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Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali: un lavoro da Biologo

Un lavoro da Biologo” è la rubrica che intende esplorare le molte – perlopiù sconosciute – prospettive di carriera che si aprono per i laureati in Scienze della Vita, cioè Biologi, Biotecnologi e Scienziati Naturali.

Con la puntata di oggi andiamo a parlare di una figura sui generis che si inserisce in quella che possiamo chiamare la protogalassia della divulgazione scientifica, una figura abbastanza di nicchia da non avere una denominazione generalmente accettata e che per l’occasione chiameremo il Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali.

Ci parla della sua esperienza nel ruolo Silvia Sironi, che si occupa di promuovere le attività dell’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC).

In che ambito si inserisce il Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali?

Numerosi enti pubblici e privati si occupano di ricerca scientifica, di ambiente e sostenibilità o di applicazioni tecniche operando per il bene della collettività. Alcuni esempi possono essere associazioni, ospedali, istituti e ministeri.

Molto spesso corrono il rischio di isolarsi dal largo pubblico. Questo per via del linguaggio specialistico che utilizzano e dell’elevato livello di approfondimento raggiunto nella propria area di competenza. Rischiano così una grande difficoltà nel comunicare il proprio ruolo e i risultati dei loro sforzi .

Per le istituzione scientifiche però è di fondamentale importanza poter comunicare a tutti i livelli il proprio lavoro!

Per approfondire: Cos’è la Terza Missione dell’università?

I principali interlocutori sono gli utenti finali della ricerca – per l’AIRC lo sono i pazienti – e i loro parenti. Non meno importante è la popolazione generale, invitata a intraprendere azioni di prevenzione o a evitare fattori di rischio come il fumo.

Portare questo messaggio in particolar modo nelle scuole è un obiettivo primario per AIRC, che da anni ha attivo un progetto mirato a sensibilizzare i più giovani sull’importanza della prevenzione e  dei corretti stili di vita.

Allo stesso tempo ci sono altre necessità. Parlare del proprio operato anche a donatori e finanziatori, correnti e potenziali, per mostrare gli obiettivi ottenuti grazie al loro sostegno. Invogliare potenziali dipendenti o volontari a unirsi alla mission dell’ente. Instaurare collaborazioni con altre istituzioni con le quali vi sia sintonia di valori.

Per raggiungere questi obiettivi c’è quindi la richiesta di figure abili nella comunicazione scientifica che abbiano le competenza per capire i contenuti dell’operato dell’ente e per veicolarli con azioni comunicative mirate che siano indirizzate a ciascuno di questi differenti pubblici con un linguaggio adeguato.

La figura multivalente che riesce a mettere insieme queste istanze tramite una serie di attività differenti è appunto il Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali.

Il promotore di attività scientifiche istituzionali

Le principali mansioni di Silvia in AIRC possono dare idea di cosa aspettarsi nella stessa posizione ma in altri enti.

Per raggiungere il largo pubblico una istituzione scientifica può organizzare dei propri eventi, ma più tipicamente partecipa ad eventi già esistenti come fiere di settore e festival locali e nazionali (abbiamo già parlato su Biopills di uno dei più conosciuti e amati dagli italiani).

Il Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali (per brevità,PASI) organizza la presenza della propria istituzione in queste vetrine ideando, organizzando laboratori didattici. Spesso ne cura anche l’effettivo svolgimento.

È in questo caso che deve utilizzare modalità comunicative il più possibile adatte al pubblico generalista. Questi laboratori sono solitamente rivolti alle scolaresche e alle famiglie con bambini.

Nel caso di AIRC, lo scopo è far conoscere il cancro rendendolo meno spaventoso. Molto spesso viene ancora chiamato, con un fuorviante eufemismo, un “male incurabile”. Un altro obiettivo è promuovere quei corretti stili di vita capaci di diminuire il rischio di sviluppare tumori.

I laboratori didattici rivolti ai più piccoli ricoprono un ruolo importantissimo

Le istituzioni scientifiche comunicano con gli interessati anche attraverso canali telematici, come le loro pagine sui social media e siti internet proprietari.

Il PASI ha un ruolo meno autonomo nel gestire le pubblicazioni sulla pagina web istituzionale. Si inserisce, infatti, in una catena di lavoro che comincia con il giornalista scientifico.

