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Salmone atlantico (Salmo salar)

Biologia generale ed acquacoltura

Il termine salmone è generalmente usato per indicare i pesci della famiglia Salmonidae. A questo gruppo appartengono tuttavia diverse specie di pesci ossei di acqua marina e di acqua dolce, tra cui le trote ed i salmoni veri e propri. Questi ultimi sono diffusi in tutto l’emisfero boreale e contano diverse specie. In questo articolo vi parlerò in particolare di Salmo salar, anche noto come salmone atlantico, e scopriremo insieme quali sono le particolarità del suo ciclo vitale e perché non possiamo considerarlo uguale a tutti gli altri pesci ossei.

Morfologia generale di Salmo salar

Il salmone atlantico può raggiungere grandezze simili a quelle di un adolescente umano: un metro e mezzo in lunghezza e quasi 50 kg in peso.

Salmo salar è una specie anfialina: ciò significa che questo animale è adattato sia alla vita in mare che alla vita in acqua dolce. Infatti, Salmo salar vive in entrambi gli ambienti in momenti alterni a seconda dello stadio vitale in cui si trova.

Il corpo del salmone atlantico è schiacciato lateralmente e presenta una colorazione diversa a seconda dell’ambiente e in cui si trova:

  • argentano con ventre bianco in acqua marina (fig. 1A);
  • marrone/giallo (o rosso accesso nei maschi) in acqua dolce (fig. 1B).

In acqua marina, il dorso di Salmo salar è di colore argentato e sfuma in bianco nella parte ventrale. Sulla superficie laterale sono presenti anche dei puntini neri che si trovano sempre al di sopra della linea laterale[1]. La colorazione scura sul dorso e quella chiara del ventre permette all’animale di mimetizzarsi con l’ambiente circostante ed essere meno visibile ad eventuali predatori.

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Durante il periodo riproduttivo, invece, i salmoni risalgono la corrente dei fiumi per raggiungere il sito della deposizione delle uova: questa fase della loro vita porta anche ad un cambiamento del colore della livrea, che passa da argenteo a marrone/giallo. Gli esemplari maschi assumono un colorito più acceso e tendente al rosso, ma sono soggetti anche ad altri cambiamenti morfologici: la mascella si allunga a formare una sorta di uncino che dopo il periodo riproduttivo si ritira[1].

salmo salar livrea
Fig. 1 – Differenza tra livrea riproduttiva ai primi stadi di un maschio (sopra) e livrea in acqua marina di una femmina (sotto). (di Jesús Rodríguez Fernández, Flickr, CC BY-NC-ND 2.0)

Distribuzione ed habitat

Salmo salar è una specie di salmone che, come suggerisce il nome comune, vive nell’Oceano Atlantico: frequenta acque con temperature comprese tra i 2 e 9 °C ed è possibile pescarlo sia nelle zone artiche del nord che nelle zone temperate. La profondità preferita dal salmone atlantico è tra i 10 ed i 20 m, anche se potrebbe raggiungere profondità molto più alte, come i 200 m[1].

Biologia e ciclo vitale di Salmo salar

Riproduzione

Salmo salar può vivere sia in acqua salata che in acqua dolce, a seconda della fase vitale in cui si trova. Vediamo insieme quali sono le particolari di ciascuna fase.

La riproduzione avviene nei mesi di ottobre e novembre nei fiumi e nei laghi a basse profondità (tra 0,5 e 3 metri). L’accoppiamento non avviene con un singolo maschio ma con diversi maschi e dura 2-3 giorni. La maggior parte degli individui muore subito dopo la riproduzione e soltanto il 10-40% delle femmine fa ritorno in mare. Queste migreranno nuovamente verso i fiumi per deporre altre uova[1].

