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Storia di Reo: uno Scimpanzé guarito dalla tetraplegia grazie a un touch-screen

C’è un posto in Giappone, l’Istituto per la Ricerca sui Primati di Kyoto, dove vivono i nostri parenti più prossimi, gli Scimpanzé. Con questi Primati condividiamo il 98% circa del genoma, e secondo ricerche piuttosto recenti la differenze riguardano il riarrangiamento e l’espressione genica, più che i singoli geni in sé. In questo istituto vengono studiate le capacità cognitive e percettive dei primati attraverso interazioni con computer e touch screen. Reo, uno Scimpanzè di 34 anni vive qui, e partecipa regolarmente al programma di ricerca, è abituato ad eseguire facili esercizi  su uno schermo e a ricevere una ricompensa in cibo ogni qualvolta ne risolve uno correttamente.

Nel 2006, quando aveva 24 anni, a causa di una infiammazione del midollo spinale, Reo rimane paralizzato dal collo in giù, e costretto in posizione orizzontale, immobile per 10 lunghi mesi. Nei successivi 3 anni e mezzo circa, i ricercatori dell’Istituto lo sottopongono a terapia riabilitativa e gradualmente Reo recupera la capacità di mettersi a sedere, e poi di tirarsi su in posizione eretta con l’aiuto di corde alle quali appendersi.

Ora è necessario che ricominci a camminare e ritorni a far parte del gruppo insieme agli altri Primati in maniera piena e completa. I ricercatori decidono che l’ultima parte del percorso riabilitativo dovrà essere svolta con l’aiuto di un computer.

Uno Scimpanzé guarito dalla tetraplegia grazie a un touch-screen

A  questo punto Reo torna in una stanza con un monitor; dovrà svolgere i compiti assegnati  sul monitor come un tempo, ma la differenza è che per ottenere la sua ricompensa in cibo dovrà camminare per circa 2 metri e andare a prendere la ricompensa all’altro capo della stanza, per poi rifare a ritroso il percorso, tornare allo schermo e proseguire con i compiti assegnati. Ovviamente all’inizio Reo è spaventato ed insicuro e non fa progressi, per cui il programma della fase finale viene modificato per ben sette volte.

Dopo poco però Reo inizia a collaborare e viene supportato da un sistema di corde per poter affrontare il percorso fino al cibo. Poi abbandona le corde e inizia a spostarsi da seduto usando le natiche come fossero piedi.  Dopo molte sedute di riabilitazione, Reo ricomincia a camminare e percorre ben 500 metri durante una seduta di due ore!

Yoko Sakuraba, dell’Istituto per la Ricerca sui Primati afferma che il caso di Reo ed in particolar modo la terapia cognitiva offre una speranza e apre una strada alternativa all’eutanasia nei casi di primati feriti in cattività.

Fonte: Primate Research Institute, Kyoto University, JAPAN

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