La Sindrome di Sjogren è una patologia autoimmune che colpisce le ghiandole. Il sistema immunitario di un individuo affetto non riconosce le ghiandole come componente fisiologica dell’organismo e le attacca generando un fenomeno di infiammazione. Il tutto può accadere, per esempio, a livello delle ghiandole salivari, lacrimali, sudoripare, con conseguente malfunzionamento delle stesse e scarsa o assente produzione di secreto.
Questa malattia fu descritta per la prima volta da un medico svedese di nome Henrik Sjogren, da cui il nome della patologia[1]. Inizialmente questa malattia venne descritta in associazione ad altre problematiche autoimmuni, come l’artrite reumatoide, ma successivamente fu visto che può manifestarsi anche da sola.
La malattia insorge soprattutto a carico delle donne, per le quali è stata stimata un’incidenza superiore anche di 10 volte rispetto agli uomini. Studi epidemiologici hanno determinato che questa patologia si manifesta più raramente in Europa, dove ha un’incidenza inferiore a 4 casi su 10.000 abitanti che rappresenta la soglia per cui una determinata patologia può essere considerata rara[2]. La fascia di età maggiormente colpita è compresa tra 45 e 60 anni.
La sindrome di Sjogren può essere classificata come primaria o secondaria. Quella primaria si manifesta da sola colpendo le ghiandole e potendo avere o meno implicazioni sistemiche. La sindrome secondaria, invece, si manifesta in associazione con altre patologie, come possono essere:
- artrite reumatoide;
- Lupus Eritematoso Sistemico;
- sclerodermia;
- vasculiti.
Cause
La Sindrome di Sjogren come detto è una patologia autoimmune, in cui le cellule del sistema immunitario attaccano delle componenti fisiologiche del nostro organismo, in questo caso le ghiandole. Questa azione può essere mediata o eseguita da:
Queste cellule si accumulano in prossimità delle ghiandole generando un infiltrato infiammatorio che causerà poi la distruzione del tessuto. La formazione di immunocomplessi è uno dei meccanismi fisiopatologici alla base della sindrome. Questi immunocomplessi possono anche determinare complicanze a livello renale e polmonare. Le cause di questa malattia non sono ancora state chiarite, ma si pensa possa essere causata da fattori genetici e virali. In realtà, la predisposizione genetica sembra risultare fondamentale affinché un’infezione virale possa scatenare la patologia, pertanto questi fattori devono essere considerati entrambi. Il tipo di virus responsabile della malattia non è stato ancora individuato, ma potrebbero essere coinvolti i virus di Epstein Barr ed i Citomegalovirus.
Componente genetica
I geni maggiormente coinvolti nella predisposizione sembrano essere i seguenti: HLA-DRw52 e HLA-DR3. Un ruolo dei Toll-like Receptor sembra essere importante per l’avvento di Sjogren. In particolare è stato evidenziato che l’attivazione di TLR-3 può portare a un’ipo-funzionalità delle cellule della ghiandola salivare, apoptosi delle stesse e incremento di produzione di autoantigeni che possono innescare la reazione auto-immune[3].
In alcuni casi sembra che la presenza della sindrome possa determinare la comparsa di linfomi e gli eventi che possono scatenarli sono in fase di studio. Per esempio è stato evidenziato che la produzione dell’isoforma 13 del TNF, un recettore importante per l’attivazione dei linfociti B, sia maggiormente attivo nei pazienti con sindrome di Sjogren. Questo, pertanto, potrebbe essere uno degli eventi scatenanti di un linfoma. Anche i livelli della chemochina CXCL13, coinvolta anch’essa nella maturazione dei linfociti B sono particolarmente elevati nei pazienti con Sjogren, e quindi può essere un ulteriore responsabile dell’avvento di linfoma[3].
Sintomi
La sintomatologia può emergere attraverso secchezza alla bocca e agli occhi. La secchezza boccale può, a sua volta, provocare ulteriori problemi come:
- voce rauca;
- difficolta a ingoiare;
- carie e malattie gengivali;
- difficoltà a parlare;
- ghiandole salivari gonfie;
- infezioni fungine.
