Un’ora e mezzo per salvare il mondo – Mario Tozzi, Lorenzo Baglioni
I veri motivi per cui dobbiamo tornare subito a occuparci del riscaldamento globale
Mario Tozzi è un geologo, saggista nonché divulgatore scientifico e noto conduttore televisivo italiano. Attualmente ricopre il ruolo di primo ricercatore presso l’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR di Roma. Inizia nel 1996 la sua carriera televisiva con la collaborazione al programma Geo&Geo in onda su Rai Tre. Negli anni successivi prosegue l’attività di divulgatore scientifico per il grande pubblico con la conduzione di un gran numero di programmi televisivi. Dal 2019 lo troviamo infatti alla guida del fortunato programma “Sapiens-un solo pianeta” in onda su Rai Tre. Ha infine alle spalle una brillante carriera da saggista e scrittore di libri, sia per adulti che per ragazzi.
Lorenzo Baglioni è un cantante e attore comico fiorentino. Consegue la laurea in Matematica presso l’Università degli Studi di Firenze ottenendo poi un dottorato nella stessa materia. Dal 2014 inizia la sua carriera musicale facendosi inizialmente conoscere ai più giovani come Youtuber. Nonostante il notevole successo ottenuto nel mondo dello spettaccolo, decide comunque di non abbandonare l’insegnamento e la divulgazione scientifica soprattutto nei confronti dei giovani. Di recente pubblicazione sono infatti i suoi libri Matematica da paura! e Mostri in geometria, entrambi editi da Mondadori Ragazzi nel settembre 2020.
Contenuto
Un’ora e mezzo per salvare il mondo – I veri motivi per cui dobbiamo tornare subito a occuparci del riscaldamento globale (Rai Libri) è il primo libro scritto a quattro mani da Mario Tozzi e Lorenzo Baglioni. Un duo del tutto singolare così come singolare e diverso è il motivo per il quale il libro è stato realizzato. L’opera assume i toni di una sorta di racconto intimo e privato il cui obiettivo è provare a smontare tutte le falsità che circolano sui cambiamenti climatici. Un libro estremamente propositivo e differente sia nei toni che nel linguaggio utilizzati.
Perciò mescoleremo spesso e volentieri la divulgazione “alta” con quella più terra-terra che, parlando del clima del nostro pianeta, è anche letteralmente appropriato.
La domanda iniziale che ci viene posta è “Perchè gli uomini non si occupano del cambiamento climatico?”. Domanda del tutto lecita se pensiamo che gli effetti del Global Warming sono sotto gli occhi di tutti oramai. Dalle alluvioni alle violente ondate di calore, sono molti i fenomeni meteorologici estremi che si verificano con sempre più frequenza e intensità.
Gli autori individuano sette motivi principali per questa noncuranza e provano ad analizzarli uno per uno. Dal semplice e poco intuibile motivo che il cambiamento climatico non si vede, al fatto che noi esseri umani, sotto sotto, non siamo affatto disposti a rinunciare ai nostri privilegi e alle nostre abitudini.
Ma allora, qual è l’opinione degli scienziati in merito? E, soprattutto, la comunità scientifica è veramente divisa sul cambiamento climatico? La risposta è accompagata da una lucida e funzionale analisi di cosa effettivamente è il metodo scientifico e di come esso debba essere applicato per analizzare in dettaglio i fenomeni che ci circondano.
In sostanza ciò che più spaventa la comunità scientifica sono le cosidette fake news che circolano a proposito dei cambiamenti climatici. Tra le più comuni se ne evidenziano cinque: dal “non è vero che fa più caldo” al fatto che “è tutto un complotto delle lobby”. Ma è veramente così?
Insomma, sarebbe auspicabile, se non necessario, che a parlare di clima fosse solo chi è esperto della materia; non chiunque purchè si sia occupato di materie scientifiche. O perlomeno […] sarebbe opportuno che si limitasse a riportare l’opinione prevalente della comunità scientifica, senza dare un proprio giudizio personale.
Il libro si sofferma poi sull’analisi delle possibili, se non molto probabili, conseguenze dei cambiamenti climatici. Conseguenze alle quali l’umanità è destinata ad andare incontro nel breve periodo se non verrà adottata tempestivamente alcuna misura di adattamento o mitigazione al riscaldamento globale.
La domanda a questo punto è una sola: si può fare? Ovvero, può l’umanità unita riuscire a fare davvero qualcosa per evitare ulteriori catastrofi da qui ai prossimi dieci di anni? Per rispondere a questo fondamentale quesito si rammenta che noi esseri umani siamo già riusciti, nella storia recente, ad affrontare una sfida simile. La sfida e la storia motivazionale alla quale si fa riferimento è quella della lacerazione nello strato di ozono.
I CFC vennero banditi in seguito ad accordi internazionali nel 1997 e oggi le lacerazioni dello strato di ozono cominciano a ricucirsi. Anche in quel caso, si trattava di un problema tipicamente transnazionale e “invisibile”, esattamente come avviene oggi per il cambiamento climatico, ma che venne affrontato scientificamente e risolto in poco tempo.
