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Ridurre le emissioni di gas serra: Siamo sulla strada giusta?

L’esito della conferenza sul clima che si è tenuta a Parigi lo scorso novembre (COP21) è chiaro: il mondo intero deve impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra come il diossido di carbonio (CO2) e limitare il riscaldamento globale a +2° rispetto all’era pre-industriale. Come si stanno attrezzando l’Europa e l’Italia, e quali scopi ci siamo posti a breve e lungo termine per decarbonizzare l’economia continuando a fornire l’energia, i prodotti e i servizi di cui oggigiorno non possiamo fare a meno?

La combustione di fonti fossili come il carbone, l’olio e il gas naturale rilascia grandi quantità di CO2 nell’atmosfera. I combustibili fossili provengono da materiale organico come alberi e altra vegetazione – ricchi in carbonio – cresciuto sulla superficie terrestre e poi sepolto milioni di anni fa. Senza l’intervento dell’uomo e le operazioni di estrazione di questi materiali, parte del carbonio sequestrato sotto la superficie terrestre giacerebbe oggi ancora lì, indisturbato.

La rivoluzione industriale e il largo utilizzo di combustibili fossili hanno, secondo alcuni esperti, fatto sì che si creassero degli squilibri nel naturale ciclo di rilascio e riassorbimento del carbonio che coinvolge piante, oceani e atmosfera terrestre. Una concentrazione maggiore di CO2 nell’atmosfera causa il cosiddetto effetto serra: CO2 e altri gas lasciano passare la radiazione solare ma intrappolano il calore, funzionando di fatto come un isolante globale e causando l’aumento delle temperature.

Quali sono allora le soluzioni?

Alcuni combustibili fossili, come ad esempio il gas naturale, contengono meno carbonio e andrebbero preferiti alla lignite, un tipo di carbon fossile economicamente più conveniente ma più dannoso per l’ambiente. Un’altra soluzione potrebbe essere l’utilizzo di tecniche cattura-CO2 per sequestrare il gas serra prodotto dalle industrie e pomparlo sotto terra. Un rimedio a lungo termine sarebbe invece sviluppare nuove tecnologie per rendere la produzione industriale sempre più efficiente e tagliare la domanda di combustibili fossili, cercare nuove fonti energetiche e fare sempre più affidamento sulle energie rinnovabili.

L’Unione Europea (UE) è attualmente l’economia più carbon-efficient del mondo, dove la crescita economia va al passo con la riduzione dell’emissione di gas serra. L’UE genera più della metà della sua elettricità senza usare tecnologie che producano gas serra ed ha intenzione di produrre il 20% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2020 (29% entro il 2030 e 60% entro l’anno 2050).

L’Italia ha invece un obiettivo più modesto: generare il 17% dell’energia dalle rinnovabili entro i prossimi 4 anni.

L’impegno del nostro paese è già risultato in una riduzione delle emissioni del 22% nel periodo tra il 2005 e il 2014. Non male, anche se l’Italia può contare in media su meno fondi pubblici assegnati a ricerca e innovazione nel campo dell’energia e della salvaguardia dell’ambiente, rispetto ad altri paesi europei come la Francia e la Germania.

Riusciranno le nostre nazioni a mantenere la parola? Ma soprattutto, basterà ad evitare di vivere in un mondo sempre più caldo ed in balia di eventi climatici estremi?

  • Fonti: Power generation technologies, Second edition 2014, Paul Breeze; Communication from the Commission to the European Parliament, the Council, the European Economic and Social Committee, the Committee of the Regions and the European Investment Bank – State of the Energy Union 2015 and Country Factsheet Italy, 18/11/15.
  • Link utili: https://it.wikipedia.org/wiki
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