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Purgatorius: l’antenato di tutti i primati

Spesso ci si interroga sull’origine dell’uomo e si va alla ricerca dei suoi antenati, ricostruendo similitudini e differenze con altri primati. Ma chi sono, invece, gli antenati di tutti i primati? Qual era il loro aspetto e quali le loro abitudini? Per scoprirlo bisogna affrontare un lungo viaggio indietro nel tempo, che ci porta a circa 66 milioni di anni fa, quando il nostro Pianeta appariva molto diverso da quello che è oggi. Se potessimo avventurarci nelle foreste che all’epoca ricoprivano una grossa parte della Terra, probabilmente avremmo la possibilità di incontrare i purgatoridi, dei piccoli animali arboricoli considerati da molti i primi antenati conosciuti dei primati. La famiglia dei purgatoridi (Purgatoriidae) prende il nome dal genere Purgatorius, che deriva a sua volta da Purgatory Hill, il nome della località in cui furono rinvenuti i fossili delle prime specie scoperte.

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Morfologia di Purgatorius

Quando si pensa ai primati spesso ci vengono in mente le specie più note e carismatiche, come lo scimpanzé e l’orango, e non ci rendiamo conto dell’enorme variabilità presente tra le moltissime specie viventi. Ancor più complesso è rendersi conto dell’incredibile varietà delle specie di primati che hanno abitato il Pianeta nel passato, e che possiamo riscostruire grazie all’analisi dei reperti fossili.

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Per quanto riguarda Purgatorius, la gran parte dei fossili è costituita da denti o frammenti di cranio, mentre disponiamo soltanto di piccole porzioni ossee del resto dello scheletro[2]. Sulla base dei reperti è però possibile realizzare una ricostruzione ipotetica, che in realtà ha poco o nulla a che vedere con le scimmie odierne.

I primi purgatoridi erano animali di taglia molto piccola: per avere un’idea, si stima che Purgatorius pinecreenses, ad esempio, pesasse soltanto 50 g[2]!

Dalla conformazione delle ossa del tarso (una componente dello scheletro del piede) è possibile ipotizzare che si trattasse di animali arboricoli, probabilmente dotati di una lunga coda. Il muso era piuttosto allungato e si deve dunque immaginare un animale che, nell’aspetto generale, ricorda più un attuale roditore invece che una scimmia. Una morfologia di questo tipo deriva probabilmente da quella dei piccoli mammiferi ancestrali insettivori, che abitavano il nostro pianeta nel corso del Cretaceo (145 – 66 milioni di anni fa) e condividevano il loro habitat con i ben più noti dinosauri[3].

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purgatorius
Ricostruzione ipotetica di Purgatorius sp., illustrazione di Francesco Onori.

Alimentazione

Lo studio della conformazione dei denti fossili può dare delle informazioni importanti sulla dieta degli animali vissuti nel passato. Nel caso di Purgatorius, le piccole dimensioni corporee e la conformazione delle cuspidi fanno ipotizzare una dieta prevalentemente insettivora, caratteristica tipica dei primi mammiferi arboricoli. Tuttavia, se si confronta la dentatura dei purgatoridi con quella di altri insettivori contemporanei maggiormente specializzati, si nota una differente conformazione dei molari, che suggerisce una dieta più onnivora. Si ritiene dunque che i primi purgatoridi avessero un’alimentazione piuttosto varia, costituita probabilmente anche da foglie e frutti[2, 3].

Distribuzione e habitat

I purgatoridi abitavano le vaste foreste pluviali che ricoprivano il nostro Pianeta nel Paleocene (66-56 milioni di anni fa, circa): come detto, si tratta di animali arboricoli che trascorrevano presumibilmente gran parte del tempo sugli alberi[2].

Il Paleocene fu un periodo di grandi cambiamenti ambientali che seguirono gli sconvolgimenti legati all’estinzione di massa di fine Cretaceo (66 milioni di anni fa): a partire da tale evento, famoso per aver provocato la scomparsa dei dinosauri non aviani, il clima subì un progressivo riscaldamento. Tale processo favorì la diffusione di ampie foreste pluviali in moltissime aree del Pianeta e culminò in una fase detta “massimo termico del Paleocene-Eocene” (55 milioni di anni fa). Durante tale massimo termico, la temperatura media globale fu di molto superiore a quella odierna, e avremmo potuto osservare rigogliose distese di latifoglie addirittura in quella che è l’attuale Groenlandia[1].

