Il toporagno possiede uno dei crani più terrificanti del mondo animale. Non state guardando Alien, ma un animale grande come il vostro indice. Nonostante la loro taglia, questi batuffoli di pelo possiedono i migliori armamenti che ogni mammifero potrebbe aver mai evoluto.
Toporagni di ogni sorte
I toporagni costituiscono la famiglia dei soricidi (Soricidae), che comprende attualmente più di 300 specie. Le loro dimensioni sono ridottissime, pesando generalmente meno di 15 grammi, anche se alcune specie possono superare il mezzo etto. Il più piccolo di essi è il mustiolo (Suncus etruscus), al quale spetta il record di mammifero più leggero (peso medio: 1,8 grammi).
I soricidi sono diffusi in tutti i continenti eccetto Antartide e Oceania, mostrando una spiccata elasticità ecologica. Molti hanno intrapreso una vita acquatica, come il genere Neomys, cacciando pesci e insetti nelle zone lacustri e fluviali. Tra i toporagni dallo stile di vita anfibio spicca in particolare Sorex bendirii (chiamato anche “Toporagno Gesù”), che inglobando aria nella pelliccia è capace nel camminare sull’acqua per qualche secondo.
Altre specie hanno evoluto invece strutture difensive straordinarie, come il toporagno eroe (Scutisorex somereni); l’animale possiede infatti delle vertebre con spine ossee allungate che s’incastrano a vicenda, irrobustendo così la colonna vertebrale e permettendole di sostenere pesi pari a 72 kg.
Predatori provetti
Causa le loro piccole dimensioni, i toporagni possiedono un metabolismo molto veloce e necessitano di mangiare in continuazione per poter mantenere la propria temperatura costante. Un toporagno comune (Sorex araneus) ad esempio deve mangiare ogni giorno il doppio del suo peso corporeo e può morire d’inedia anche solo dopo poche ore dall’ultimo pasto.
Questo problema metabolico è stato risolto dai toporagni diventando abili cacciatori, con una dentatura invidiabile: gli incisivi sono sviluppatissimi e svolgono anche il ruolo dei canini, mentre i molari sono simili in struttura ai denti carnassiali di felidi e canidi (atti dunque a triturare la carne).
Molti toporagni hanno persino sviluppato una saliva velenosa, atta a paralizzare le prede, come Blarina brevicauda e il genere semi-acquatico Neomys. Questo li permette di abbattere animali proporzionalmente grandi, tra cui piccoli uccelli, topi e anfibi; poiché la quantità di veleno iniettata è ridotta, i toporagni tendono a mordere le prede sulla nuca, in modo che la tossina raggiunga rapidamente il cervello.
La potenza del veleno varia in base alle dimensioni e alla specie ma risulta comunque innocuo all’uomo, paragonabile ad una puntura d’ape.
Per rintracciare le prede, i soricidi si avvalgono di olfatto e udito molto fini (la vista è invece poco sviluppata), riuscendo così a rintracciare eventuali prede nel raggio di svariati metri.
Anche le lunghe vibrisse del muso svolgono un ruolo importante nella ricerca del cibo, permettendo all’animale di tastare le zone circostanti.
Alcune specie (Blarina e Sorex sp.) hanno persino sviluppato un sistema di eco-localizzazione a bassa frequenza, anche se non sembra essere utilizzato per la caccia, ma piuttosto per orientarsi sul terreno.
Una vita breve ma intensa
I toporagni in generale superano di rado l’anno di età. La riproduzione può avvenire in ogni periodo dell’anno, con una durata della gestazione di un mese o meno. I piccoli appena nati in molte specie pesano meno di un grammo, ma già dopo 20 giorni raggiungono le dimensioni da adulto. Nel genere Crocidura si assiste inoltre ad una peculiare interazione madre-figlo chiamato caravanning (in italiano “carovanamento”), nel quale gli animali formano una fila indiana mordendosi la groppa a vicenda.
Questo comportamento viene compiuto nei primi giorni dopo il parto, quando i piccoli non sono pienamente capaci nel seguire la madre. Allo stadio adulto i toporagni sono spesso territoriali, scacciando aggressivamente i rivali dal proprio terreno di caccia, che a volte non supera i 600 metri quadrati (poco più di un campo da basket).
I soricidi italiani
L’Italia conta 11 specie autoctone di soricide, alcune pure endemiche, inserite in 4 generi differenti. Essi si possono trovare in qualsiasi ecosistema della penisola, dalle zone montuose fino ai centri urbani. Le loro dimensioni ridotte e le loro abitudini in parte notturne li rendono però difficilmente avvistabili. Un primo metodo identificativo è, oltre che le dimensioni, la lunghezza dei padiglioni delle orecchie.
I generi presenti sono:
- Sorex, 4 specie. Terricoli di medio-piccole dimensioni con orecchie ridotte.
- Crocidura, 4 specie.Terricoli di medio-piccole dimensioni con grandi orecchie.
- Neomys, 2 specie. Semi-acquatici di medie dimensioni con orecchie ridotte.
- Suncus, 1 specie. Terricoli di piccole dimensioni con grandi orecchie.
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