Le piante giocano un ruolo biologico centrale nella vita sulla Terra. I vegetali, infatti, in quanto organismi autotrofi producono ossigeno rimuovendo anidride carbonica dall’aria e rappresentano la base della catena alimentare. Eppure, spesso e volentieri, non riusciamo a vedere le piante. Questo fenomeno è stato studiato approfonditamente e prende il nome di Plant Blindness.
Definizione
Il fenomeno del Plant Blindness è definito come l’incapacità di vedere le piante nell’ambiente circostante, con la conseguenza di non riuscire a riconoscere la loro importanza per le attività umane e nella biosfera. La definizione, risalente al 1998, è il frutto di anni di ricerche di James Wandersee dell’università statale della Louisiana di Baton Rouge e di Elizabeth Schussler del Ruth Patrick Science Education Center di Aiken, i quali promossero anche la campagna “prevent Plant Blindness”, rendendo così consapevoli del fenomeno migliaia di studenti americani.
Cause
Inizialmente si pensava che le cause di questa cecità per le piante fossero da ricercare soprattutto in pregiudizi sociali ed educativi (Il mondo vegetale viene affrontato sommariamente nel percorso scolastico) ed alla visione antropocentrica del pianeta. In realtà esiste anche un motivo biologico che limita la visione delle piante: è stato calcolato che il nostro cervello riceve informazioni visive nell’ordine dei 10 milioni di bits per secondo. Di questi 10 milioni di bits ne vengono elaborati solo 40 e di questi 40 bits solo 16 bits arrivano ad essere “informazioni coscienti”.
A fronte di questo effetto, come si può pretendere che le piante, organismi sessili, spesso parte dello sfondo e che non “pericolose” per l’uomo, vengano processate in quei 16 bits di informazioni coscienti? Wandersee ha definito il Plant Blindness un “necessario difetto umano”.
Inoltre, a riprova di quanto detto, la North Dakota State University nel 2014 ha eseguito un test sull’attenzione visiva; venivano proiettate immagini in serie di piante e animali e si è notato che le immagini contenenti animali venivano individuate con più precisione dai partecipanti.
Implicazioni del Plant Blindness
Per gli uomini primitivi il Plant Blindness doveva essere un grandissimo vantaggio, infatti, le piante sono generalmente innocue e individuare un carnivoro, potenziale pericolo, poteva fare la differenza fra la vita e la morte. Tuttavia, il Plant Blindness ha comportaro un notevole ritardo nell’intraprendere iniziative di conservazione nei confronti delle diverse specie vegetali a rischio. Infatti mentre la popolazione mondiale umana è in continua crescita, e l’attenziome mediatica per la preservazione di diverse specie animali è sempre molto alta, non molti sanno che una specie vegetale su otto è a rischio estinzione.
Come si supera la Plant Blindness?
Gli stessi ricercatori che hanno dato un nome al fenomeno si sono impegnati per provare ad arginare il problema, distribuendo più di ventimila poster informativi nelle scuole e negli orti botanici ed istruendo gli insegnanti sul fenomeno. Successivamente James Wandersee ed Elizabeth Schuller istituirono un premio per il miglior libro scientifico illustrato e nel 1999 scrissero il loro libro per bambini “Lost Plant”, con lo scopo di avvicinare i più piccoli all’affascinante e misterioso mondo delle piante.
Bibliografia
- Balas, B., & Momsen, J. (2014) Attention “Blinks” Differently for Plants and Animals. Cell Biology Education, 13(3), 437-443. DOI: 10.1187/cbe.14-05-0080
- BioScience, Volume 53, Issue 10, October 2003, Page 926, https://doi.org/10.1641/0006-3568(2003)053[0926:PB]2.0.CO;2