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Spirulina: il superalimento

Parlando di cibo alternativo, la prima scintilla che si accende nelle nostre menti altro non è se non gli insetti. Questi non solo vengono già consumati da Paesi in via di sviluppo da diverso tempo, ma hanno ottimi principi nutritivi, sono economici e danno respiro al nostro ambiente maltrattato. Il loro consumo in occidente è ancora bloccato per via di un’assente legislatura che possa regolarne la filiera, per la mancanza di standard igienici comprovati e, banalmente, per la scarsa accettazione da parte dei consumatori (V. C. Materia e C. Cavallo, Insetti per l’alimentazione umana: barriere e drivers per l’accettazione da parte dei consumatori, 2015); chi in effetti non preferisce una buona pizza? Gli insetti insomma non appaiono ancora come una golosa torta, ma in fondo non sempre tutti abbiamo mangiato qualcosa dall’aspetto appetitoso. Quello che da bambini a cena non si voleva assolutamente toccare infatti erano le verdure, le quali non erano per niente allettanti ma venivano comunque (forzatamente) mangiate «perché fanno bene». La nuova “invenzione” alimentare è infatti qualcosa di molto più simile ad una verdura piuttosto che ad un insetto. Prende il nome di Spirulina, ed è un organismo appartenente al phylum dei Cianobatteri.

Storia e diffusione

La spirulina non è in realtà un ritrovamento recente, bensì fu impiegata come insaporitore già ai tempi degli Atzechi (AA. VV., Produzioni di nicchia a basso impatto idrico, la spirulina, 2019), mentre era consumata all’ordine del giorno nei pressi del lago Ciad, in Africa. Questo superalimento, come venne definito negli anni ’60, riacquistò notorietà proprio in quel periodo fra la comunità scientifica per le sue proprietà nutrizionali. Varie specie furono ritrovate in ambienti diversi (sabbia, suoli a contatto con acque salmastre, acque di mare e dolci) e furono isolate da acque nei pressi di centrali elettriche, stagni, sorgenti termali, acque tropicali e nel mare del Nord.

Insomma, questo organismo si può definire praticamente ubiquitario, in quanto adattabile in habitat differenti e a condizioni differenti. La produzione industriale odierna però non si accontenta di questa informazione, bensì necessita delle condizioni migliori per ottenere una resa proficua.

La spirulina si sviluppa in ambiente acquatico, il quale è mantenuto industrialmente in condizioni di luce, temperatura e di pH ottimali per l’organismo. La luce è mantenuta ad alta intensità per poterne accelerare lo sviluppo, grazie capacità fotosintetizzante della microalga; la temperatura è mantenuta alta (t°C:28-30) in una matrice alcalina. È stato infatti provato che in laghi con concentrazione di sali compresa fra 2.5 e 30 g/L, la popolazione di cianobatteri diventa predominante rispetto ad altri organismi, sebbene siano presenti molte specie diverse (Oscillatoria, Synechocystis, Spirulina, Anabaenopsis).

Per di più se la concentrazione di sali supera i 30g/L la popolazione non è solo predominante ma è l’unica, con una sovrabbondanza di spirulina (Spirulina S. plantesis var. minor in particolare). Quest’ultima, isolata da qualsiasi lago alcalino è sempre contaminata da numerosi batteri, in maggioranza gram-negativi. La relazione che potrebbero avere però non è nota, ma comunque in un laboratorio axenico colture di S. plantesis crescono bene.

Biofabbriche e impianti

Considerate le condizioni precedenti, è facile immaginare un impianto tipico di queste biofabbriche: questo è costituito da grandi vasche che possono essere aperte, quindi essere influenzate da fattori esogeni, o chiuse (fotobioreattori) per i quali è possibile controllare totalmente le condizioni ambientali (I fotobioreattori hanno però un costo maggiore rispetto alle vasche aperte). La spirulina viene allevata in canalette poco profonde nelle quali viene costantemente mescolata da pale rotanti. La stagione produttiva si sviluppa su 5 mesi (da aprile a settembre): nel primo periodo si inocula e si lascia accrescere, successivamente, raggiunta la densità di 1 g/L, il prodotto viene vagliato, pressato ed essiccato.

La valutazione ambientale è inoltre positiva, il consumo d’acqua in tutta la filiera è infatti di 567 L/Kg, di cui il 66% viene spesa nella sola coltivazione (ibidem). L’impianto a circolo chiuso però è in grado di risparmiarne un grande quantitativo reimmettendo l’acqua per l’intera produzione successiva.

