempre Curiosity aveva individuato del metano, che si ritiene abbia un ruolo molto importante nell’abiogenesi.

Dunque il pianeta rosso non è abitato ora, ma potrebbe esserlo stato. In effetti è il secondo pianeta più compatibile con la vita nel Sistema Solare, a causa di una serie di fattori:

  • nel suolo è contenuta acqua;
  • il pianeta è schermato dalle radiazioni solari poiché possiede un’atmosfera (seppur cento volte più sottile di quella terrestre);
  • non è troppo vicino al Sole, così che le temperature sono tollerabili per gli esseri viventi, anche se molto fredde (in media -60 °C). Un esperimento ha mostrato che licheni antartici sarebbero in grado di sopravvivere in un ambiente marziano.

Secondo alcuni scienziati la vita terrestre si sarebbe in realtà originata su Marte per poi giungere sino a noi mediante meteoriti o altri detriti spaziali. Ma come mai la vita marziana sarebbe poi scomparsa?

Come mai la vita è assente su Marte?

Ammesso che la vita sul pianeta rosso sia effettivamente esistita, sono due le spiegazioni più quotate sul perché ora non è più presente. Innanzitutto, gli esseri viventi hanno bisogno di un clima costante per poter sopravvivere. Il pianeta rosso ha un’oscillazione molto irregolare sul proprio asse, di circa 10°, il che determina una variazione di temperatura ambientale molto significativa, probabilmente incompatibile con la vita. Basti pensare che sulla Terra un’oscillazione di un solo grado sembra causare un’era glaciale.

Un’altra spiegazione della scomparsa della vita su Marte è la fuga atmosferica, ovvero la dissipazione dell’atmosfera nello spazio. Affinché questa non avvenga, il campo magnetico di un pianeta ha enorme importanza. Si tratta di una zona dello spazio in cui vengono esercitate forze di tipo magnetico; è dovuta ai moti convettivi dei metalli fluidi contenuti all’interno del pianeta. Come la Terra, anche Marte possedeva un campo magnetico; quattro miliardi di anni fa però questo si spense, probabilmente a causa di una tempesta di meteoriti oppure a una tempesta solare, un’emissione di particelle solari che interferiscono con i campi magnetici. La vita marziana, adattata alla presenza dell’atmosfera, potrebbe non essere riuscita a sopravvivere in sua assenza.

La colonizzazione di Marte

Dunque il quarto pianeta non è abitato. Ma potrebbe diventarlo. In effetti presenta già una serie di caratteristiche per cui l’uomo potrebbe adattarvisi: la durata del giorno marziano (chiamato Sol) è di circa 24 ore e 40 minuti; la prossimità con il Sole consentirebbe l’uso di pannelli solari; la gravità, pari al 38% di quella terrestre, sembra essere compatibile con la vita umana. Grazie a delle tecnologie in fase di sviluppo potrebbe essere possibile superare anche le difficoltà delle temperature molto basse e dell’atmosfera irrespirabile per l’uomo.

L’Università di Harvard ha sviluppato un materiale che consentirebbe di riscaldare l’atmosfera marziana. Si tratta dell’aerogel, una sorta di polistirolo composto per il 99% da aria. Questo materiale ha ancora delle problematicità, ma in seguito a ulteriori esperimenti potrebbe essere impiegato nella costruzione di serre e zone abitabili.

Un’altra tecnologia che renderebbe possibile la vivibilità del pianeta da parte dell’uomo è Moxie, apparecchiatura che converte in ossigeno l’anidride carbonica presente nell’atmosfera. L’ossigeno così prodotto potrebbe essere usato sia per la respirazione che come propellente. Un enorme vantaggio di questa tecnologia è che può essere utilizzata direttamente in loco.

Conclusioni

Gli scienziati escludono la possibilità della terraformazione di Marte – un processo artificiale che renderebbe l’atmosfera del pianeta compatibile con la vita terrestre, modificandone la composizione. Anche altre tecnologie presentano al momento una serie di problematiche che rendono improbabile la possibilità di una colonizzazione massiccia di Marte; si ritiene che al massimo si potrebbero avere delle basi di pochi individui. Tuttavia non è escluso che in qualche decina di anni Marte possa diventare una sorta di “Terra di riserva”.

Fonti e approfondimenti

  • Keisuke F., Sekine Y. et al. (2019), Semiarid climate and hyposaline lake on early Mars inferred from reconstructed water chemistry at Gale, Nature Communications. DOI: 10.1038/s41467-019-12871-6.
  • Media InafUltime scoperte di Curiosity, da 7 anni su Marte.
  • Mars OneWhy Mars, and not another planet?
  • Garofalo A., Pollina G., Tenti M., Missione Viking. Università degli Studi di Bologna.
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