Una volta concluso l’accoppiamento e trovato il punto adatto per la deposizione, la femmina scava una piccola fossa nel fondale ghiaioso, chiamata redd. Ogni volta che la femmina si accoppia con un maschio diverso viene scavata una nuova depressione; la redd viene costruita in coppia con il partner che difende la femmina da eventuali aggressioni, poiché essa è molto vulnerabile durante questa fase.

Le femmine depongono tra le 8 000 e le 25 000 uova nella redd, le quali vengono poi coperte con un velo di ghiaia sottile per evitare che vengano trasportate via dalla corrente[1].

Parr, lo stadio giovanile in acque interne

Le uova si schiudono in primavera, dopo 70-60 giorni, ed i giovani individui (chiamati avannotti) sgusciano fuori dall’uovo con una sacca di tuorlo (o vitello) che fornirà loro il nutrimento per i primi giorni di vita (fig. 2A).

Quando il sacco di vitello sarà completamente riassorbito, gli animali prendono il nome di parr (fig. 2B) e dovranno incominciare a nutrirsi: il loro principale alimento saranno le larve di insetti, crostacei e piccoli pesci[2]. I parr permangono per un tempo variabile nel fiume, in media per 2-3 anni, ma possono sostare fino a 7. Durante l’inverno, si nascondono negli anfratti del fondale di laghi e di fiumi per evitare di essere una facile preda[1].

salmo salar giovani
Fig. 2 – Avannotto di salmone atlantico appena sgusciato dall’uovo (A) e giovani parr sul fondale di un fiume (B). (rispettivamente di Uwe Kils, CC BY-SA 3.0, e di Peter Steenstra, CC0; Wikimedia Commons)

Smolts, lo stadio giovanile in mare

Una volta che hanno le dimensioni adatte per migrare, i parr cominciano la discesa del fiume per raggiungere il mare. Durante questo viaggio, gli individui di Salmo salar sono sottoposti a diverse sfide ambientali, prime tra tutte il cambiamento della salinità. Per questo motivo, prima di muoversi verso il mare, i giovani parr subiscono una metamorfosi chiamata smoltificazione (in inglese smoltification), che porta dei cambiamenti di tipo fisiologico, morfologico e comportamentale. A questo punto, i salmoni prendono il nome di smolts[3].

La tolleranza della salinità marina è data da una riorganizzazione dei principali organi dell’animale, come branchie, reni e apparato digerente. Queste variazioni sono guidate da cambiamenti a livello ormonale. Una volta che la metamorfosi è completa, l’animale è perfettamente in grado di sopravvivere in modo efficiente in ambiente marino.

Anche se i rischi di essere prede in mare è molto più alto, è più alta anche la possibilità di crescere grazie alla presenza di più risorse. In mare, gli esemplari di Salmo salar si cibano di cefalopodi, gamberi e piccoli pesci[1].

Stadio adulto

Salmo salar rimane in mare aperto per almeno quattro anni e, al raggiungimento della maturità sessuale, risale la corrente dei fiumi per raggiungere lo stesso posto in cui sono nati[2]: essi si riproducono e depongono le uova nello stesso sito dove sono nati. Ma come fanno? Diversi studi suggeriscono che il salmone atlantico abbia un forte senso dell’olfatto che gli permette di seguire le tracce chimiche del fiume dal quale sono nati[1].

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Acquacoltura di Salmo salar

Salmo salar è una specie di notevole importanza nel mercato del pesce e, per soddisfarne la richiesta, è stato elaborato un complesso sistema di allevamento.

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Per poter far partire la produzione artificiale di salmone atlantico, è necessario selezionare i riproduttori dall’acquacoltura marina e spostarli in acqua dolce, così da imitare la naturale transizione dal mare al fiume. Da questi esemplari verranno poi estratte artificialmente le uova e gli spermi: l’animale è stordito con un colpo in testa e poi viene aperto ventralmente per l’estrazione dei gameti.

