Da cosa dipendono i tratti della nostra personalità e conseguentemente, del nostro comportamento? Come Freud ci ha insegnato, la personalità si forma durante le fasi dello sviluppo e indubbiamente l’ambiente in cui viviamo lo struttura e lo modella. E’ noto come situazioni di ansia e/o stress siano in grado di innescare la genesi di disturbi fisici gastrointestinali quali la sindrome dell’intestino irritabile, dissenteria, costipazione. D’altronde, la presenza persistente di questi malesseri può a sua volta determinare la comparsa di stati negativi comportamentali instaurando così un diallelo difficilmente risolvibile. Quindi ci sono solide evidenze che il sistema nervoso centrale e l’apparato gastrointestinale comunichino e si modulino reciprocamente.
Il tratto gastrointestinale
La struttura del tratto gastrointestinale presenta caratteristiche comuni dall’esofago all’ano.
È costituita essenzialmente da un tubo muscolare rivestito da una membrana chiamata mucosa mantenuta costantemente umida grazie alla presenza di ghiandole mucipare.
Se si vanno a spianare le varie pieghe, i villi, i microvilli e le cripte, la superficie della mucosa intestinale equivale a circa 200 m2 in cui co-esiste un ecosistema microbico costituito da migliaia di miliardi di microrganismi il cui peso supera il kilogrammo.
In condizioni normali, la flora batterica è in perfetta simbiosi con l’organismo. L’uomo fornisce materiale non digerito per il sostentamento dei batteri. In compenso, la comunità di batteri, a seconda del ceppo di appartenenza, scompone ed elabora residui alimentari diversi, produce gli acidi grassi a catena corta (principale fonte di nutrimento per le cellule del colon), alcune specie producono vitamine, possono scomporre farmaci, composti cancerogeni e possono contrastare la proliferazione di batteri con attività patogena.
Alcuni batteri, però, possono produrre sostanze tossiche e dannose in grado di creare forti squilibri a livello neurovegetativo ed immunitario. Per questo è importante l’equilibrio all’interno della popolazione microbica perché è proprio la costante competizione tra i diversi batteri, benefici e potenzialmente patogeni, che aiuta a mantenere un buono stato di salute del tratto gastro-intestinale.
L’ecosistema microbico, oltre a variare a livello quali-quantitativo a seconda delle zone del tratto considerato, si modifica in relazione allo sviluppo, all’età ed all’influenza dei fattori ambientali, quali: le abitudini alimentari scorrette, lo stress cronico e l’abuso di antibiotici. Queste ultime sono considerate le principali cause di disbiosi.
La disbiosi
Per disbiosi (conosciuta anche come disbacteriosi) in medicina ci si riferisce ad uno squilibrio microbico sulla superficie o all’interno del corpo.
Questa può influenzare non solo la sfera fisica dell’ospite ma anche quella psichica. In effetti, il microbioma svolge, tra le altre, funzioni di riconoscimento e di sintesi di vari composti biologicamente attivi, come i neurotrasmettitori. Infatti, è ormai accertato che tra le sostanze prodotte dai batteri figurano anche serotonina, dopamina, noradrenalina, acetilcolina ecc., di cui i microrganismi possiedono i relativi recettori.
Le vie di comunicazione dell’asse microbioma-intestino-cervello, includono il nervo vago che permette un flusso di informazioni bidirezionale dall’ambiente luminale al sistema nervoso centrale, influenzando le funzioni cognitive, la personalità, l’umore e il comportamento, incluso quello alimentare.
Ricerche scientifiche
Per valutare l’efficacia degli psicobiotici nei pazienti con depressione, alcuni ricercatori hanno effettuato uno studio pilota usando un integratore probiotico che combina due ceppi diversi noti per agire sull’asse intestino-cervello: Lactobacillus helveticus R0052 e Bifidobacterium longum R0175. Lo studio pilota, di 8 settimane, ha coinvolto 10 pazienti con disturbo depressivo.
Dopo un periodo iniziale di screening, i partecipanti sono stati valutati per una serie di sintomi clinici di depressione tra cui umore, anedonia, ansia e disturbi soggettivi del sonno.
Sono stati valutati marcatori molecolari di infiammazione e sono stati determinati i livelli di triptofano e serotonina. I pazienti sono stati sottoposti a valutazione polisonnografica per misurare oggettivamente il sonno.
È stato dimostrato che questi due ceppi alleviano lo stress psicologico, in particolare la depressione, la rabbia, l’ostilità e l’ansia. I ricercatori hanno concluso che L. helveticus R0052 e B. longum R0175 hanno effetti psicologici benefici nei soggetti sani. Possono contribuire a rafforzare l’umore e alleviare l’ansia nelle persone affette da varie malattie croniche.
Conclusioni
Nel complesso, i risultati di questo studio in aggiunta ad altri, dimostrano che i batteri psicobiotici hanno un significativo impatto positivo sulla funzionalità del cervello e sul miglioramento dell’umore. La chiave della salute mentale è nel nostro intestino e i nostri antenati lo sapevano già, quindi possiamo dire che oggi gli scienziati hanno dimostrato quello che Ippocrate aveva detto 2500 anni fa : “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino”.
Bibliografia
- Bottaccioli F, Epigenetica e psiconeuroendocrinoimmunologia. Le due facce della Rivoluzione in corso nelle scienze della vita, Edra 2014, p. 146
- Borre YE, The impact of microbiota on brain and behavior: mechanisms & therapeutic potential. Adv Exp Med Biol. 2014;817:373-403.
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