La trasfusione di sangue rappresenta una procedura di vitale importanza per individui che affrontano perdite ematiche significative a seguito di incidenti, interventi chirurgici o patologie specifiche. Gli approfonditi test pretrasfusionali costituiscono un aspetto fondamentale del processo di trasfusione, assicurando la compatibilità e la sicurezza del sangue donato, al fine di prevenire potenziali rischi per la salute del paziente. Questo articolo esamina dettagliatamente il processo trasfusionale, l’importanza dei test pretrasfusionali e le procedure per garantire la massima sicurezza ai pazienti.
Processo trasfusionale e identificazione del paziente
La trasfusione di sangue è un procedimento medico altamente regolamentato che segue protocolli definiti all’interno delle strutture ospedaliere. La prima fase cruciale consiste nell’individuazione accurata dei pazienti candidati alla trasfusione. I medici compilano dettagliate richieste trasfusionali, fornendo informazioni anagrafiche, dati anamnestici (cioè relativi alla storia del paziente), valori di laboratorio e la ragione della richiesta.
Successivamente, vengono eseguiti prelievi ematici, inviati al laboratorio del centro trasfusionale per determinare il gruppo sanguigno del paziente. Questo procedimento avviene dopo una scrupolosa identificazione del paziente, richiedendo dati come nome, cognome e data di nascita.
Dopo un breve intervallo (15-30 minuti) dal primo prelievo, viene eseguito un secondo prelievo ematico, con ulteriore verifica dell’identità del paziente da parte di un secondo operatore. Questa pratica, necessaria per conformità legale, riduce il rischio di confusione tra pazienti.
Una volta completati i prelievi, le richieste e i campioni ematici, accuratamente etichettati, sono inviati al laboratorio del centro trasfusionale. In questo punto, vengono eseguiti i test necessari e viene elaborata la richiesta[1,2].
Test essenziali per la sicurezza della trasfusione di sangue
I test pretrasfusionali comprendono principalmente due aspetti:
- Determinazione del gruppo sanguigno;
- Test type & screen, ovvero la ricerca di anticorpi irregolari e un ulteriore controllo del gruppo sanguigno.
La determinazione del gruppo sanguigno permette di identificare il gruppo del paziente, fondamentale per selezionare una sacca di sangue compatibile. Questo test, eseguito sulla prima provetta di sangue prelevata, utilizza tecniche strumentali sicure e ripetibili.
Successivamente, viene condotto il test type & screen. Con questo si ricerca la presenza di anticorpi irregolari nel sangue del paziente, oltre a eseguire un controllo aggiuntivo del gruppo sanguigno. Entrambi i test sono effettuati sulla seconda provetta di sangue prelevata[1,2].
Gruppi sanguigni e fattore Rh
I gruppi sanguigni sono caratterizzati dalla presenza di due antigeni specifici sulla superficie dei globuli rossi. Questi antigeni, noti come sostanza A e sostanza B, sono determinati geneticamente e sono distinti per ciascun individuo. Alla presenza di una delle due sostanze sui globuli rossi corrisponde la produzione naturale di anticorpi contro la sostanza non posseduta (un soggetto gruppo A sviluppera anticorpi anti-B).
I principali gruppi sanguigni sono quattro:
- Gruppo A: presenta gli antigeni A sulla superficie dei globuli rossi e anticorpi anti-B nel plasma.
- Gruppo B: ha gli antigeni B sulla superficie dei globuli rossi e anticorpi anti-A nel plasma.
- Gruppo AB: mostra entrambi gli antigeni A e B sui globuli rossi, senza anticorpi anti-A o anti-B nel plasma.
- Gruppo 0: non ha antigeni A o B sulla superficie dei globuli rossi e sviluppa anticorpi anti-A e anti-B nel plasma.
In aggiunta ai gruppi sanguigni, il fattore Rh svolge un ruolo cruciale. Il sangue può essere Rh positivo (con l’antigene RhD) o Rh negativo (senza l’antigene RhD) sulla superficie dei globuli rossi. Questo fattore è particolarmente importante nelle trasfusioni e nelle gravidanze. L’entrata in contatto di sangue Rh negativo con sangue Rh positivo può portare alla formazione di anticorpi contro l’antigene RhD, potenzialmente causando complicazioni.
Invece, gli anticorpi anti-A e anti-B sono considerati regolari poiché si sviluppano naturalmente alla nascita e sono presenti negli individui. Questi anticorpi giocano un ruolo fondamentale nella selezione delle sacche di sangue compatibili per le trasfusioni.
La comprensione dei gruppi sanguigni, degli antigeni e del fattore Rh è di vitale importanza per garantire la sicurezza nelle trasfusioni e nelle gravidanze. La selezione accurata del sangue compatibile è essenziale per prevenire reazioni indesiderate e assicurare il benessere dei pazienti[3].

Test di Coombs indiretto e importanza nella sicurezza trasfusionale
Il test di Coombs indiretto è un’analisi immunoematologica di vitale importanza nell’ambito delle trasfusioni. Esso riveste un ruolo cruciale nel rilevare e identificare la presenza di anticorpi irregolari nel sangue del paziente, contribuendo così a garantire una trasfusione sicura ed efficace.
La presenza di anticorpi irregolari deve essere accuratamente individuata ai fini trasfusionali. Ciò permette di selezionare una sacca di sangue compatibile con il paziente e di prevenire una reazione avversa alla trasfusione di sangue. Tali anticorpi possono svilupparsi a seguito di precedenti trasfusioni, gravidanze o malattie autoimmuni.
Una volta rilevata la presenza di un anticorpo irregolare e dopo averlo identificato, è possibile procedere con la tipizzazione della sacca di globuli rossi che deve essere priva dell’antigene verso cui il paziente ha sviluppato l’anticorpo. La tipizzazione riguarda i molteplici antigeni presenti nei diversi sistemi ematici. In questo modo, si può selezionare una sacca di sangue che non contiene gli antigeni verso cui il paziente ha sviluppato gli anticorpi.
Il test di Coombs indiretto ha un ruolo estremamente versatile. Non solo contribuisce alla sicurezza delle trasfusioni, ma viene anche impiegato per monitorare la presenza di anticorpi in pazienti con malattie autoimmuni o che hanno ricevuto multiple trasfusioni. Questo monitoraggio è fondamentale poiché aiuta a prevenire la formazione di ulteriori anticorpi, riducendo al minimo il rischio di complicazioni durante le future trasfusioni. Il test di Coombs indiretto rappresenta uno strumento imprescindibile nella medicina trasfusionale. La sua esecuzione regolare prima delle trasfusioni di sangue contribuisce significativamente a prevenire potenziali complicazioni e a garantire la massima sicurezza e efficacia nell’ambito delle pratiche trasfusionali[3].

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Referenze
- Gazzetta Ufficiale. Legge trasfusionale 21 ottobre 2005.
- Gazzetta Ufficiale. Decreto 2 novembre 2015.
- Technical Manual 15th edition – Advancing Transfusion and Cellular Therapies Worldwide – 2009.