La fecondazione ha luogo in laboratorio e avviene unendo i gameti dei due sessi in un secchio. L’embrione viene incubato in dei vassoi fino a quando gli avannotti sgusceranno fuori dall’uovo. A questo punto, i giovani esemplari vengono trasferiti in delle vasche in vetro con un substrato di ghiaia che riproduce le condizioni naturali del fiume. In questa fase non c’è bisogno di fornire cibo artificiale agli avannotti perché il sacco che hanno sotto la pancia (sacco vitellino) gli fornisce tutto il nutrimento di cui hanno bisogno durante i primi giorni di vita.

Quando gli avannotti cominceranno a nuotare e passano allo stadio di parr devono essere nutriti per la prima volta con del cibo solido. I salmoni vengono quindi trasferiti in gabbie contenute all’interno di fiumi fin quando non subiscono il processo di smoltificazione[2].

Quando avrà raggiunto i 40-120 g di peso, lo smolt viene trasferito agli allevamenti marini. Prima di fare ciò, però, gli allevatori devono essere totalmente sicuri che, dopo lo spostamento, gli animali non moriranno per lo shock. A questo proposito gli smolts sono sottoposti a delle prove di tolleranza alla salinità per verificare che la smoltificazione sia avvenuta correttamente.

Gli allevamenti marini di Salmo salar consistono in delle gabbie formate da reti sospese di forma circolare o quadrata. Le dimensioni sono molto variabili ma esistono allevamenti che hanno gabbie con diametro addirittura di i 100 m. I siti marini non sono scelti a caso ma rispettano dei precisi parametri chimico-fisici: la temperatura, il pH e la salinità non possono essere trascurati. Altri fattori determinanti per la scelta dei siti sono la distanza da altri siti di allevamento o dagli stock naturali di salmoni[2].

A questo punto, i salmoni atlantici vengono messi all’ingrasso ed il loro principale nutrimento è l’olio di pesce ricavato dalla pesca industriale in Sud America. Questo alimento, però, non è affatto ecosostenibile, motivo per cui si sta investendo nella ricerca di un mangime vegetale che possa rimpiazzarlo.

Il mercato del pesce è molto esigente e ha alcuni parametri che devono essere soddisfatti. Uno di questi è il colore della carne del salmone, che deve essere rosa/rosso acceso. Questa caratteristica viene ottenuta facilmente aggiungendo alla dieta del salmone d’allevamento alimenti ricchi in carotenoidi, che aiutano il raggiungimento del colore desiderato[2].

Conclusioni

Salmo salar è un pesce con un ciclo vitale molto particolare e che ha bisogno di tempo per compiersi. Riflettendo per qualche secondo, si può facilmente realizzare come questo animale sia uno splendido esempio di evoluzione ed adattamento al proprio habitat. Molte specie di pesci, infatti, non sono in grado di sopravvivere neanche ad un minimo cambiamento della salinità ambientale, mentre il salmone atlantico passa dall’acqua dolce a quella salata (e viceversa) senza risentirne. La carne del salmone atlantico è molto pregiata ed è conosciuta in tutto il mondo per il suo particolare sapore. Per questo motivo, Salmo salar è soggetto alla pesca da parte dell’uomo che, in alcuni casi, può risultare eccessiva e mettere a rischio la sopravvivenza di questa specie. Gli allevamenti risolvono solo parzialmente l’impatto della pesca eccessiva, la quale rappresenta uno dei più grandi problemi delle forme di vita nel mercato ittico e che ad oggi non ha ancora trovato alcuna soluzione.

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Referenze

  1. Fish base – Salmo salar, the Atlantic salmon;
  2. FAO – Salmo salar, the Atlantic Salmon;
  3. McCormick, S. D., et al. (1998). Movement, migration, and smolting of Atlantic salmon (Salmo salar). Canadian Journal of Fisheries and Aquatic Sciences55(S1), 77-92.

Immagine di copertina di Walter Baxter, www.geograph.org.uk (CC BY-SA 2.0)

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