Il regno animale è tanto vasto quanto affascinante e misterioso, non mancano infatti esempi di interazioni o comportamenti veramente particolari. Facciamo dunque una panoramica su chi sono e da quali caratteristiche sono definiti i simbionti, i saprofiti ed i coprofagi.
Simbiosi
Il simbionte è un organismo che vive in un rapporto obbligato con un altro organismo, occupa un habitat formato dallo un ospite; tendenzialmente sia il simbionte che l’ospite traggono vantaggio da questo rapporto. Uno degli esempi più noti sono i licheni.
Coralli: uno dei più classici esempi di simbiosi. I coralli (celenterati) stabiliscono simbiosi con alghe (zooxantelle) da cui ricavano zuccheri. Il vantaggio dell’alga è l’alta abbondanza di CO2 prodotta dal corallo. L’anidride carbonica essendo prontamente consumata evita l’acidificazione dell’ambiente in cui il corallo vive che potrebbe compromettere la struttura del suo scheletro calcareo.
Nel mutualismo organismi di specie differenti interagiscono per avere un vantaggio reciproco. Non c’è il contatto fisico che c’è nella simbiosi. Spesso il mutualismo è usato per combattere il parassitismo. Un esempio sono le 45 specie diverse di pesci pulitori che nutrendosi dei parassiti di pesci più grossi forniscono un vantaggio ad entrambe le popolazioni; i pesci pulitori si nutrono mentre i pesci più grossi vengono ripuliti. Le remore vivono stabilmente a contatto con un pesce di grosse dimensioni. Alcuni animali imitano cromaticamente e morfologicamente queste specie per avvicinare pesci più grossi e strappare brandelli di carne.
Altri esempi di mutualismo: alcuni scarafaggi scavano dei tunnel nei quali possono crescere delle specie di funghi le cui spore sono portate dalle antenne degli scarafaggi stessi; gli scarafaggi si nutrono poi dello stesso fungo.
Saprofiti
Decompositori e detritivori utilizzano la sostanza organica morta o in decomposizione e quindi non sono in grado di influenzare il tasso di produzione della materia di cui si nutrono. La loro sopravvivenza dipende da forze esterne al loro controllo. Sono organismi in grado di sintetizzare sostanze inorganiche da sostanze organiche.
Decompositori
I primi ad attaccare la risorsa, tendenzialmente sono batteri e funghi. Le fonti di cibo sono animali o piante morte (o parte di essi). Dopo la morte la cellula va in autolisi e quindi una carcassa libera zuccheri e aminoacidi. Batteri e funghi si nutrono prima di zuccheri, poi di amidi, poi aminoacidi, cellulosa, lignina, suberina e infine chitina. La totale decomposizione è attuata dalla successione di microrganismi diversi.
Microbivori: organismi che si nutrono della microflora decompositrice. Ad esempio, i nematodi che si nutrono di batteri ma escludono dalla dieta i detriti.
Detritivori
Sono tutti animali superiori come insetti, lombrichi o crostacei che si nutrono di sostanza organica morta. Molti detritivori vivono generalmente in acqua cosicché possano sfruttare a loro vantaggio la caduta delle foglie degli alberi nei torrenti, queste poi verranno frantumate fino a che la sostanza organica diventi particolata e si disciolga in acqua.
L’aerazione provocata dai detritivori che scavano nelle carcasse favorisce il proliferamento dei decompositori.
Coprofagi
Animali che si nutrono delle feci di invertebrati. Alcuni esempi sono i Cladoceri o le larve di Chironomidi. I Chironomidi sono rossi perché vivendo in ambienti poveri di ossigeno sono ricchi di emoglobina. Non ci sono organismi specializzati nel nutrirsi di feci di grandi carnivori, ci sono invece organismi che si nutrono esclusivamente di feci di grandi erbivori.
Gli scarabei stercorari iniettano le loro larve nelle feci per farle crescere. Gli scarafaggi seppellitori hanno chemiorecettori per trovare carcasse fresche e nasconderle sotterrandole.
Fonte: Elementi di ecologia, di Thomas M. Smith e Robert L. Smith. Pearson editore.