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Phineas Gage: un caso tutto da studiare

Quello di Phineas Gage diventò uno dei casi più studiati in neurologia a causa di un incidente; mentre stava facendo saltare in aria una roccia per costruire la linea ferroviaria, un’ asta metallica si conficcò nel suo cranio, trapassandolo. Incredibilmente dopo solo pochi minuti dall’episodio era in grado di parlare e muoversi nonostante il fatto che il suo lobo frontale sinistro fosse ormai andato distrutto.

La storia di Phineas Gage

Era un giovane operaio delle ferrovie; quel giorno, quell’infausto 13 ottobre 1848 doveva, come al solito, montare i binari che mettevano in comunicazione la piccola cittadina di Cavendish con il resto della linea Rutland-Burlington.

Purtroppo però, un enorme masso bloccava la strada e il giovane, che era caposquadra, dovette operare una decisione drastica: farlo esplodere. Dopo avere forato il masso, Phineas usò una barra di ferro di circa un metro per pigiare la polvere da sparo ma durante l’operazione si generarono delle scintille e ci fu un’esplosione fatale durante la quale la barra di ferro andò a conficcarsi nella testa del povero Phineas. Un’ esplosione fatale. O almeno così si credeva… Infatti solo dopo pochi minuti Phineas aveva ripreso coscienza non sembrava aver subìto alcun danno cerebrale…. O almeno così sembrò all’ inizio…

La barra di ferro era entrata dallo zigomo sinistro ed uscì dalla parte superiore del cranio, distruggendogli gran parte del lobo frontale sinistro. Gage rimase ceco da un occhio, ma quella non fu la conseguenza più terribile.

Infatti quando le ferite di Phineas guarirono e ormai fu chiaro a tutti che sarebbe sopravvissuto, il dottor John Martin Harlow, che aveva ricomposto il cranio di Phineas e che ne aveva curato le ferite, scrisse un semplice resoconto degli eventi accaduti e delle pratiche operate da lui stesso per curarlo, senza però aggiungere alcun particolare neurologico(1).

Sulle orme di Dr. Jekyll e Mr. Hyde

Alla morte di Phineas Gage, avvenuta dodici anni dopo l’incidente, lo psicologo Malcom McMillian scrisse un resoconto dei cambiamenti della sua personalità a seguito dell’incidente.

Infatti precedentemente l’uomo era stato descritto come una persona responsabile ed era molto ammirato dagli altri operai per la sua efficienza ed intelligenza; dopo l’incidente diventò una persona intrattabile il cui umore era soggetto a grandi variazioni ma soprattutto diventò una persona irriverente e blasfema a tal punto che venne licenziato dal suo posto di lavoro a causa del marcato cambiamento di personalità; nonostante ciò l’uomo conservava ancora intatte la memoria e l’intelligenza.(2)

Successivamente il mistero venne dimenticato e restò sepolto con Gage fino a pochi anni fa, quando venne riesumato il corpo per essere analizzato sotto le luci della medicina moderna.

Gli Studi

Venne ricostruito quindi il cranio e prima di tutto si cercò di capire per quali fattori l’uomo fosse sopravvissuto.

A questo riguardo sono state fatte molte congetture ma in realtà questo fatto è da attribuire alla forma del punteruolo e alle dinamiche dell’incidente; infatti esso, nonostante fosse di dimensioni e peso notevoli, era molto liscio e quindi non aveva provocato nessuna compressione di lunga durata sul cervello, inoltre quando l’oggetto era entrato nel volto non aveva causato ferite gravi fino a quando non era arrivato al cervello dove non aveva colpito il seno sagittale superiore, uno dei più importanti canali venosi presenti nel cranio.

Riguardo al cambiamento di personalità, analizzando il teschio si è scoperto che di fatto Phineas Gage fu il primo soggetto a subire una lobotomia ,anche se involontaria, una pratica barbara utilizzata nei manicomi dagli inizi del ‘900 fino agli anni ’70 in cui gran parte della regione anteriore del cervello (lobo frontale).

Dopo la lobotomia i pazienti regredivano allo stadio cerebrale di un bambino e molto spesso manifestavano episodi di epilessia, cosa che successe anche all’uomo. Nonostante ciò il suo cervello riuscì a svolgere le funzioni delle parti mancanti dimostrando la grande adattabilità di quest’ organo così complesso.

Bibliografia

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