Fra tutti i mammiferi che popolano i nostri boschi, uno dei più celebri e importanti è indubbiamente lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris). Dopotutto, un incontro con questa creatura non si scorda facilmente. Eppure, nonostante sia conosciuto e generalmente amato, in pochi ne conoscono a fondo la biologia e hanno idea dell’importanza che può ricoprire nell’ecosistema forestale. Chiamato anche scoiattolo comune o scoiattolo eurasiatico, appartiene all’ordine dei roditori (Rodentia) e alla famiglia degli sciuridi (Sciuridae). Presenta un buon numero di sottospecie e una diffusione piuttosto ampia, con un areale che abbraccia praticamente tutta l’Europa e buona parte dell’Asia centro-settentrionale: Sciurus vulgaris si trova praticamente dalla Spagna fino al Giappone.
Come dice il suo nome, la sua pelliccia è di uno splendido fulvo-rossiccio con petto e ventre bianchi e una netta linea di demarcazione. Alcuni esemplari, comunque, possono presentare sfumature giallastre o grigiastre sui fianchi (queste ultime soprattutto in inverno).
Certi individui, infine, presentano una livrea bruno-nerastra: in certe zone l’incidenza di questi esemplari scuri sembra essere più frequente. Caratteristica distintiva di questo scoiattolo, infine, è la presenza di inconfondibili ciuffi di pelo sulle orecchie che gli danno un’aria decisamente sbarazzina. Lo scoiattolo rosso è un animale timido, silenzioso e discreto, dall’attività prettamente diurna.
Anche se ben presente sul territorio è molto difficile avvistarne uno, se non altro perchè si muove con una tale leggerezza che passa quasi sempre inosservato: un vero e proprio folletto, che c’è ma non si vede.
Alimentazione
Il suo spettro alimentare comprende soprattutto noci, nocciole, pinoli e castagne, ma anche frutta, bacche e, occasionalmente, piccoli invertebrati e uova. I suoi incisivi robusti, affilati e a crescita continua gli permettono di scardinare anche i gusci più coriacei.
Dove trovarlo?
E’ molto timoroso nei confronti dell’uomo, e popola soprattutto le foreste più fitte e tranquille: si può rinvenire nei boschi misti, ma predilige in particolare le conifere e si spinge anche in altura fino al limitare degli alberi. La tana viene ricavata in anfratti degli alberi, spesso sfruttando le cavità abbandonate dai picchi o altri uccelli, e viene imbottita di erba, foglie e muschio per renderla il più confortevole possibile.
Riproduzione
Avviene in primavera, ma in caso di condizioni particolarmente favorevoli possono esserci due nidiate: una all’inizio della primavera, l’altra nel mezzo dell’estate.
I maschi vengono attirati dall’odore delle femmine in estro, e competono fra loro in maniera non violenta: la femmina viene inseguita e infine “conquistata” dal più veloce e tenace.
Dopo una gravidanza di 38-39 giorni, vengono dati alla luce tre o quattro piccoli (occasionalmente fino a sei) nudi, sordi e ciechi. Ci vorranno circa tre settimane prima che mettano il pelo, e circa 40 giorni prima che lascino il nido. Tuttavia, possono continuare a poppare dalla madre fino a 8-10 settimane di età .
LongevitÃ
In inverno viene affrontato un periodo di scarsa attività (non proprio un letargo), durante il quale gli scoiattoli restano perlopiù a riposare all’interno della tana, al riparo dal freddo. Gli esemplari che superano il loro primo inverno hanno buone possibilità di sopravvivere, e l’età media in natura si attesta sui tre anni. Alcuni scoiattoli possono raggiungere i sette anni di vita, mentre in cattività questi animali possono vivere anche fino a dieci anni.
Predatori
I nemici naturali dello scoiattolo rosso sono parecchi, da alcuni rapaci (su tutti l’astore, che lo insegue nel folto nel fogliame) a svariati mammiferi predatori come la martora. Tuttavia, se le predazioni sono “preventivate” dalla natura, le attività umane sono la causa di maggiore mortalità e riduzione di questa specie.
Stato di conservazione
Sciurus vulgaris è classificato come “non a rischio” dalla IUCN, e ciò significa che a livello globale questo scoiattolo non è a rischio. Tuttavia, questa situazione di relativa tranquillità è dovuta soprattutto all’areale assai ampio: è innegabile che in alcune zone lo scoiattolo rosso sia in netta diminuzione.
La causa principale è la distruzione e/o la alterazione del suo habitat, fatto di foreste fitte e mature, tranquille e lontane da insediamenti umani. Lo scoiattolo rosso mal si adatta allo stretto contatto con l’uomo, ed esemplari “costretti” a subire questa vicinanza sono meno inclini a prosperare. Un triste ruolo lo svolgono anche i gatti domestici, che lasciati liberi di scorrazzare per campagne e boschi diventano una seria minaccia per lo scoiattolo rosso e per tutta la fauna selvatica.
Il problema delle specie aliene
Come se non bastasse, in molte zone d’Europa è stato introdotto deliberatamente lo scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis), una specie scelta per popolare parchi e giardini perchè più confidente e adattabile, più incline a scendere sul terreno e quindi più “ornamentale” dal punto di vista umano.
Lo scoiattolo grigio occupa a grandi linee la stessa nicchia ecologica del rosso (il che significa che ha un “ruolo” simile in natura), ma la sua maggiore versatilità lo ha reso un problema per lo scoiattolo nostrano. In parole povere, lo scoiattolo grigio compete per le stesse risorse del rosso ma lo fa meglio perchè può occupare habitat più vari e si riproduce con più facilità . Grazie a un opportunismo più spiccato, prolifera di più.
E in diverse zone ha praticamente soppiantato il congenere. Basti vedere la situazione delle isole britanniche, dove S. carolinensis ha quasi del tutto sostituito S. vulgaris, o ciò che sta accadendo in alcune zone d’Italia (Piemonte, Liguria, Umbria). Al di là di ogni congettura, è scientificamente provato che dove risulta presente lo scoiattolo grigio, il rosso soffre e arriva a cedere terreno.
In quanto fautori di questa (e molte altre) sgradevoli situazioni, sta all’uomo rimediare e salvaguardare (possibilmente in maniera non cruenta!) il benessere delle specie autoctone, nostro patrimonio faunistico.
Difendere lo scoiattolo rosso significa anche tutelare i boschi.
Durante la ricerca e la conservazione delle provviste per l’inverno, i “rossi” seppelliscono una gran quantità di semi, noci e nocciole. Molti di essi vengono dimenticati, e finiscono per germogliare. Ecco così che questa simpatica creatura si trasforma inconsapevolmente in giardiniere e favorisce la crescita delle foreste. Ma la natura è pure magia, romanticismo, e volendo possiamo vederla anche così: i boschi non sarebbero gli stessi senza questo elegante e grazioso folletto fulvo che si arrampica e salta di ramo in ramo. Proteggerlo è un dovere di chi ama la natura.