Al giorno d’oggi la presenza umana si sta sempre più concentrando nelle aree urbane e si stima che, entro il 2030, il 60% della popolazione mondiale vivrà all’interno delle città[2]. Tenendo conto di questo, il verde urbano è uno degli elementi principali che può contribuire al miglioramento della qualità di vita dei cittadini ed è di fondamentale importanza nell’ottica della realizzazione di città sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che sociale.
Che cos’è il verde urbano?
Con verde urbano si fa riferimento a tutte le aree, più o meno espanse, che costituiscono il polmone verde delle nostre città. La gestione di questa importante componente naturale è molto sentita dai cittadini, dato che influisce sulla qualità di vita di tutte le fasce di popolazione e che ognuno di noi può farne un’esperienza diretta vivendo quotidianamente la propria città[5].
Tuttavia, in molti contesti urbani, le dotazioni di verde sono da considerarsi tutt’altro che soddisfacenti, sia qualitativamente che quantitativamente, e non tutti i cittadini sono nelle condizioni di poterne fruire in maniera equa e sostenibile.
Classificazione del verde urbano
Le aree verdi urbane possono essere classificate in modi differenti a seconda delle varie amministrazioni che si occupano della loro gestione. Uno strumento molto utile, ci viene però fornito dalla classificazione ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), utilizzata per il censimento del verde stesso.
Essa fornisce infatti una lettura abbastanza omogenea di tutte le categorie di spazi verdi e distingue[1]:
- verde attrezzato, ossia il verde situato all’interno dei confini delle circoscrizioni e dotato di giochi per bambini, piste ciclabili, ecc.;
- parchi urbani, ossia ville, giardini e parchi che risaltano per la loro non comune bellezza;
- verde storico, ossia ville, parchi e giardini che abbiano un interesse artistico o storico;
- aree di arredo urbano, ossia zone alberate, rotonde e aiuole spartitraffico, create per lo più per fini estetici;
- aree speciali, ossia aree verdi che hanno modalità di fruizione ed utilizzo particolari, come ad esempio giardini scolastici, orti botanici, vivai e molto altro.
Benefici ambientali del verde urbano
Gran parte delle aree verdi urbane, in passato, è stata progettata e creata per fini sociali ed economici, ma risulta quanto mai importante prendere in considerazione anche i benefici ambientali che questi polmoni verdi possono apportare ai contesti cittadini. La conoscenza di tali benefici è fondamentale, soprattutto nelle fasi di progettazione, per giustificare una scelta e anche un conseguente investimento, il quale ricade generalmente sui conti pubblici.
Quando si parla di benefici ambientali, si fa riferimento ai cosiddetti servizi ecosistemici, definiti come l’insieme di tutti i benefici che la popolazione umana è in grado di trarre, direttamente o indirettamente, da un ecosistema e dalle sue funzioni.
Esistono molteplici studi che confermano come le aree verdi urbane siano in grado di fornire molteplici benefici ambientali, tra cui[2]:
- filtraggio dell’aria;
- micro-regolazione del clima;
- riduzione dei rumori;
- drenaggio delle acque piovane;
- conservazione della biodiversità.
Filtraggio dell’aria
L’inquinamento dell’aria causato dal traffico, dagli impianti di riscaldamento delle abitazioni e dai processi industriali è uno dei principali problemi ambientali e di salute pubblica all’interno delle nostre città. In quest’ottica, la presenza di foreste urbane è di fondamentale importanza per la riduzione del particolato atmosferico e delle sostanze nocive nell’aria; a questo proposito, alcuni studi confermano come gli alberi siano addirittura in grado di rimuovere anche svariate tonnellate di tali sostanze nocive. Inoltre, grazie al processo di fotosintesi clorofilliana, le piante sono anche in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica.
La capacità filtrante può differire in base alla specie che si considera: è maggiore per le conifere e inferiore per le piante a fiore. Le conifere hanno infatti un’area fogliare maggiore e, in inverno, nella maggior parte dei casi, non perdono le foglie, strumento fondamentale per il sequestro degli inquinanti. D’altro canto, però, le piante a fiore sono fisiologicamente meno sensibili all’inquinamento e tendono a sopravvivere di più. Considerando questi fattori, è possibile dedurre che un buon mix tra queste due tipologie di vegetali risulti l’alternativa migliore per una riduzione efficiente del livello di inquinanti.
Dal punto di vista pratico, recenti studi confermano che, all’interno di un parco, l’inquinamento è inferiore dell’85% rispetto ad un’area trafficata e che, posizionando degli alberi lungo una strada, si può ridurre la quantità di particolato fino al 70%.
Leggi anche: Sistemi di depurazione naturale basati sulle piante.