L’importanza del superalimento

La produzione commerciale è molto importante ed ha due approcci: il primo è quello riguardante i Paesi industrializzati, che sono interessati nel produrla per ottenere sostanze ad alto valore nutrizionale e a scopo terapeutico e parafarmaceutico; il secondo è quello riguardante i Paesi in via di sviluppo o sottosviluppati, i quali sono alla ricerca di alimenti ad alto contenuto proteico e nutrizionale che possono essere prodotti sfruttando terreni marginali e acque salmastre non utilizzabili in agricoltura.

L’ottica puramente industriale (primo approccio) è orientata verso lo sviluppo di prodotti
ecosostenibili e naturali con capacità officinali antiossidanti, antinfiammatorie e per il mantenimento della salute cardiovascolare, cellulare, degli occhi, immunitaria e della memoria. Queste proprietà vengono altresì sfruttate per la pubblicità dei prodotti, la quale risulta efficace perché mira ad un consumatore sempre più sensibile a tematiche ambientali (ecosostenibilità e naturalità del prodotto).

Inoltre, per colpa di un consumo alimentare “della ricchezza”, la prevalenza del sovrappeso è in aumento in tutte le regioni e fasce d’età («Nel 2018, il sovrappeso infantile ha colpito 40,1 milioni di bambini sotto i cinque anni in tutto il mondo; mentre nel 2016, quasi due su cinque adulti – 38,9 per cento – erano in sovrappeso, rappresentando 2 miliardi di adulti in tutto il mondo.»), complice una dieta ricca di carboidrati poveri di fibra e grassi. La spirulina dunque viene proposta come integratore alimentare, e, in qualche caso, alla base di diete specifiche (es. The Spirulina Diet di Dr. Saundra Howard).

Il secondo approccio è quello però più eticamente importante: la malnutrizione e la fame. Oggi infatti più di 820 milioni di persone soffrono di queste disgrazie, il corrispondente di circa una persona su nove al mondo (Rapporto aggiornato al 2019 della FAO). Di fondamentale importanza dietetica è il fabbisogno proteico, soprattutto nelle fasi di sviluppo (inclusa la nascita), la cui insufficienza può irreversibilmente danneggiare la crescita e la salute mentale dell’individuo. Il cianobatterio in analisi in questo articolo potrebbe prendere un piccolo posto nella soluzione del problema.

Il superalimento contiene infatti molti degli amminoacidi essenziali, è ricca in β-carotene, vitamine, minerali e acidi grassi essenziali (AA. VV., Produzioni di nicchia a basso impatto idrico, la spirulina, 2019). Ha un alto contenuto in proteine (45-55% del peso secco, in laboratorio 70%), maggiore anche comparato ad altre specie di cianobatteri e a piante come le leguminose (TABLE 2 da O. Cifferi, Spirulina, the edible Microorganism, 1983).

La spirulina è inoltre in grado di produrre un quantitativo proteico, rispetto per esempio alla soia, di circa 20 volte ad acro (più di 8 volte ad ettaro). Oltre alle importanti componenti nutrizionali, è da sottolineare la presenza di laghi naturali alcalini, in cui la spirulina cresce abbondantemente (in particolare S. maxima ed S. plantesis), situati in zone aride delle aree tropicali e subtropicali dove la fame è per l’appunto un problema ancora sussistente.

In conclusione, l’obiettivo di questo testo è quello di sensibilizzare e diffondere una delle possibili vie di produzione alimentare che possa attecchire in ambienti in cui il sostentamento primario è insufficiente. Inoltre, vuole evidenziare la presenza di nuove vie ambientalmente sostenibili e redditizie nel mondo della coltivazione.

Bibliografia, sitografia ed iconografia

  • O. Cifferi, Spirulina, the edible Microorganism, 1983 – NCBI
  • AA. VV., A review on colture, production and use of spirulina as food for humans and feeds for domestic animals and fish, 2008. FAO
  • State of food security nutrition – FAO
  • V. C. Materia e C. Cavallo, Insetti per l’alimentazione umana: barriere e drivers per l’accettazione da parte dei consumatori, 2015 – researchgate.net
  • AA. VV., Produzioni di nicchia a basso impatto idrico, la spirulina, 2019. Articolo tratto da l’«Informatore agrario» dell’1/14 agosto 2019.
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