Il sistema linfatico è un sistema che vede una componente fluida, la linfa, lungo strutture, vasi a fondo cieco. Da un punto di vista organizzativo sono vasi molto simili alle vene, caratterizzati da endotelio, parete muscolare e avventizia. Non esiste un “cuore linfatico” che funge da motore della linfa.
Caratteristiche del sistema linfatico
La linfa è di colore opaco lattescente, presenta elementi cellulari come linfociti e macrofagi. Non vi si trovano globuli rossi, sono presenti solo in caso di una rottura vascolare.
Il sistema linfatico si distribuisce in due grandi settori: uno comprende gli arti inferiori e tutta la zona di sinistra compresa la parte del torace collo e testa, l’ altro settore è la parte di destra che si ferma al torace alto di destra. I vasi di sinistra si collegano al dotto toracico che assomiglia ad una vena e si trova in rapporto con l’aorta, decorre verso l’alto e si va ad aprire nell’angolo congiungente della vena giugulare e succlavia. L’altro settore si appoggia a diversi dotti linfatici destri che si aprono tra la vena giugulare e succlavia destra.
I vasi linfatici presentano delle valvole a coda di rondine come quelle dei vasi venosi, nei vasi linfatici però sono molto più numerose. La circolazione linfatica per molto tempo si è creduta appoggiata solo da meccanismi passivi come la propulsione data dalla muscolatura scheletrica. In realtà l’elemento propulsore della linfa è dato dalla muscolatura dei vasi stessi.
Funzioni del sistema linfatico
I capillari linfatici sono caratterizzati da un inizio a fondo cieco. Hanno il compito di drenare le componenti fluide che non sono state drenate dal sistema sanguigno ed hanno un’alta permeabilità . Non c’è nessun rapporto diretto tra il capillare linfatico e quello sanguigno. La presenza di questo sistema è fondamentale perché soltanto il 70% delle componenti fluide rientra nel sistema venoso, di conseguenza, senza il capillare linfatico, avremmo un accumulo di liquido interstiziale. Quando questo accade si parla di edema.
I vasi linfatici devono, quindi, raccogliere quel 30% di massa fluida. Inoltre il drenaggio che opera il sistema linfatico a livello capillare evita che detriti cellulari macroscopici che non possono reinserirsi capillari sanguigni (per via della loro impermeabilità ) rimangano bloccati. Permettono, cioè, l’ingresso delle cellule leucocitarie, i monociti (unità circolanti) che una volta fuoriusciti dalla circolazione sanguigna per il monitoraggio diventa macrofago e al termine del suo compito non può rientrare nella circolazione sanguigna. Tutti i sistemi leucocitari che si trovano nei sistemi interstiziali non possono riprendere la via sanguigna immediatamente ma devono prendere il sistema linfatico per poi da questo reimmettersi nel circolo sanguigno.
I linfonodi
Lungo il decorso dei vasi linfatici troviamo delle masse parenchimatose chiamate linfonodi che sono in stretta connessione con l’albero linfatico. I vasi linfatici fanno percolare la linfa nei linfonodi. Dentro questi troviamo macrofagi, linfociti T e linfociti B, il linfonodo rappresenta una stazione di difesa batterica e virale.
Ci sono tantissimi linfonodi lungo tutta l’arborizzazione vascolare, sono distinti in profondi e superficiali. Molti linfonodi profondi sono associati a grandi vasi, come l’aorta, mentre quelli superficiali sono poi quelli palpabili, per esempio nella zona ascellare e inguinale. La superficialità dei linfonodi genera situazioni algiche, quando si infiammano, proprio per la loro vicinanza alle ossa, per esempio della mandibola, nel caso dei linfonodi della gola.
Il vaso linfatico a livello dell’intestino è un vaso di assistenza all’assorbimento di micelle lipidiche (chilomicroni) che sono inglobati da una retina proteica che è troppo grande per farla passare attraverso i capillari sanguigni. Per la presenza di queste sostanze si presenta lattescente nelle fasi prandiali e postprandiali.
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Fonti: Anatomia umana di Kenneth S. Saladin, edizioni Piccin