Micro-regolazione del clima
La presenza di aree urbane, per lo più espanse, è in grado di modificare notevolmente il clima locale, così come il tempo atmosferico. Alcuni studiosi hanno calcolato che in media, all’interno delle città, la temperatura sia di 0,7°C maggiore rispetto alle aree semi-naturali limitrofe. Questo fenomeno, chiamato “effetto isola di calore” (heat island effect), è causato principalmente dalla presenza di superfici, come le strade asfaltate, in grado di assorbire una maggiore quantità di calore. La presenza di verde urbano è in grado di diminuire sensibilmente questo effetto. Infatti, un singolo albero (di grandi dimensioni) è in grado di traspirare fino a 400L di acqua ogni giorno, processo che richiede enormi quantità di energia, che viene “presa” dall’ambiente circostante sotto forma di calore, contribuendo così ad abbassare le temperature nelle estati cittadine, ormai sempre più calde.
Un altro effetto di regolazione del micro-clima, molto più banale e conosciuto, è l’ombreggiamento delle abitazioni e delle aree pedonali. Grazie ad esso, si stima che i costi relativi al refrigeramento di case, negozi ed uffici possa essere inferiore di €50-100 ogni anno per ogni singolo impianto di condizionamento.
Riduzione dei rumori
Il rumore derivante dal traffico e da altre sorgenti può causare gravi danni di salute alle persone che popolano le nostre città. La presenza di vegetazione in contesti cittadini può contribuire, in media, ad abbassare il livello del rumore fino a 3-6 decibel. In quest’ottica, risulta essere molto importante l’espansione in larghezza della superficie alberata, dato che l’effetto del suono è strettamente correlato alla distanza di un soggetto dalla fonte sonora. Una siepe o un parco sono in grado di aumentare in maniera sostenibile e sensibile questa distanza (ad esempio tra una strada e un abitazione), agendo anche come barriera fisica.
Certo, soluzioni artificiali come barriere di cemento sarebbero indubbiamente più efficienti, ma l’impatto negativo, sia visivo che economico, che possono avere è enorme rispetto ad una foresta urbana.
Drenaggio delle acque piovane
La presenza di aree edificate, con cemento e asfalto che ricoprono le superfici, può modificare sensibilmente l’infiltrazione dell’acqua piovana e, di conseguenza, anche i deflussi superficiali. Questo aumenta la quantità di acqua che confluisce direttamente all’interno dei fiumi, aumentandone così il livello e il correlato rischio di esondazione.
La presenza di aree vegetate contribuisce alla risoluzione di queste problematiche. Infatti, il suolo naturale aumenta i livelli di infiltrazione e le chiome riducono notevolmente la quantità di acqua che arriva al suolo. In più, attraverso il processo di evapotraspirazione, le piante prelevano acqua dal terreno e la reimmettono in atmosfera, riducendo così il livello di saturazione del sottosuolo. Si stima che, all’interno di un parco urbano, solamente il 10-15% delle precipitazioni si trasforma in deflusso superficiale mentre la restante parte si infiltra nel suolo o evapora in un secondo momento. Ovviamente, l’importanza di questo servizio ecosistemico è correlata al rischio di alluvione di ogni singola città.
Conservazione della biodiversità
Il sempre maggiore impatto dell’uomo sugli ecosistemi naturali sta portando a una riduzione drastica della biodiversità, un bene fondamentale da conservare e trasmettere alle generazioni future.
Contrariamente a quello che si può pensare, negli ambienti urbani esistono svariate specie vegetali e animali che sono strettamente legate alle dinamiche antropiche[5]. Tuttavia, la biodiversità ad esse associata è inferiore a quella degli ambienti naturali e deve essere quindi valorizzata. Per raggiungere questo obbiettivo, la creazione di aree verdi è sicuramente uno strumento efficiente, di cui le amministrazioni pubbliche possono usufruire. Inoltre, la presenza di un’elevata biodiversità in ambienti urbani può sensibilizzare la popolazione riguardo alle tematiche della conservazione, rappresentando così un’occasione educativa ed istruttiva che procura benessere in relazione al bisogno di contatto con la natura.
Svantaggi del verde urbano
Nonostante la presenza di aree verdi all’interno delle città abbia una moltitudine di effetti positivi, nelle fasi di progettazione e pianificazione ci sono alcuni aspetti problematici che devono essere necessariamente presi in considerazione. Una scorretta pianificazione e gestione del verde urbano può infatti arrecare dei danni sia all’ambiente che ai cittadini, tra cui:
- introduzione di piante esotiche invasive;
- danneggiamento di oggetti e persone;
- emissione di composti organici volatili.
Introduzione di piante esotiche invasive
Molto spesso capita che, per fini estetici ed ornamentali, vengano utilizzate piante esotiche (o alloctone), ossia non native di un determinato territorio. Queste, in alcuni casi, presentano dei tassi di riproduzione molto elevati e tendono quindi a surclassare, in termini di presenza, le specie native. Tutto ciò ha come conseguenza una drastica riduzione della biodiversità sia vegetale che animale.
