La Rafflesia (Rafflesia arnoldii) è conosciuta per essere la pianta col fiore più grande del mondo e per il particolare odore che ha questa struttura.
Scoperta
La sua scoperta viene fatta risalire al 1818 a Sumatra da parte di Thomas Stamford Raffles, un ufficiale britannico, e Jospeh Arnold, naturalista e chirurgo di bordo. Il nome generico Rafflesia fu dato in onore di Raffles, nonostante il botanico scozzese Robert Brown volle inizialmente chiamarla Arnoldii in onore di Joseph, morto poco dopo la spedizione. La questione si chiuse tra il 1820, anno in cui il nome (Rafflesia arnoldii) fu accettato dalla Linnean Society of London, e il 1821, anno in cui lo stesso Brown completò la descrizione della pianta.
Biologia
Classificazione
La Rafflesia è una angiosperma della omonima famiglia (Rafflesiaceae) appartenente alle dicotiledoni. La famiglia è composta da tre generi, di cui Rafflesia è quello più corposo: esso presenta infatti circa 28 specie, tra cui quella in esame. Le Rafflesiaceae sono piante prevalentemente parassite delle radici e dei fusti di altre piante.
Il Fiore
Il fiore di questa pianta ĆØ decisamente la caratteristica più peculiare. Questa struttura nasce da boccioli enormi color magenta larghi circa 30 cm. Questo perchĆØ il fiore può arrivare ad avere un diametro di quasi 1 m, ciò significa che la sua circonferenza supera i 3 m. La misura più grande mai rilevata ĆØ stata fatta a Sumatra, dove si ĆØ rinvenuto un fiore con diametro di 105 cm. Anche il peso del fiore non ĆØ indifferente, infatti si può arrivare ad avere strutture pesanti oltre 10 Kg. Non solo le dimensioni, ma anche l’aroma emanato dai fiori di Rafflesia ĆØ particolare. Essi sprigionano infatti un odore di carne in putrefazione. Questo odore attira ditteri, come le mosche, o coleotteri che svolgono l’importante funzione di impollinatori.
AffinchĆ© l’impollinazione avvenga, l’impollinatore deve visitare nell’ordine la pianta maschio e poi quella femmina. Il frutto che si sviluppa ĆØ rotondo e contiene numerosi semi ben protetti da morbida polpa. La diffusione della specie avviene grazie agli scandenti: piccoli mammiferi simili a scoiattoli, che nutrendosi dei frutti disperdono i semi.
Parassitismo
La Rafflesia ĆØ in grado di completare il suo ciclo vitale solo parassitando piante, in genere rampicanti del genere Tetrastigma (una vitacea). La Rafflesia infatti manca di foglie visibili, fusto ed addirittura radici; nonostante questa condizione i botanici la considerano comunque una pianta vascolare. Addirittura la Rafflesia non produce clorofilla! Quindi non ĆØ in grado di compiere la fotosintesi. Gli esemplari crescono con una massa tissutale a mutuo contatto con le cellule ospiti da cui ricavano acqua e nutrienti.
Ciclo riproduttivo
Le attuali conoscenze sul ciclo riproduttivo di questa pianta sono abbastanza scarse dato che ĆØ visibile solamente quando in fiore. Essa infatti ĆØ molto rara in natura, il bocciolo sboccia dopo diversi mesi, ma il fiore dura solo alcuni giorni. E’ comunque noto che questa pianta produca fiori unisessuati: la vicinanza tra fiore maschio e femmina ĆØ dunque cruciale per la riuscita dell’impollinazione. Quando la Rafflesia ĆØ pronta per riprodursi, si sviluppa un’escrescenza dal fusto della pianta parassitata che si sviluppa per circa un anno. Da qui sboccerĆ poi il fiore.
Localizzazione
La famiglia ĆØ diffusa prevalentemente nelle aree subtropicali dell’Asia come a Sumatra e nel Borneo. In queste zone il crescente ecoturismo ha da un lato aumentato la salvaguardia di questa specie ma dall’altro ha ridotto il numero di boccioli sviluppati per anno.
CuriositĆ
Rafflesia arnoldii ĆØ l’esempio biologico da cui i creatori PokĆ©mon hanno disegnato Vileplume, noto PokĆ©mon Erba/Veleno di prima generazione. La Rafflesia ĆØ il fiore più grande e più pesante conosciuto. E’ nota con il nomignolo di “fiore cadavere” per il suo caratteristico odore.
Bibliografia
- Rafflesia – Western Michigan University
- Rafflesia arnoldii – Plants of the World online
- Rafflesiaceae – Encyclopaedia Britannica