Con questa intervista, vi “immergerete” in un percorso di amore per la divulgazione e la scienza e vi imbatterete nel merito italiano. Tutto questo è BioPills e nell’intervista che segue lo abbiamo declinato in versione biologia marina con il Dott. Primo Micarelli, Biologo Marino, Oceanografo nonché Responsabile del Centro Studi Squali e Curatore dell’Aquarium Mondo Marino. Leggerete di come si possa, con impegno e capacità fare un buon lavoro al servizio della conoscenza.
D. – Dott. Micarelli, se riassumiamo nel motto “una vita per il mare” la sua storia professionale di certo non sbagliamo, ci può raccontare come nasce la sua passione per la biologia marina e quali sono gli ingredienti perchè una passione diventi anche un lavoro?
R. – E’ un’origine molto lontana, legata in parte ai documentari del Comandante Cousteau ed all’essere cresciuto in una penisola l’Argentario e buttato in acqua fin dai primi vagiti e che mi portò all’età di 8 anni a cominciare a fare una raccolta di schede sui vari pesci che riunivo in un mio personale catalogo che conservo ancora come ricordo di gioventù. Credo che le spedizioni del Comandante, i documentari italiani di Folco Quilici, Bruno Vailati e tanti altri contribuirono in modo indubitabile, oltre alla pazienza di mio padre che mi comprava i fascicoli dell’Enciclopedia Gli Oceani. Oggi i giovani non hanno più questi esempi ed è un gran peccato in un paese che conta 8000km di coste la bella tradizione documentarista italiana si sia perduta.
D. – L’Aquarium Mondo Marino ha una mission importantissima: portare il mare sulla terraferma per farlo conoscere a tutti – ci dica quale è secondo lei l’importanza della divulgazione nella società odierna
R. – Innanzitutto l’esistenza di un Acquario non può che essere legata all’attività Didattica e di coinvolgere nella conservazione del mondo marino il pubblico. La divulgazione è molto importante ed in un acquario si può avere quasi l’impressione di essere in mezzo ai pesci cercando di meglio conoscerli, imparando qualche cosa sulle loro abitudini osservandoli interagire tra di loro, se fatta con criterio una passeggiata in un acquario aperto al pubblico può essere molto interessante. Nella società attuale credo che nonostante l’enorme efficienza di tutti i mezzi a disposizione la vera divulgazione sia in realtà molto più difficile perchè difficilmente ci si sofferma abbastanza su qualcosa ma la si osserva velocemente e superficialmente, per passare subito al prossimo contenuto. L’acquario no, deve e può essere un’esperienza dei sensi, tutti i sensi. E’ quello che anche se con difficoltà , visto che siamo una struttura che si autofinanzia in tutto e non ha mai ricevuto un solo centesimo di contributo pubblico, cerchiamo di fare, durante la visita con riproduzioni di suoni, odori, una certa umidità tipica degli ambienti marini, animali presenti in vasche che cercano il più possibile di riprodurre gli habitat originali, fornendo utili approfondimenti ed informazioni su tanti aspetti del mondo marino e dei suoi abitanti, cercando di risvegliare la curiosità in chi ci visita.
D. – La didattica nelle scuole, gli eventi dedicati ai bambini e l’importanza di appassionare le nuove generazioni alla scienza – cultura scientifica vs cultura umanistica: permane nel nostro Paese, forse per motivi storici, una tacita convinzione che “essere colti” significhi avere una buona cultura umanistica di base, mentre permane una diffusa e tollerata “ignoranza” (stricto sensu) nelle materie scientifiche: pensa che tale affermazione sia realistica? ci dica la sua
R. – Credo che purtroppo sia un’affermazione che ricalca la realtà . E pensare che proprio in Italia che tanto bistrattiamo senza sapere quanti ed enormi contributi ha fornito all’umanità , è nato il metodo scientifico con Galileo Galilei, metodo che è seguito da tutti gli scienziati del mondo e ritenuto l’unico modo per conoscere il mondo che ci circonda e che fa la differenza tra scienziati e ciarlatani. Noi non siamo coscienti invece del fatto che proprio in Italia, l’unione della Cultura umanistica e scientifica ha fruttato e potrebbe ancora fruttare se così venisse colta dal pubblico e dai gestori della cosa pubblica, alcuni dei più importanti avanzamenti in molti campi.