La secchezza agli occhi può essere accompagnata da:
- bruciore;
- prurito;
- sensibilità alla luce;
- sensazione di avere sabbia negli occhi;
- secrezioni mucose.
Sintomatologia di natura diversa può anch’essa comparire portando a:
- pelle secca;
- stanchezza e fatica;
- dolore muscolare;
- infiammazione dei vasi sanguigni;
- difficoltà di concentrazione;
- parestesie;
- astenie;
- vasculiti cutanee[4, 5].
Tuttavia una panoramica più dettagliata sulla sintomatologia che caratterizza questa patologia è ben illustrata nel seguente articolo: Sjögren syndrome
Diagnosi
La diagnosi della patologia può avvenire per mezzo di varie strategie. Un esame oftalmologico può essere importante. Questi esami comprendono vari test, tra cui:
- il test di Schirmer;
- il test del Rosa Bengala.
Il primo test permette di effettuare una valutazione nella produzione delle lacrime. Il secondo test invece rivela danni alla cornea e/o alla congiuntiva. Il break-up time test viene utilizzato colorando la connettiva con fluoresceina ed osservando un eventuale danno con una lampada a fessura[6]. Un semplice esame del sangue può essere utile a determinare il numero e la forma dei globuli bianchi. Attraverso un esame del sangue è anche possibile dosare la presenza di autoanticorpi, riduzioni nei livelli di proteine del complemento, crioglobuline, incremento di anticorpi anti-organo, ipergammaglobulineamia. Possono in questo modo essere osservati anche gli auto-anticorpi.
La Scintigrafia e la Scialografia sono delle tecniche radiologiche che consentono di osservare con un mezzo di contrasto le ghiandole salivari. La Scialometria è invece una tecnica che dosa il quantitativo di saliva prodotto nell’unità di tempo (6).
Trattamenti
I trattamenti per la sindrome di Sjogren attualmente sono mirati soprattutto al controllo dei sintomi. Infatti, non sono ancora presenti in pianta stabile in clinica, farmaci definibili come disease-modifying. Il controllo della sintomatologia comprende l’utilizzo di terapie topiche come ad esempio: lacrime artificiali, saliva artificiale, spray nasali, creme vaginali e creme per la pelle.
Possono essere somministrati degli stimolanti per secrezioni di lacrime e saliva, come caramelle oppure farmaci veri e propri come la Pilocarpina[6]. Per combattere la secchezza oculare possono essere utilizzati dei colliri. Farmaci anti-infaimmatori, come FANS (aspirina e ibuprofene) e Corticosteroidi (Prednisone) sono utili per ridurre la sintomatologia dolorosa e l’infiammazione.
L’utilizzo di immunosoppressori come la ciclosporina può contribuire a ridurre l’azione autoimmune alla base della patologia[7]. La ciclosporina può essere somministrata come collirio, per trattare anche la secchezza degli occhi oppure per via orale. Altri immunosoppressori utilizzati in clinica comprendono il Metotrexato, l’Azatioprina e la Ciclofosfamide[8]. Un farmaco biologico di nuova generazione, Ianalumab, il cui meccanismo d’azione è quello di inibire le cellule B, è in fase di studio (fase 2) ed ha riportato risultati promettenti[9]. Modulatori dell’attività delle cellule B utilizzate per trattare la malattia comprendono anche Rituximab e Belimumab[8].
Referenze
- La Sindrome di Sjögren: uno spettro di malattia e di sintomi che non si limita a ‘occhi secchi’ e ‘bocca secca’ – ails.it
- Qin et all. – Epidemiologia della sindrome di Sjogren primaria: revisione sistematica della letteratura e metaanalisi – animass.org
- Brito-Zeron et all. – Sjogren syndrome – nature.com
- Sindrome di Sjögren – humanitas.it
- Sindrome di Sjögren – issalute.it
- Sindrome di Sjögren – fisioterapiarubiera.com
- Sindrome di Sjögren – Diagnosi e Trattamento – my-personaltrainer.it
- Ask the Expert: What medications are used to treat Sjögren’s? – sjogrens.org
- Bowman J et all. – Safety and efficacy of subcutaneous ianalumab (VAY736) in patients with primary Sjogren’s syndrome: a randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 2b dose-finding trial – thelancet.com