È il giornalista che si informa sulle scoperte dei gruppi di ricerca afferenti all’istituzione, redige articoli che le riassumoni e ne sottolinea importanza e prospettive.

La palla passa quindi al Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali, responsabile della revisione del testo per adattare il “tone of voice” dell’articolo in base a chi ci si aspetta siano i fruitori del testo e agli obiettivi prefissati.

L’articolo revisionato viene poi portato all’attenzione della Direzione scientifica dell’ente che ne approva la pubblicazione oppure chiede ulteriori revisioni e integrazioni.

Sui social media, il PASI ha la responsabilità di mantenere alta l’attenzione verso le attività dell’istituzione. In particolar modo Twitter, tramite periodici tweet sulle ricerche pubblicate da gruppi di lavoro coinvolti.

Il PASI gioca un ruolo importantissimo anche nella creazione e nel mantenimento dei rapporti ufficiali tra la propria organizzazione ed altre istituzioni.
Quale rappresentante del suo ente si interfaccia coi rappresentanti degli enti partner, ideando e proponendo iniziative comuni per poi curarne l’organizzazione.

Silvia ce ne fornisce un esempio pratico parlandoci di AIRCampus, un progetto in cui AIRC incontra gli studenti universitari attraverso l’organizzazione di cicli di conferenze che parlano di cancro in modo trasversale.

In questo caso Silvia pensa a un tema per i seminari, accattivante e adeguato al corso di studi scelto, e poi si relaziona coi docenti delle Università ospitanti.

Deve poi concordare coi docenti le tematiche specifiche da trattare, contattare i ricercatori di AIRC che potrebbero fare da relatori, mettere d’accordo le parti per stilare un calendario. Si trova anche a gestire molti aspetti pratici e logistici degli eventi in programma, fino a introdurre personalmente la conferenza e, all’occorrenza, fare da moderatrice del dibattito.

Chi può fare il Promotore di Attività Scientifiche Istituzionali

Come si può immaginare, questo lavoro non è esclusiva dei laureati in Scienze della Vita. Esistono, infatti, istituzioni scientifiche votate a tematiche del tutto differenti.

Ad ogni modo sarà adatto alla posizione chi abbia al contempo una forte preparazione teorico-pratica nell’argomento di ricerca che costituisce il focus dell’Ente, testimoniabile quantomeno con una laurea Magistrale anche se un Dottorato costituisce sicuramente un plus, e una dimostrabile esperienza e passione per la divulgazione scientifica.

Parlando invece di soft skills, le più importanti che deve possedere un candidato PASI sono la creatività e la già menzionata l’intelligenza sociale.
Per mostrare perchè creatività sia così importante Silvia ci confida:

Spesso mi capita di dover progettare laboratori per i vari Festival della Scienza sparsi per l’Italia, e lì posso dare spazio al mio estro! Penso, immagino, scrivo per poi ufficialmente ideare un progetto che realizzo concretamente e porto al pubblico interessato. Insomma un lavoro di divulgazione e creazione a 360°!

L’intelligenza sociale oltre a declinarsi, nella mansione del PASI, in attività di networking è spesso anche il prerequisito per accedere alla posizione.

Il lavoro del PASI è sicuramente una professione di nicchia ed è improbabile trovare degli annunci sui motori di ricerca. Conviene piuttosto darsi da fare. Essere la persona giusta per la posizione e farsi proattivamente conoscere dagli enti che potrebbero avere necessità di un comunicatore.

Silvia suggerisce agli aspiranti PASI di non risparmiarsi, di buttarsi a capofitto a svolgere attività divulgative anche a titolo di volontariato. Lo scopo è farsi conoscere, farsi le ossa e un solido curriculum e, appunto,  mettere a frutto la propria intelligenza sociale nel costruirsi una rete di contatti in differenti istituzioni e posizioni per aprirsi opportunità di questo tipo.

Cosa aspettarsi

Per via del suo ruolo di rappresentanza, un PASI si trova con elevata frequenza a viaggiare, nell’esperienza di Silvia almeno due volte al mese, verso le sedi di altri enti, università e festival.

Inoltre, nel curare i rapporti con tanti enti si ha l’opportunità di conoscere molte persone, allo stesso tempo un grande stimolo e una sfida.

Per rapportarsi con persone di tutti i livelli culturali, ciascuna con un suo carattere e modi di fare, è indispensabile una buona dose di intelligenza sociale.

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