Molti giovani ricercatori italiani all’estero sono apprezzati per la loro capacità di avere la visione d’insieme delle cose, non come il sistema anglosassone che si specializza sulla zampa destra della zanzara, ne diventa il massimo esperto mondiale e poi non sa nulla della zampa sinistra, per fare un esempio che semplifica ma chiarisce il concetto. Noi studiamo in modo rinascimentale, o meglio lo facevamo, approfondire una tematica avendo la visione d’insieme che ti permette di comprendere meglio i fenomeni studiati ed interpretarli. Potremmo anche per questo essere un esempio, dovremmo solo convincerci di più e procedere.
D. – Una delle sue attività di punta è il Centro Studi Squali e la Spedizione scientifica in Sudafrica, ci può raccontare il progetto?
R. – Il Centro Studi Squali rappresenta la parte di maggiore impegno ed anche di grande soddisfazione, anche perchè legata alla mia vecchia passione per gli squali (mi piacciono le cause perse, gli squali sono, brutti, cattivi ed assassini? assolutamente no).
ll Centro, nato alcuni anni fa è lentamente diventato un punto di incontro di alcuni grandissimi appassionati di squali che in modo volontario, ma uniti da un’unica passione sta permettendo di ottenere risultati di un certo interesse e valore scientifico su varie specie con al centro, al momento il Grande Squalo bianco. Il tutto è cresciuto in parallelo con le Spedizioni scientifiche sugli Squali bianchi che organizzo dal lontano 2003, dopo avere avuto il mio battesimo del fuoco nel 2000 con un gruppo di ricerca sudafricano. Il gruppo delle Spedizioni, al quale nel 2005 si è aggregato il Dr. Emilio Sperone dell’Università della Calabria con il quale si è sviluppata un’amicizia ormai fraterna e che da allora non ha più lasciato facendolo anzi diventare un punto di riferimento delle attività dell’Università della Calabria. Nel 2010 abbiamo inoltre avuto la fortuna di conoscere il Dr.Leonard Compagno, massimo esperto mondiale di squali, consulente scientifico del film di Spielberg “Lo Squalo” e che dal 2013 fa parte del Comitato Scientifico del Centro Studi e che ci ha supportato per alcune parti degli studi. In questi anni le spedizioni hanno permesso a circa 30 studenti universitari italiani di laurearsi su tematiche relative ai Bianchi per vari aspetti dall’etologia, all’ecotossicologia, ed alla genetica. Le Spedizioni sono diventate uno dei rari esempi di didattica applicata sul campo, unica in Europa, con importanti risvolti scientifici, avendo presentato decine tra pubblicazioni scientifiche internazionali e poster a congressi ai quattro angoli del mondo. Quest’anno addirittura organizzeremo due spedizioni nel mese di maggio ed in quello di settembre, indirizzate sopratutto a studenti universitari prioritari nella selezione, durante le quali continueremo ad utilizzare gli strumenti messi a punto in questi anni, sagome e zimbelli, strumenti per analisi delle acque, droni, telecamere subacquee e fotografiche per immortalare i diversi esemplari che ad oggi superano i 420 diversi animali identificati e catalogati. Tra le nostre ultime soddisfazioni, l’essere stati invitati nel 2013 presso il Museo Oceanografico di Montecarlo per un simposio sugli Squali dove abbiamo avuto l’onore di presentare al Principe Albert II° e la moglie Principessa Charlene i nostri studi, ricevendo in ricordo un bell’esemplare di dente di Megalodon, uno squalo preistorico di più di 15m di lunghezza, al quale ha fatto seguito una conferenza al grande pubblico realizzato nella sala Conferenze del prestigioso Istituto Oceanografico di Parigi, in passato diretto dal Comandante Cousteau, alla presenza di circa 500 parigini entusiasti della serata e del collaboratore del Comandante, l’Oceanografo François Sarano.
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