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Sigarette elettroniche: pro e contro per la salute

La sigaretta elettronica (nota anche come e-cig=electronical cigarette) è un dispositivo progettato per sostituire i classici sistemi che permettono di fumare i derivati del tabacco, quali sigarette, sigari e pipe. Le sigarette elettroniche contengono variabili quantità di nicotina, che vaporizzata in una miscela di acqua, glicerolo e glicole propilenico, viene immessa nell’apparato respiratorio senza una precedente combustione di tabacco.

Questi dispositivi sono spopolati negli ultimi anni soprattutto tra i ragazzi: il 5,2% di essi le utilizza abitualmente. Secondo dati ISTAT del 2021, il 2,8% della popolazione di età superiore ai 14 anni usa la sigaretta elettronica (3,0% tra i maschi e 1,9% tra le femmine); mentre, nel 2014, solo l’1,5% faceva uso di questi dispositivi[1].

Invenzione della sigaretta elettronica

Il primo brevetto depositato, ma mai realizzato, risale al 1965 e fu di Herbert A. Gilbert che la progettò con l’obiettivo di fornire una valida alternativa al tabacco. La sigaretta elettronica come la conosciamo oggi, però, è opera del farmacista cinese Hon Lik che, provato dalla morte del padre per un tumore ai polmoni dovuto al consumo di sigarette, nel 2003 sviluppa il primo prodotto commerciale a ultrasuoni. Il dispositivo viene immesso sul mercato asiatico dal Gruppo Golden Dragon, con il nome di Ruyan, che significa “quasi come il fumo”. A guadagnarsi il mercato europeo è stato invece Greg Carson nel 2006; in Italia la sigaretta elettronica prende piede più avanti, nel 2008[2].

Funzionamento e componenti

Esistono svariati tipi di sigaretta elettronica che differiscono per forma, resa e prestazione. ogni dispositivo si compone di più parti che possono essere vendute singolarmente o in appositi kit.

I principali costituenti della sigaretta elettronica sono:

  • serbatoio che contiene il liquido;
  • atomizzatore che trasforma il liquido in vapore;
  • batteria ricaricabile necessaria per il funzionamento del meccanismo.

La fonte di calore, sotto forma di atomizzatore, possiede una resistenza che induce la vaporizzazione cioè il riscaldamento della soluzione liquida aromatizzata contenuta all’interno della cartuccia. Il fumatore ottiene così uno sbuffo di gas caldo, inalato esattamente come il fumo prodotto dal tabacco.

Glicerolo e glicole propilenico possono essere miscelati tra loro con diversi rapporti 50/50, 30/70. Avere una maggiore quantità di glicerolo all’interno del liquido induce un aumento della densità con cui, però, non tutte le sigarette elettroniche sono compatibili. Grandi quantità di glicerolo comportano una maggiore quantità di vapore prodotto.

Gli aromi utilizzati sono solitamente di tipo alimentare con diverse aromatizzazioni:

  • classico gusto di tabacco;
  • cremoso;
  • fruttato;
  • mentolato.

La nicotina è una sostanza psicoattiva organica presente nelle solanacee (pomodoro, melanzana e peperone) e nel tabacco che induce dipendenza e assuefazione. Rilassamento, euforia momentanea e autocontrollo sono le principali sensazioni percepite subito dopo l’inalazione, ma l’effetto risulta essere di breve durata, in quanto l’organismo tramite fegato, polmoni e reni riesce a eliminarla in due ore. La nicotina, misurabile in mcg/ml, deve essere opportunamente indicata sulla confezione della sigaretta elettronica e oscilla tra 6 e 26mcg/ml. Alcuni modelli, invece, sono completamente privi di nicotina[3].

Pro e contro

Alcuni studi hanno dimostrato che l’utilizzo delle sigarette elettroniche fornisca la giusta quantità di nicotina di cui l’organismo dipendente ha bisogno. Aspirare, quindi, dal cilindro a forma di sigaretta -“svapare“-neologismo coniato appositamente per l’azione effettuata, potrebbe aiutare il fumatore. Questo perché la presenza del fumo fornisce un valida esperienza tattile, olfattiva e gustativa che coinvolge completamente il fumatore.

