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Serpenti velenosi in Italia: quali sono?

Diciamoci la verità: in quanto a serpenti velenosi, in Italia (e in Europa) siamo piuttosto fortunati. Tenendo conto che altrove gli incontri di questo tipo sono piuttosto frequenti e possono essere fatali (pensate all’Australia, all’Africa, all’Asia meridionale o all’America centrale), possiamo ritenerci privilegiati. Dalle nostre parti, una volta incappati in un serpente basta limitarsi a rispettare il suo spazio e ad evitarlo. Riconoscere la specie può comunque rivelarsi piuttosto utile ad evitare inutili e ridicole scene di panico.

Quanti serpenti velenosi esistono in Italia e quali sono?>

Quasi tutti avrete pensato alle vipere. E in effetti nel nostro paese, a seconda della zona, possiamo incontrare ben quattro specie di serpenti appartenenti alla famiglia dei viperidi (famiglia Viperidae) e al genere Vipera.

Leggi anche: Vipere italiane: come riconoscerle e quali sono

serpenti velenosi
Il marasso è la specie di vipera più diffusa a livello europeo

Tutte velenose, ma facilmente riconoscibili per la lunghezza contenuta e per le forme tozze del corpo, con il capo ben distinto dal resto. La più comune è ovviamente Vipera aspis, la vipera per antonomasia universalmente conosciuta, diffusa in tutta la penisola e in Sicilia ma non in Sardegna.

Nonostante la pessima fama, si tratta di un serpentello che molto raramente raggiunge gli 80 cm di lunghezza e risulta così molto più piccolo di altre specie innocue ma ben più lunghe, come il biacco (Hierophis viridiflavus), il saettone (Zamenis longissimus) il cervone (Elaphe quatuorlineata) o una qualunque biscia (Natrix sp.).

Presenta un colore di fondo che va dal marrone chiaro al grigiastro, con un disegno geometrico scuro. A volte ci si può imbattere in esemplari quasi del tutto neri (melanotici) o completamente neri (melanici). Il capo è triangolare e ricoperto da piccole squame, e la pupilla ha forma di fessura verticale. Insomma, confondere la vipera con un colubride qualsiasi è piuttosto difficile anche per un profano.

Vipera berus, detta comunemente marasso, è la vipera più diffusa in Eurasia e nel nostro paese può essere incontrata solo nella porzione più settentrionale. Lunga poco più della vipera comune, presenta una livrea di fondo bruna con una striatura a zig-zag nerastra. Un colore simile è posseduto anche da Vipera ursinii, che nel nostro paese si trova solo in alcune zone dell’Appennino centrale, dove è sempre più rara. Un po’ più tendente al marrone rispetto alle altre vipere, è senza dubbio la vipera più corta fra quelle rinvenibili in Italia: la lunghezza media si attesta sul mezzo metro.

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La vipera dal corno è senza dubbio la più velenosa vipera europea

Chiudiamo infine con la vipera dal corno, Vipera ammodytes, senza dubbio la specie più pericolosa fra le quattro presenti da noi. Caratterizzata anch’essa da un disegno geometrico di fondo, presenta un inconfondibile piccolo corno sul muso. In Italia è presente solo nella porzione nord-orientale delle Alpi, e il suo morso è considerevolmente più velenoso di quello delle altre vipere nostrane.

Conoscere questi serpenti significa girare al largo ed evitare di infastidirli, e non afferrare il primo bastone a portata di mano per porre fine alle loro esistenze, come fanno in molti. Tutte le vipere nostrane, fra l’altro, hanno un carattere timido e schivo. Fuggono sempre dal pericolo e mordono solo se non hanno altra scelta: dopotutto il loro veleno è principalmente un’arma di offesa, usata per uccidere le piccole prede di cui si nutrono.

Le vipere presentano una dentizione solenoglifa, altamente specializzata per un’efficiente inoculazione del veleno, con due grandi zanne velenifere scanalate che, all’apertura della bocca, vengono protese in avanti. Diverso il discorso per l’altra specie di serpente velenoso presente sul nostro territorio, il colubro lacertino (Malpolon monspessulanus). Ebbene sì, non ci sono solo le vipere. Questa specie, che nel nostro paese può essere incontrata solo in Liguria occidentale, è completamente diversa dalle vipere (appartiene infatti alla famiglia Lamprophiidae). Presenta un colore piuttosto omogeneo, che può essere brunastro, olivastro o nerastro, con testa ovale e grandi pupille rotonde.

Un’estensione laterale delle squame cefaliche (poste sul capo, sopra gli occhi) forma inspessimenti simili a sopracciglia, donando a questa specie uno sguardo fiero e particolarmente penetrante. Anche le dimensioni sono molto diverse da quelle delle vipere, con alcuni esemplari che possono raggiungere i due metri di lunghezza. Il colubro lacertino non rappresenta comunque in nessun modo una minaccia, poiché è dotato di un veleno non molto potente e riesce difficilmente a inocularlo con un morso.

Questo serpente è dotato di una dentizione opistoglifa, con denti veleniferi non grandi come quelli delle vipere, non mobili e posti nella parte inferiore della mascella. Ciò significa che questo serpente usa il suo veleno quasi esclusivamente nella caccia e durante la deglutizione delle prede.

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Il colubro lacertino presenta squame cefaliche appiattite sopra gli occhi, che donano a questo serpente uno sguardo particolarmente penetrante

Pensare ai nostri serpenti velenosi nostrani come ad animali potenzialmente letali sarebbe fuorviante, il veleno non è minimamente paragonabile a quello di alcune specie di serpenti presenti in altre zone del mondo. Una persona di mezza età, di sana e robusta costituzione, non dovrebbe riportare conseguenze troppo pesanti dopo un morso e ricorrere alle cure di rito dovrebbe bastare per scongiurare ogni rischio.

Discorso diverso per bambini, anziani, animali domestici e per chiunque soffra di allergie particolari per una qualche componente del veleno. Per ridurre al minimo il rischio di essere morsi, tuttavia, basta seguire semplici regole. Questi serpenti sono attivi nella bella stagione, e li si ritrova nelle zone calde e assolate così come talvolta in boschi e aree cespugliose. Per evitare spiacevoli inconvenienti, quando si va a camminare nella natura dovrebbero tutti usare scarponcini da trekking e calzettoni spessi. Ponete inoltre attenzione a dove mettete i piedi, perché i serpenti amano spesso restare immobili sul terreno.

E, cosa più importante, odiare queste creature non serve a nulla. I serpenti sono, come tutti gli altri animali, parte della natura e tessere importanti dell’equilibrio ambientale. La conoscenza è il primo passo verso il rispetto.

Immagine di copertina di Filippo Castellucci.

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