Un contesto ambientale simile fu molto favorevole alla diffusione e diversificazione di piccoli animali arboricoli come i purgatoridi, ma non sappiamo molto sulla loro distribuzione. Oggi, la gran parte dei reperti fossili proviene dal Nord America, e ci porta ad ipotizzare che il genere Purgatorius fosse particolarmente abbondante già 1 milione di anni dopo l’estinzione di fine Cretaceo[3]. Considerato ciò, senza dimenticare l’ambiente particolarmente favorevole, è possibile ipotizzare che i purgatoridi fossero piuttosto diffusi in vaste aree del Pianeta.

I Plesiadapiformes e l’origine dei primati

Purgatorius è il genere più antico del gruppo dei Plesiadapiformes, considerati da molti i primi primati ad essere comparsi sul Pianeta e oggi tutti estinti. In realtà, la collocazione dei plesiadapiformi all’interno dei primati è piuttosto dibattuta: alcuni studiosi li considerano delle forme esterne al gruppo, sebbene affini per molti caratteri. Se si volessero escludere i plesiadapiformi dal gruppo dei primati, allora l’antenato comune più prossimo di quest’ultimi sarebbe da ricercare all’origine dei cosiddetti Euprimates, che comparvero circa 56 milioni di anni fa[2].

In base all’interpretazione che vede nei plesiadapiformi i primi primati, è interessante notare come l’origine del gruppo possa essere verosimilmente retrodatata. I reperti fossili sono infatti rari, e la percentuale di animali che fossilizza è veramente esigua; ne consegue che il record paleontologico fornisce una ricostruzione soltanto parziale della natura del passato. Analizzando però i fossili più antichi di cui disponiamo, l’origine dei purgatoridi (e quindi anche dei primati), sarebbe da collocare a qualche centinaio di migliaia di anni dopo l’estinzione di fine Cretaceo. Tuttavia, si rinvengono fossili di diverse specie con tale datazione, ad indicare che il gruppo era già piuttosto diversificato. È quindi ragionevole supporre che i purgatoridi fossero comparsi già nel Cretaceo, prima della grande estinzione[3].

In ultimo, occorre puntualizzare che con il termine “antenato” si intende una forma affine ad un animale vivente, ma vissuta nel passato: si tratta essenzialmente delle prime forme comparse, collocabili in una posizione basale all’interno dell’albero evolutivo di un gruppo. Non bisogna, tuttavia, cadere nell’errore di considerare l’evoluzione come un processo lineare. Purgatorius non è infatti una forma primitiva che si è poi modificata nel corso del tempo per dare vita agli odierni primati, ma si tratta piuttosto di un gruppo di animali vissuto in uno specifico contesto ambientale nel passato e “imparentato” a specie comparse successivamente, che nel complesso costituiscono i primati odierni.

Conclusioni

Il genere Purgatorius comprende diverse specie di piccoli animali arboricoli vissuti nelle foreste del Paleocene. Simili nell’aspetto agli attuali roditori, sono in realtà da considerare gli “antenati” dei primati odierni. La gran parte dei reperti fossili proviene dal Nord America e rivela una dieta piuttosto onnivora, costituita da insetti, frutti e foglie. Un’alimentazione di questo tipo contribuì probabilmente alla loro diffusione e diversificazione in contesti forestali, ed è possibile ipotizzare una loro comparsa già nel tardo Cretaceo.

Referenze

  1. Martinetto, E., Tschopp, E., & Gastaldo, R. A. (Eds.). (2020). Nature through Time: Virtual field trips through the Nature of the past. Springer Nature;
  2. Silcox, M. T., et al. (2017). The evolutionary radiation of plesiadapiforms. Evolutionary Anthropology: Issues, News, and Reviews, 26(2), 74-94;
  3. Wilson Mantilla, G. P., et al. (2021). Earliest Palaeocene purgatoriids and the initial radiation of stem primates. Royal Society Open Science, 8(2), 210050.

Immagine di copertina da rawpixel.com (public domain, CC0).

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