Ed è così che si arriva alla conclusione: quello che occorre urgentemente fare è “decarbonizzare la società dei sapiens“. Sul fatto che i combustibili fossili siano stati un regalo avvelenato della Terra tutta la comunità scientifica è oramai d’accordo da tempo. Rimane quindi da chiedersi cosa è possibile fare in concreto e come sia realmente possibile influire sugli accordi internazionali.
Bè, la risposta è semplice: applicando il metodo scientifico, ossia basando le nostre scelte e le nostre azioni sulla conoscenza di quelle che effettivamente sono le reali cause e le reali conseguenze del riscaldamento globale. Ma per farlo, dobbiamo trovarci nelle condizioni più adeguate per riuscire a comprendere veramente ciò di cui stiamo parlando. Ecco che dobbiamo fornirci di un “Glossario semiserio del clima che cambia”. Uno strumento pratico per rendere chiunque in grado di sostenere una conversazione sul clima senza dover incorrere in fastidiose incomprensioni. Ma soprattutto, per evitare di giungere ancora a conclusioni completamente sbagliate e prive di alcun fondamento scientifico.
Commento
È possibile riuscire a parlare di tematiche scientifiche così serie e importanti quali i cambiamenti climatici utilizzando un linguaggio semplice, fresco e così innovativo? La risposta è assolutamente si, come ci hanno brillantemente dimostrato Mario Tozzi e Lorenzo Baglioni in questo loro primo libro scritto a quattro mani.
Viviamo in una società in cui le notizie sono alla portata di tutti, dove con un semplice click di smartphone è possibile, o almeno così si crede, informarsi sui principali eventi che accadono attorno a noi. Ma davvero siamo sicuri di godere appieno di quel sacrosanto diritto a ricevere un’informazione corretta e basata su fonti attendibili? Perchè, almeno questa è l’opinione della sottoscritta, un’informazione consapevole è il primo passo per cercare di non incorrere in scelte e decisioni completamente sbagliate. E, a maggior ragione, quando si tratta del nostro ambiente e del nostro futuro.
Un’ora e mezzo per salvare il mondo vuole prima di tutto insegnarci l’importanza di quell’atteggiamento critico, il famoso metodo scientifico, necessario a comprendere e a dare un nome ai fenomeni della realtà che ci circonda. Che il cambiamento climatico e il conseguente riscaldamento globale siano opera dell’uomo è oramai una verità scientifica. Eppure noi sapiens ancora non riusciamo, oppure spesso non vogliamo, rendercene conto.
Certo è vero che il cambiamento climatico è difficile da vedere e che la grande maggioranza dei decisori politici non è capace di avere una visione che vada oltre il benessere della generazione presente. Ma tutto ciò ha forse una radice ancora più profonda e risiede nel fatto che noi esseri umani siamo abitudinari e refrattari ad abbandonare le nostre abitudini. Così tanto che abbiamo finito per perdere di vista le vere sfide e i veri obiettivi del nostro tempo.
E questa fragilità, questa mancanza di resilienza del sistema ha mostrato e mostrerà ancora al mondo intero i suoi frutti negativi proprio durante questi mesi di pandemia. Una crisi globale dalla quale, forse, potremmo trarre in futuro lezioni preziose proprio per affrontare l’emergenza climatica. Il rapido diffondersi della pandemia è stato infatti quasi fin da subito percepito da tutta la comunità scientifica come un rischio elevato per la salute pubblica e l’economia mondiale.
Così come da un lato si sono messe in atto strategie di natura politica più o meno efficaci per il contenimento del virus, dall’altro la comunità scientifica si è adoperata per cercare nuove cure e nuovi strumenti preventivi per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Proprio quello che dobbiamo e dovremmo fare fin da subito per fronteggiare l’emergenza climatica. Prevenire è meglio che curare ma per riuscirci fino in fondo è prima necessario conoscere le cause e le dinamiche alla base di tale fenomeno.
Ed ecco quindi che ritorniamo all’inizio, al perchè di questo libro. Uno dei libri che rende merito a quella sana Divulgazione scientifica con la d maiuscola che torna finalmente a parlare con un linguaggio più vicino alla gente. Dove al lettore viene garantita una spiegazione semplice ma efficace nel far comprendere appieno il significato vero delle cose.
Conclusioni
Un’ora e mezzo per salvare il mondo è il primo libro scritto a quattro mani da Mario Tozzi e Lorenzo Baglioni. Un libro il cui obiettivo non è tanto spiegare a fondo e in maniera dettagliata i fenomeni fisici alla base dei cambiamenti climatici, quanto provare a smontare le falsità e le verità non-scientifiche che circolano su tale argomento.
Un linguaggio fresco e una narrazione estremamente scorrevole che riescono a coinvolgere appieno il lettore. Consigliato a tutti coloro che, in un mondo pullulante di notizie dell’ultimo minuto, hanno ancora il desiderio di una sana informazione ambientale.
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Titolo: Un’ora e mezzo per salvare il mondo
Autore: Mario Tozzi, Lorenzo Baglioni
Genere: Saggistica
Casa editrice: Rai Libri
Anno di pubblicazione: 2020