Tradizionalmente l’Università ha perseguito le missioni fondamentali della didattica e della ricerca. Da alcuni decenni a questa parte, però, agli obiettivi fondamentali dell’attività universitaria si è aggiunta un’altra missione. Questa terza missione consiste essenzialmente nella comunicazione, sia nei confronti del pubblico sia di aziende e altre istituzioni, in modo da promuovere un trasferimento scientifico, tecnologico e culturale a sostegno della crescita economica e sociale del territorio.
Comunicare le attività scientifiche sta diventando un’attività talmente importante da essere considerata tra i parametri di valutazione degli atenei per la ripartizione di una delle principali fonti di entrata delle università italiane, il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO).
La terza missione dell’università si concretizza soprattutto in due aspetti:
- valorizzazione economica della conoscenza: riguarda i rapporti degli atenei con le industrie, la ricerca applicata per conto terzi, i brevetti e il tecnology transfer;
- missione culturale e sociale: si concretizza soprattutto nella forma di eventi pubblici in ambito divulgativo, educativo e culturale. Riguarda, però, anche progetti di interesse sociale come consulenze tecniche, indagini sulla salute pubblica, dibattiti con i cittadini e la loro attiva partecipazione in progetti di Citizen Science.
L’Università e il Pubblico
È sicuramente l’aspetto più conosciuto e “visibile” della terza missione, volto ad avvicinare il pubblico al mondo della ricerca scientifica, spesso chiuso in se stesso e di difficile comprensione per i non addetti ai lavori.
L’accademia tipicamente promuove l’incontro tra i ricercatori e il pubblico, con i primi che escono dalle università per raggiungere la cittadinanza oppure la ospitano direttamente nei propri laboratori per mostrare la quotidianità della ricerca, i suoi metodi e obiettivi.
Il massimo esempio delle iniziative di questo tipo è la Notte Europea dei Ricercatori. Questa manifestazione che si svolge ogni anno dal 2005 in più di 400 città dell’Unione Europea e che coinvolge numerosissimi enti, laboratori e atenei. Dai suoi esordi, l’iniziativa si è molto ampliata. Attualmente è una vasta rete di eventi che conclude iniziative divulgative a livello locale, anche kermesse di lunga durata ricche di conferenze e aperitivi scientifici.
Università ed Enti sono inoltre chiamati a raccontare il proprio lavoro al pubblico. Questa attività di sensibilizzazione e divulgazione è un aspetto imprescindibile di ogni attività di ricerca e ne copre tutta la durata. Le operazioni di outreach possono prevedere anche la partecipazione a festival scientifici come quello di Genova, che ogni anno richiama migliaia di visitatori e vede la collaborazione di moltissimi atenei italiani ed europei.
Queste attività intendono avvicinare la scienza ai cittadini, scardinando la convinzione che la ricerca sia qualcosa di lontano dalle nostre vite e che gli scienziati vivano in una bolla scollegata dalla realtà. Il coinvolgimento dei cittadini aumenta la consapevolezza intorno a dibattiti di interesse sociale come i cambiamenti climatici, la salute pubblica o la conservazione della biodiversità.
Oltre a queste iniziative di carattere divulgativo, le università e gli enti di ricerca sono spesso chimati al dialogo con le scuole: questo tipo di incontri non solo ha lo scopo di avvicinare gli studenti più giovani al mondo della ricerca scientifica, ma è anche importante per i ricercatori che possono migliorare e formarsi nella comunicazione e nella divulgazione.
Il Technology Transfer
Il volto meno conosciuto della terza missione è quello che riguarda il rapporto fra l’università e le aziende.
In passato le università non detenevano alcuna proprietà intellettuale. Oggi, al contrario, la collaborazione fra i centri di ricerca e l’industria si traduce in un modello di vero e proprio scambio di conoscenza e di tecnologia, detto Technology transfer. Questo trasferimento tecnologico porta sul mercato le applicazioni pratiche della ricerca scientifica generando un profitto che si traduce in maggiori finanziamenti alla ricerca universitaria.
Il trasferimento di conoscenze avviene principalmente attraverso collaborazioni più o meno strette fra laboratori e aziende. In alcuni casi si tratta di start-up create direttamente nell’università come “costole” di progetti di ricerca di taglio applicativo (le spin-off universitarie). I ricercatori svolgono, così, il proprio lavoro a cavallo fra accademia e industria. Oppure conducono all’interno dell’università ricerche conto terzi, in cui l’accademia produce scienza e tecnologie che vengono poi impiegate dalle aziende.
La collaborazione fra atenei e industrie è spesso coordinata da appositi uffici, gli uffici di trasferimento tecnologico dell’università (TTO) o gli uffici di licenza tecnologica (TLO). Questi reparti si occupano proprio di facilitare il canale di comunicazione e quindi il processo di immissione sul mercato delle applicazioni tecnologiche della ricerca.
Da queste collaborazioni nascono spesso progetti di ricerca congiunti, che possono coinvolgere anche istituzioni del territorio.
Importante nel trasferimento di tecnologie e del know-how fra università e industrie è inoltre il brevetto. Questo strumento tutela giuridicamente il diritto di chi ha condotto una ricerca innovativa di sfruttare in esclusiva i risultati economici che ne derivano. Le università depositano i brevetti in modo da cederli in licenza o venderli ad aziende interessate per sfruttarli a livello commerciale, ottenendo parte del ricavato.
Brevetti, collaborazioni, consulenze e ricerca conto terzi sono vie importanti con cui rendere applicativa la ricerca scientifica universitaria a beneficio della società.
I progetti europei
Il simbolo di questo nuovo approccio dell’università al fare ricerca sono i Progetti Europei.
L’UE, infatti, nei suoi piani di stanziamento dei fondi istituisce progetti interdisciplinari con obiettivi specifici e di ampio respiro volti a migliorare la società tramite il progresso scientifico, tecnologico e culturale.
Un Progetto Europeo e i suoi obiettivi si possono presentare in forme differenti a seconda degli enti e degli Stati Membri coinvolti e dell’argomento trattato. In generale, i vari Progetti tendono a inserirsi in macro-obiettivi più ampi posti dall’Unione Europea con cadenza settennale. Un esempio è Horizon2020, un programma per la ricerca e l’innovazione iniziato nel 2014 e terminato nel 2020 che ha significato il finanziamento e lo svolgimento di vari progetti europei a esso collegati. Attualmente, il suo erede è il programma HorizonEurope, in vigore fino al 2027.
Questi programmi danno sempre maggiore importanza non solo alla ricerca in sè, ma anche alla condivisione e al trasferimento delle conoscenze fra accademia, impresa e società, alla comunicazione con il pubblico e in generale a una maggiore partecipazione della cittadinanza al processo di creazione della conoscenza.
Referenze
- La notte europea dei ricercatori
- Settore Ricerca innovazione e Terza Missione – Università “La Sapienza”
- Cos’è la Terza Missione – Università degli Studi di Roma Tre
- Registrare un brevetto con l’Università degli Studi di Padova
- SISSA for Schools
- HORIZON2020 – European Commission
- What is Horizon Europe? – European Commission
Immagine di copertina via Flickr.