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Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)

La PCOS (sindrome dell’ovaio policistico) è molto diffusa tra le donne in età fertile ed è la più frequente causa di infertilità. Pur manifestandosi in maniera eterogenea in chi ne è affetto, la diagnosi di PCOS è sempre basata sul riscontro di almeno due di queste condizioni: iperandrogenismo, ovvero un aumento degli androgeni circolanti nel sangue e/o la presenza di acne, irsutismo o alopecia, oligo/anovulazione, cioè la riduzione del numero di ovulazioni o la loro mancanza; a ciò consegue oligo/amenorrea, che si esprime con allungamento del periodo tra due cicli mestruali o l’assenza di mestruazioni e quindi con problemi di fertilità, e la presenza di cisti ovariche all’esame ecografico.

Alterazioni caratteristiche della PCOS

Valutabili mediante prelievo di sangue, sono l’aumentato rapporto LH/FSH, livelli superiori alla norma di ormoni androgeni quali testosterone, deidroepiandrosterone, delta4androstenedione, di 17idrossiprogesterone e, talvolta, anche di prolattina.

L’aspetto più rilevante e spesso trascurato della sindrome dell’ovaio policistico è il fatto che questa sindrome riguarda l’organismo nel suo complesso e non è una patologia di sola pertinenza ovarica. In particolare, è nota una forte associazione tra PCOS, insulino-resistenza, sovrappeso ed aumento del grasso addominale.

L’insulino resistenza è una condizione caratterizzata dal fatto che le cellule non rispondono al segnale mandato dell’insulina di captare il glucosio in circolo, con conseguente iperglicemia ed iperinsulinemia. La presenza di insulino-resistenza viene valutata mediante il dosaggio della glicemia e dell’insulina basali e dopo carico orale di glucosio e grazie al calcolo dell’ indice HOMA.

Patogenesi

La PCOS è caratterizzata da un’alterazione nelle quantità e nella regolazione di una miriade di ormoni, non solo ovarici, e non è ancora chiara la causa in grado di innescare il circolo vizioso che va a scompaginare l’equilibrio ormonale della donna con PCOS.

Senz’altro, livelli aumentati di androgeni di origine ovarica e/o surrenalica stimolano il tessuto adiposo a produrre in maniera sregolata l’estrone, un estrogeno. Questo favorisce la produzione di LH rispetto all’FSH e, così,  impedisce la maturazione degli ovociti e l’ovulazione. Inoltre, gli alti livelli di LH stimolano ancor più a livello ovarico la produzione di androgeni, perpetuando il circolo.

L’insulino-resistenza stessa, causa e conseguenza di quello stesso grasso addominale che produce l’estrone, è uno stimolo per l’aumento dei livelli di androgeni nel sangue, in particolare perchè riduce i livelli di SHBG (sex hormone binding globulin), la proteina che lega il testosterone.

Conseguenze della Sindrome dell’ovaio policistico

La PCOS è responsabile di inestetismi quali acne ed irsutismo, seppure in forma variabile da donna a donna, ed è un importante motivo di infertilità.

La sindrome dell’ovaio policistico,inoltre, a causa dell’insulino-resistenza, si associa ad un forte aumento del rischio di sindrome metabolica con dislipidemia, obesità, problemi caradiovascolari, diabete mellito. L’anovulazione cronica tipica della sindrome dell’ovaio policistico aumenta anche il rischio di carcinoma dell’endometrio, per cronica proliferazione della sua mucosa.

Terapie

La prima terapia della PCOS deve essere la correzione dello stile di vita, al fine di ridurre l’insulino-resistenza. È quindi fondamentale, soprattutto in caso di sovrappeso e di insulino-resistenza, adottare un’alimentazione equilibrata e praticare una leggera attività fisica, per raggiungere un BMI (body mass index) ottimale e migliorare il profilo metabolico. I benefici riguarderanno l’organismo nella sua globalità.

La pillola estroprogestinica è la terapia farmacologica più utilizzata. Essa inibisce la funzionalità ovarica, in modo da ridurre la produzione ovarica di androgeni e regola i cicli mestruali. Alcune pillole contengono inoltre progestinici specificamente antiandrogeni, come il ciproterone acetato e il drospirenone.

La pillola, però non agisce sul versante metabolico della PCOS o può, adirittura, peggiorarlo.

Per questo, in caso di insulino-resistenza, è indicato l’uso di farmaci insulinosensibilizzanti, come la metformina. Il beneficio apportato dalla metformina consiste in una riduzione della insulinemia con conseguente miglioramento dell’ovulazione.

Integrazione con inositolo

Anche l’inositolo, sottoforma di Myo-inositolo e del suo derivato, il D-chiroinositolo, può essere un valido alleato nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico. L’inositolo è un poliolo con molteplici funzioni, ma è interessante sapere che esso agisce, nella cura della PCOS, su due fronti: sia direttamente sull’ovaio, sia sull’insulino-resistenza. Il razionale dell’integrazione con inositolo nella PCOS risiede nel fatto che alcuni studi hanno messo in luce un’alterazione nel metabolismo degli inositoli nelle donne con PCOS.

In particolare, nell’ovaio delle donne affette da PCOS, il rapporto tra le concentrazioni di Myo-inositolo, che è la forma di inositolo ovarico prevalente, e D-chiroinositolo è ridotto. Ciò è provocato da un aumento della conversione del Myo-inositolo in D-chiroinositolo ad opera dell’enzima esterasi, che viene attivato dall’insulina. La riduzione del Myo-inositolo ovarico è alla base della minore qualità degli ovociti nella sindrome dell’ovaio policistico.

Inoltre, sia il Myo-inositolo che il D-chiroinositolo sono implicati nella via di segnalazione dell’insulina e un loro deficit è spesso presente nella sindrome dell’ovaio policistico. La loro assunzione è perciò in grado di migliorare anche il quadro di insulino-resistenza.

Gli studi hanno dimostrato come la migliore integrazione di inositolo per la cura della PCOS sia basata sulla assunzione combinata di Myo-inositolo e D-chiroinositolo in rapporto fisiologico 40:1. Questo trattamento favorisce l’ovulazione, migliorando l’assetto ormonale, la dislipidemia e l’insulino-resistenza, riducendo il rischio cardiovascolare e aumentando la fertilità ed è un aiuto anche nelle tecniche di PMA (procreazione medicalmente assistita).

La virtù dell’inositolo è la sua capacità di andare ad agire favorendo il riequilibrio dei sistemi ormonali, assecondando la fisiologia della donna, praticamente in assenza di effetti collaterali.

Fonti

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