Uno studio pubblicato nel 2017, sull’Annals of Internal Medicine, ha confermato per la prima volta che, a distanza di soli sei mesi, abbandonare la sigaretta per utilizzare quella elettronica comporta una riduzione significativa delle sostanze cancerogene presenti nell’organismo[4].

Nonostante vengano pubblicizzate come prodotti sostitutivi e alternativi al tabacco, le prove a loro favore sono davvero deboli. Anzi, in Italia, il 19,6% di chi utilizzava e-cig è diventato, poi, anche fumatore[5].

Nonostante siano considerate innocue, le sigarette elettroniche sono molto pericolose:

  • possono causare problemi al sistema cardiovascolare;
  • le sostanze prodotte inducono deboli o moderati rischi di cancerogenicità;
  • il loro uso in gravidanza altera lo sviluppo fetale;
  • creano dipendenza (alterazione del comportamento che porta un’abitudine alla ricerca patologica e disperata del piacere);
  • inducono assuefazione (condizione per cui, in seguito a un uso frequente, l’organismo diventa resistente all’azione della sostanza assunta)
  • intossicazione per contatto accidentale con il liquido a base di nicotina contenuto nelle cartucce[6].

Tra le sostanze dannose contenute nelle sigarette elettroniche si annovera il glicole propilenico, un comune composto chimico costituito da un diolo e un doppio alcol. Usato da tempo nei fumogeni dell’industria del cinema o durante i concerti, è considerato generalmente sicuro anche se, l’uso prolungato, potrebbe indurre irritazioni delle vie aeree, tosse, asma e in rarissimi casi anche reniti. Il riscaldamento del suddetto composto in associazione alla glierina produce formaldeide e acetaldeide, che in dosi maggiori rispetto a quelle contenute nell’e-cig, sono annoverati come cancerogeni di classe I.

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Ad oggi, non si hanno molte prove riguardo la sicurezza delle sostanze usate come aromatizzanti. Anzi, il diacetile, aroma del burro, pur essendo sicuro da ingerire, se inalato per lunghi periodi, sembrerebbe indurre bronchiolite obliterante (infezione cronica secondaria a danno delle basse vie aeree).

Preoccupanti sono anche gli effetti del fumo passivo sui più giovani. Trovarsi vicino a un fumatore di e-cig aumenterebbe il rischio di fiato corto e bronchiti[7].

Potremmo quindi affermare che, pur non essendo certi dell’efficacia, per i fumatori accaniti la sigaretta elettronica potrebbe rappresentare un’alternativa di contenimento del danno indotto dalla dipendenza. I non-fumatori, invece, non dovrebbero sottovalutare il fatto che la sigaretta elettronica potrebbe risultare una fonte consistente di problematiche per la loro salute.

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Nuove strette

Considerate, dunque, inizialmente un valido aiuto per smettere di fumare, ad oggi, anche le sigarette elettroniche risultano essere dannose per la salute. Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che la bozza dei nuovi divieti per il fumo, incluse le sigarette elettroniche, sarebbe già pronta e dovrebbe entrare in vigore entro l’anno.

Lo stop comprenderebbe:

  • fermate all’aperto di metro, bus, treni e traghetti;
  • luoghi all’aperto in presenza di bambini e donne in gravidanza;
  • eliminazione di sale attrezzate per soli fumatori nei locali chiusi;
  • estensione del divieto ai prodotti non da fumo;
  • divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina[8].

Referenze

  1. ISTAT.it
  2. treccani.it
  3. Humanitassalute.it.
  4. Shahab L, Goniewicz ML. Nicotine, Carcinogen, and Toxin Exposure in Long-Term E-Cigarette and Nicotine Replacement Therapy Users: A Cross-sectional Study. Epub 2017 Feb 7.
  5. ISS.it
  6. OMS.it
  7. AIRC.it
  8. ANSA.it
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