Nel 2001, il Governo Berlusconi II ha varato un decreto che ha di fatto sancito la proliferazione di ripetitori telefonici nelle nostre città. Essi servono per la ricezione dei nostri cellulari ed emettono radiazioni elettromagnetiche la cui densità e frequenza varia a secondo degli utenti connessi. Per effetto della Legge Gasparri, possono essere installati in ogni parte del territorio comunale, dunque tanto in zona residenziale quanto in zona industriale. Agli enti locali viene data ampia discrezionalità; sono loro a decidere dove possono essere installati.
Cosa prevede la Legge Gasparri
La legge fissa in 70 metri la distanza minima dei ripetitori dalle abitazioni e che chiama l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) a dare l’ok al posizionamento. Chi mette a disposizione un proprio terreno o un edificio, può godere di un canone annuale che si aggira intorno ai 25mila euro. Va comunque anche detto che il valore del terreno o del fabbricato perde valore di mercato a causa della presenza del ripetitore stesso.
Ripetitori telefonici in città: dai governi nessuna attenzione sul fenomeno
Grosse colpe ricadono anche sui Governi nazionali susseguitisi in questi anni, che non hanno migliorato le disposizioni in materia al fine di una maggiore protezione per i cittadini (ad esempio gli Stati Uniti hanno regolamentato le emissioni dei terminali telefonici fin dal 1997, così come di altri dispositivi in tempi diversi).
Come denunciò tempo fa il portale Medicina globale, anche il finanziamento della ricerca e della sperimentazione concernente i campi elettromagnetici, previsto dall’art. 4 comma 1, lett. b della legge stessa, è venuto meno e il primitivo stanziamento di circa l’1% dei proventi della gara per l’UMTS è stato dirottato per altri settori.
Addirittura è stato scoperto come in alcune città italiane le Chiese camuffano i ripetitori mediante crocifissi.
Danni alla salute dei ripetitori telefonici
Ma quali sono le conseguenze di queste antenne sulla salute umana? Sugli effetti che l’inquinamento elettromagnetico provoca a lungo termine, va detto che lo stato attuale delle conoscenze è ancora limitato. La comunità scientifica è ancora divisa e un compromesso raggiunto dai principali organismi internazionali della salute nel 2006 raccomanda cautela e precauzione in questo settore.
Ma nel campo della telefonia mobile, è sempre bene considerare il termine precauzione come sinonimo di pericolo. Del resto si dice che anche i cellulari non facciano male, eppure molte persone che fanno un uso smodato dei telefonini, si sono ritrovati un tumore benigno al cervello, alle orecchie o al mento.
Lo stesso effetto “a ombrello” dei ripetitori – ovvero che le onde elettromagnetiche ricadono a un tot di kilometri di distanza dall’antenna – con cui veniamo rassicurati ad ogni apparizione nelle nostre circostanze, è comunque fasulla. Perché anche se fosse così, saremmo comunque “colpiti” da ripetitori distanti.
Come difendersi dai ripetitori telefonici in città
E allora come possiamo difenderci? Il Codacons raccomanda il fatto che, quando riteniamo di essere in presenza di possibili situazioni a rischio, o dove si sospettino abuso di ufficio o violazione alle norme di legge in relazione all’impianto di ripetitori o altro, possiamo presentare degli esposti ai seguenti Enti: Ministero dell’Ambiente; Ministero della Sanità; ARPAC; Procura della Repubblica. Sperando che qualcuno ci dia retta…