Nell’elenco degli animali più invasivi e dannosi la rana toro americana (Lithobates catesbeianus) ha un posto più che meritato. La rana toro è un anfibio anuro appartenente alla famiglia Ranidae e al genere Lithobates, al quale è stata solo recentemente ascritta (prima era annoverata nel genere Rana). L’areale originale di questa rana comprende gli USA e il Canada orientali, ma, ad oggi, esso si presenta estremamente vasto a causa dell’introduzione di questa specie a scopo alimentare in zone lontane dai suoi luoghi d’origine.
Morfologia e habitat
La rana toro è massiccia e robusta, uno tra gli anfibi più grandi viventi, potendo raggiungere fino ai 20 cm di lunghezza per sfiorare a volte gli 800 g di peso. Le femmine hanno dimensioni maggiori di quelle dei maschi. Si distingue dai ranidi europei per la membrana timpanica molto grande ed evidente e per l’assenza di pliche dorsolaterali.
Possiede inoltre una bocca molto larga grazie alla quale può predare animali relativamente grandi per le sue dimensioni. Il colore dominante è il verde oliva ma non mancano chiazze marroni e marcate striature più scure sulle zampe; alcuni esemplari possono manifestare una colorazione più scura su tutto il dorso che va a schiarire man mano verso il capo.
La rana toro è legata ad ambienti lacustri, bacini e canali artificiali, piccoli fiumi a lento scorrimento e zone palustri che abbiano una fitta vegetazione acquatica. I maschi sono territoriali e difendono il proprio territorio emettendo i loro caratteristici richiami per attirare le femmine.
Perchè ”rana toro”?
Il nome deriva dal suono che emettono i maschi di questa specie: questo è profondo e risonante e ricorda il muggito di un bue; il coro formato da più maschi può essere udito da notevoli distanze e ciò, durante la stagione riproduttiva, che va da maggio a luglio, aiuta a richiamare anche le femmine più lontane. E’ una specie molto prolifica arrivando a deporre ammassi da 10 000 a 20 000 uova gelatinose attaccate alla vegetazione sommersa.
Note ecologiche e situazione in Italia
La rana toro fu introdotta in diversi momenti in molte parti del mondo a scopo alimentare e/o ornamentale. Oggi è presente in tutti gli Stati uniti, in Canada, In Messico e nel resto dell’America centrale, Hawaii, Asia orientale e molte parti d’Europa tra cui l’Italia.
Le prime segnalazioni in Italia risalgono agli anni trenta del secolo scorso. Sembra sia stata importata in alcune località della Pianura Padana a scopo alimentare intorno al 1935.
Attualmente è presente in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Basilicata. Le popolazioni più numerose e meglio acclimatate, per ora, si trovano nel mantovano, nei dintorni di Pavia e nel Lazio, in particolare lungo il litorale romano e in alcune ex-cave sul Tevere.
Analizziamo ora i motivi per cui la rana toro è considerata una delle specie alloctone più dannose per gli ecosistemi in cui viene introdotta:
- In primo luogo Lithobates catesbeianus ha una dieta molto varia e una voracità senza eguali tra gli anfibi Europei, si nutre infatti di grossi insetti, piccoli mammiferi, uccelli, rettili e soprattutto altri anfibi che non riescono a reagire all’efficace predazione e alla competizione per le risorse contro questa specie.
- Depone moltissime uova, arrivando anche a deporre 20 000 uova in una sola covata, rivaleggiando tranquillamente con l’indigeno rospo comune (Bufo Bufo) per numero di girini, con la differenza che i girini di rana toro, e così anche gli esemplari appena metamorfosati, sono incredibilmente grandi, raggiungendo i 15cm di lunghezza. Oltre a ciò, i girini di rana toro sono voraci come i loro genitori e non esitano ad integrare la loro dieta con la carne dei loro fratelli, o peggio, di girini di specie autoctone, tutti di dimensioni notevolmente minori.
- Lithobates catesbeianus, inoltre, è portatrice di Chitidriomicosi, patologia responsabile di epidemie tra le popolazioni di anfibi di varie parti del mondo, tra cui l’Italia. La Chitridiomicosi è una malattia provocata dal fungo chitride Batrachochytrium dendrobatidis che colpisce, spesso con conseguenze letali, la cute degli anfibi. Non tutti gli esemplari colpiti dal fungo muoiono subito, in particolare alcune specie, tra cui la nostra rana toro, riescono a ritardare la morte contribuendo alla diffusione della malattia.
La rana toro americana quindi, si è guadagnata nel corso tempo il ruolo di ‘invasore’ che l’ha fatta classificare come una delle specie più dannose sulla Terra.
La sua avventura per il mondo deve farci riflettere.
Il caso della rana toro è un chiaro esempio del potere che l’uomo può esercitare sull’ambiente che in buona parte dei casi porta a tragiche conseguenze. In questo caso si è condannata un’intera specie a una vita lontana dal suo habitat, dichiarandone indirettamente a morte tante altre. L’importante, come sempre, è informarsi.
Articolo redatto da Tommaso Secchiaroli.