Chi ama gustare i frutti di mare freschi direttamente dalla mano del pescatore lo sa: si mangia solo il riccio femmina. Come si fa a riconoscere il riccio maschio dalla femmina? Che valore scientifico ha questa affermazione? Facciamo un’analisi a tutto tondo sui ricci di mare.
Ricci di mare: Si mangia il maschio o la femmina?
Uno degli errori più comuni a cui noi naturalisti inorridiamo, oltre alla classica confusione tra polpo e polipo, è la famosa diatriba culinaria sui ricci di mare. Il pescatore convinto proclama “si mangia solo il riccio femmina”. E’ corretto?
Il riccio di mare ”femmina”
Quello che comunemente viene chiamato “riccio femmina” o “riccio viola” è un echinoderma della specie Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816)
Classificazione
- Regno Animalia
- Phylum Echinodermata
- Classe Echinoidea
- Famiglia Parechinidae
- Genere Paracentrotus
- Specie Paracentrotus lividus
P. lividus distribuito su tutte le coste del Mediterraneo e parte delle coste atlantiche, predilige fondali rocciosi ricoperti di alghe e praterie di Posidonia oceanica. Si presenta con un dermascheletro leggermente depresso, aculei robusti e non fitti, la colorazione è variabile dal rossastro-bruno al violaceo.
E’ una specie sciafila, poco amante della luce, attiva soprattutto di notte quando pascola in cerca di alghe o di Posidonia oceanica. I sessi sono separati ma non esiste dimorfismo sessuale, risulta quindi impossibile riconoscere da una semplice osservazione l’individuo maschile da quello femminile. Di P. lividus vengono mangiate le gonadi, arancioni e di grandi dimensioni, sono considerate una vera e propria prelibatezza tipica di alcuni paesi latini come Italia, Spagna e Francia.
Il riccio di mare ”maschio”
Quello che nella tradizione popolare viene invece chiamato “riccio maschio” è l’echinoderma appartenente alla specie Arbacia lixula (Linnaeus, 1758).
Classificazione
- Regno Animalia
- Phylum Echinodermata
- Classe Echinoidea
- Famiglia Arbaciidae
- Genere Arbacia
- Specie Arbacia lixula
A. lixula ha un corpo sferico, più compresso rispetto a P. lividus, i suoi aculei sono più lunghi e numerosi, di colore nero. Anche in questo caso i sessi sono separati e non riconoscibili esternamente, la riproduzione avviene mediante liberazione dei gameti in acqua con successiva fecondazione.
E’ chiaro, da quanto detto, che per entrambe le specie di ricci di mare esiste sia il sesso maschile che femminile, non riconoscibili però da una semplice osservazione.
Da dove nasce l’errata convinzione di mangiare solo gli individui femminili?
In realtà si mangia solo P. lividus, chiamato “riccio femmina” probabilmente per il fatto che possiede delle gonadi più grosse, quindi considerate più produttive, rispetto a quelle di A. lixula. Svelato l’arcano, nulla ha quindi a che vedere con i sessi, ma a una credenza popolare nata dall’osservazione delle diverse gonadi dei due ricci di mare.
Bisogna ricordare che in molte zone italiane P. lividus spesso è sottoposto a un prelievo indiscriminato, per questo motivo la sua raccolta è regolamentata da un decreto ministeriale che ne disciplina i tempi e le modalità sia per la pesca professionale che sportiva. I ricci di mare infatti, essendo degli attivi brucatori, rivestano un importante ruolo ecologico nel delicato equilibrio dell’ambiente marino: una diminuzione della popolazione di questi echinodermi può portare a una proliferazione algale, così come una loro sovrappopolazione può portare a fondali poveri di vegetazione (barren sites), con conseguente scomparsa di biodiversità.
Bibliografia
- B. Bacetti, C. Bedini et al., Lineamenti di zoologia sistematica, Zanichelli, 1994
- A. Mojetta, A. Ghisotti , Flora e fauna del Mediterraneo, Mondadori, 2003
- A. Bodini, C. Bondavalli, S.Allesina, L’ecosistema e le sue relazioni, FrancoAngeli, 2007