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Titanoboa: il serpente più grande mai scoperto

Nel regno dei rettili giganti

Titanoboa cerrejonensis era un gigantesco serpente boide vissuto nell’America del Paleocene, tra 58 e 60 milioni di anni fa. Nel 2009, dopo il suo ritrovamento nelle miniere di carbone di Cerrejón, in Colombia, il Titanoboa è stato identificato come il più grande serpente mai scoperto sulla Terra, sia in termini di lunghezza che di peso[1].

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Quali erano le dimensioni del Titanoboa?

Come per molti altri fossili di serpenti, i resti del Cerrejón sono scarsi e sono costituiti da vertebre e frammenti di cranio, riconducibili a trenta esemplari di Titanoboa. Tuttavia, essi hanno comunque permesso di stimare le dimensioni di questo rettile preistorico, attraverso il confronto con alcuni serpenti moderni, soprattutto l’anaconda, con cui sembra avere molte affinità.

I risultati delle analisi dimostrano come la lunghezza totale del Titanoboa fosse di circa 13-14 m, mentre il peso oltrepassava i 1.000 kg! Le sue dimensioni superano di gran lunga quelle dei più grandi serpenti odierni, come l’anaconda verde (Eunectes murinus), che raggiunge i 200 kg di peso[2], e il pitone reticolato (Malayopython reticulatus), la cui lunghezza si aggira attorno ai 6-7 m[3].

Prima della scoperta del Titanoboa, il più lungo serpente conosciuto era Gigantophis garstini, che con i suoi 10 m popolava il Nord Africa durante l’Eocene, circa 40 milioni di anni fa[4].

Perché il Titanoboa era così grande?

Nel corso degli anni sono state formulate varie ipotesi per spiegare le dimensioni senza precedenti raggiunte da questo serpente.

Le indagini paleontologiche svolte sui fossili provenienti dal Cerrejón, riguardanti sia la fauna che la flora di quella regione, hanno permesso di associare le eccezionali dimensioni di questa specie con le particolari condizioni climatiche del suo habitat, che forniva una quantità di calore adeguata allo sviluppo di grandi rettili. Questo perché T. cerrejonensis., come tutti i serpenti, era probabilmente un animale ectotermo (comunemente detto “a sangue freddo”), ossia la sua temperatura interna, il suo metabolismo e, di conseguenza, le sue dimensioni erano strettamente dipendenti dalla temperatura ambientale[1].

Titanoboa e gli atri giganti del Cerrejón

Dopo l’importante scoperta del Titanoboa, la formazione geologica del Cerrejón è stata oggetto di varie spedizioni paleontologiche che hanno gettato luce su quello che si è rivelato essere un vero e proprio mondo perduto.

Il clima caldo e umido che caratterizzava la Colombia del Paleocene permise lo sviluppo di grandi foreste pluviali tropicali, con complessi sistemi fluviali e temperature medie annuali che si aggiravano intorno ai 30-34 ºC, superiori di diversi gradi rispetto a quelle che si registrano nelle foreste tropicali moderne[1, 5].

Nonostante il territorio del Cerrejón fosse ricco di biodiversità all’epoca del Titanoboa, se paragonato con l’attuale foresta pluviale Amazzonica sembra che in realtà fosse relativamente povero di specie, probabilmente a causa dell’estinzione di fine Cretaceo avvenuta intorno ai 66 milioni di anni fa e che portò alla scomparsa dei dinosauri.

Le intricate foreste, che sembra ricoprissero sia le zone costiere che l’entroterra dell’odierno Sud America, erano soggette ad abbondanti precipitazioni e ospitavano ecosistemi popolati da organismi che, grazie appunto alle condizioni climatiche favorevoli, raggiungevano dimensioni ragguardevoli per gli standard odierni, soprattutto per quanto riguarda i rettili. Nella formazione del Cerrejón sono stati infatti scoperti numerosi fossili di varie specie di coccodrilli e tartarughe giganti che condividevano i fiumi con il Titanoboa, come ad esempio Cerrejonisuchus improcerus[6] e Carbonemys cofrinii[7].

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titanoboa lunghezza
Ricostruzione di Titanoboa cerrejonensis dello Smithsonian Natural History Museum. (di Ryan Somma, Flickr, CC BY 2.0)

Ecologia del Titanoboa

Proprio tartarughe e coccodrilli giganti sembra fossero alla base della dieta del Titanoboa, che era ovviamente uno dei predatori apicali delle foreste tropicali del Paleocene[6].

Secondo i paleontologi, è altamente probabile che il comportamento di T. cerrejonensis fosse affine a quello dell’anaconda verde odierna. Infatti, il Titanoboa trascorreva probabilmente la maggior parte del tempo in acqua, anche perché le sue grandi dimensioni dovevano rendere difficili gli spostamenti a terra[8].

Per quanto riguarda la tecnica di caccia del Titanoboa, il modello migliore per descriverla sembra essere ancora l’anaconda, che si apposta nella vegetazione acquatica ai margini dei fiumi e tende imboscate alle ignare prede[8]. Alcuni scienziati, sulla base dello studio dell’anatomia dentale, hanno ipotizzato che il Titanoboa si nutrisse anche dei grossi pesci di fiume[9].

Perché il Titanoboa si estinse?

Il Titanoboa e gli altri enormi rettili di quell’epoca scomparvero dalla faccia della Terra a causa dei cambiamenti climatici che interessarono la regione del Cerrejón, quando le temperature globali si abbassarono drasticamente[10]. Nel corso del tempo, infatti, le umide foreste pluviali che ospitavano il Titanoboa furono sostituite da grandi praterie contraddistinte da climi più secchi: in tali ambienti, serpenti e coccodrilli di grandi dimensioni trovarono condizioni estremamente avverse che li portarono presto all’estinzione, ponendo per sempre fine a questo mondo di giganti.

Conclusioni

La scoperta del Titanoboa, il più grande serpente mai esistito, ci ha permesso di conoscere un antico mondo ricco di vita e dominato da rettili giganteschi, le cui enormi dimensioni erano il frutto proprio delle particolari condizioni che si erano venute a creare in questa terra, arrivata in qualche modo fino a noi da un tempo lontanissimo per mostrarci le sue straordinarie ed esotiche bellezze e svelarci i suoi arcani segreti.

Referenze

  1. Kwok, R. (2009). Scientists find world’s biggest snake. Nature;
  2. Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute – Green anaconda;
  3. Shine, R., Harlow, P. S., & Keogh, J. S. (1998). The influence of sex and body size on food habits of a giant tropical snake, Python reticulatusFunctional Ecology12(2), 248-258;
  4. Yong, E. (2009). Titanoboa – thirteen metres, one tonne, largest snake ever. National Geographic;
  5. Head, J. J., et al. (2009). Giant boid snake from the Palaeocene neotropics reveals hotter past equatorial temperatures. Nature457(7230), 715-717;
  6. Dell’Amore, C. (2010). World’s biggest snake ate new prehistoric croc species. National Geographic;
  7. Black, R. (2012). Huge turtle was Titanoboa‘s neighbor. National Geographic;
  8. Simon, M. (2014). Absurd creature of the week: the 2,500-pound snake that devoured gigantic crocodiles. Wired;
  9. Head, J. J., et al. (2013). Cranial osteology, body size, systematics and ecology of the giant paleocene snake Titanoboa cerrejonensis. Conference paper: 73nd Annual Meeting of the Society of vertebrate Paleontology.
  10. Dell’Amore, C. (2011). Giant Prehistoric Croc Found Near World’s Biggest Snake. National Geographic.

Immagine di copertina da pikist.com.

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