È quindi importante che chi si occupa della pianificazione del verde urbano:
- conosca quali specie possono diventare invasive e dove lo possono diventare;
- conosca approfonditamente la normativa inerente la gestione delle specie esotiche invasive;
- incentivi l’utilizzo di specie autoctone (ossia native del territorio) anche con elevate densità, in maniera tale che occupino il più possibile le nicchie ecologiche dell’area in cui si sta intervenendo;
- collabori con esperti in ambito di gestione della biodiversità e protezione della natura.
Danneggiamento di oggetti e persone
Negli ultimi anni, con il verificarsi sempre più frequente di temporali intensi ed improvvisi, è molto facile che la stabilità delle piante venga messa a dura prova. Una volta create, quindi, le aree verdi devono essere opportunamente gestite e manutentate per evitare che la presenza di alberi possa in qualche modo danneggiare abitazioni e automobili in sosta o arrecare qualsiasi tipo di danno fisico ai cittadini (ad esempio mediante la caduta dei rami). In quest’ottica, è di fondamentale importanza agire con potature frequenti, eliminare rami pericolanti ed effettuare valutazioni di stabilità in maniera tale da individuare eventuali alberi pericolosi.
Emissione di composti organici volatili
Alcune piante utilizzate nelle aree verdi urbane, per lo più appartenenti ai generi Eucalyptus, Robinia, Platanus e Salix, sono conosciute per rilasciare in atmosfera quantità talvolta importanti di composti organici volatili (BVOCs). Questi sono in grado di reagire con alcuni ossidi di origine antropica presenti in atmosfera a formare ozono, un gas la cui presenza ad elevate concentrazioni può causare problemi all’uomo, agli animali e influenzare la fotosintesi e i processi di crescita delle piante.
In generale, il contributo delle piante nell’emissione di BVOCs è nettamente inferiore rispetto a quello di altre fonti, ma se mal gestito può contribuire all’inquinamento atmosferico all’interno delle città. È dunque di fondamentale importanza il monitoraggio delle emissioni delle vegetazione, anche con lo scopo di fornire informazioni e strumenti utili a tutte quelle politiche ambientali che hanno come scopo la riduzione delle emissioni antropogeniche[3].
Accessibilità al verde urbano
All’interno di una città è di fondamentale importanza che parchi e giardini siano distribuiti in maniera quanto più omogenea, in maniera tale da dare ad ogni cittadino la possibilità di usufruirne con la stessa semplicità e senza che sia necessario ricorrere a mezzi di trasporto pubblici o privati. L’indicatore più utilizzato in questo senso è il verde urbano pro-capite; esso descrive la disponibilità di verde e la sua fruibilità potenziale, ma fornisce anche informazioni riguardo all’effettivo ruolo svolto dalle aree verdi urbane in quanto servizio alla collettività[1].
Inoltre, per ogni città, è necessario definire il rapporto tra domanda ed offerta di servizi ecosistemici, in maniera tale da riuscire a capire chi, come e dove può beneficiare di tali servizi. Questo aspetto, ancora oggetto di studio da parte di numerosi ricercatori e pianificatori territoriali, viene per lo più affrontata mediante l’utilizzo di specifici software di analisi spaziale, tramite i quali è possibile capire l’impatto di un determinato servizio ecosistemico sui cittadini e le difficoltà che questi riscontrano nell’usufruirne.
Resta il fatto che, una distribuzione equa delle risorse naturali in ambiente urbano è uno degli elementi chiave per migliorare la qualità di vita del cittadino e per rendere le nostre città più sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che sociale[4].
In Italia, mediamente, ogni cittadino dispone di 31,1 metri quadri di verde urbano. Esiste tuttavia una notevole differenza tra nord, sud e centro. Secondo i più recenti rapporti ISTAT, in Italia la maggiore disponibilità di verde si trova nelle città di Sondrio e Trento, ma anche Como, Monza e Gorizia presentano valori (in metri quadri totali) piuttosto elevati[6].
Conclusioni
Al giorno d’oggi è indubbio che le aree verdi rappresentino un pilastro fondamentale della sostenibilità urbana. I flussi sociali si dirigono sempre più verso le città e dunque la tutela e la valorizzazione del patrimonio verde cittadino, sia pubblico che privato, assumono non solo un significato meramente estetico, ma anche funzioni ambientali fondamentali. È dunque compito delle amministrazioni locali rivedere i progetti di pianificazione territoriale, includendo il maggior numero possibile di aree verdi, le quali possono essere anche un’ottima soluzione per il recupero di vecchie aree urbane degradate.
Referenze
- A. Chiesura et al., Il verde urbano, www.areeurbane.isprambiente.it;
- Bolund P. et al (1999), Ecosystem services in urban areas, Ecological Economics 29, 293-301;
- Ferrini F., (2015), Il paradosso degli alberi che inquinano, Scuola Agraria del Parco di Monza.
- Geneletti et al. (2020), Planning for Ecosystem Services in Cities, Springer Brief in Environmental Science, Trento, Springer;
- M. Mirabile, Il verde urbano e la biodiversità nelle città, www.comune.saronno.va.it;
- Verde urbano – ISTAT, 24 Maggio 2016.