Uno studio dell’Università di Vienna indica che l’uso sistematico del parto cesareo potrebbe aver indotto un aumento delle dimensioni medie dei bambini al momento della nascita. La teoria dell’evoluzione darwiniana prevede, nella sua elaborazione più semplice, che l’ambiente modifichi nel tempo gli organismi selezionando gli individui con le caratteristiche più adatte alla sopravvivenza e alla riproduzione. Questi individui, sopravvivendo e riproducendosi in media di più dei loro conspecifici, assicurano una diffusione maggiore dei propri geni che, col passare del tempo, diventano più frequenti nella popolazione.
Questo meccanismo è ancora valido per l’uomo?
Questa domanda, all’apparenza banale, non lo è affatto; l’uomo, infatti, modifica in modo sostanziale l’ambiente per adattarlo alle proprie necessità, e questo può interferire con i meccanismi dell’evoluzione. Pensiamo banalmente alle malattie: attraverso la medicina, l’uomo ha ridotto di molto il potenziale evolutivo delle malattie, che da sempre selezionavano gli individui più resistenti ad esse eliminando i più suscettibili. Questo ragionamento può essere esteso a quasi tutti gli aspetti della vita umana.
L’evoluzione si è fermata nell’uomo?
Un studio (Mitteroecker et al. 2016), pubblicato sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Science of the United States of America” (PNAS), sembra indicare una risposta negativa a questa domanda. Gli scienziati hanno preso in considerazione il momento del parto, un classico caso di studio per i biologi evoluzionisti.
Nell’uomo, infatti, al momento del parto i bambini sono molto più grandi e sviluppati rispetto ai loro corrispettivi nel resto dei primati e, nel 3% dei casi, risultano di dimensioni troppo elevate per poter passare nel canale pelvico della donna durante il parto. Nel passato, questo significava quasi sempre la morte della donna e del bambino, rappresentando una forza selettiva che limitava ad un valore limite le dimensioni dei bambini al momento della nascita.
Affrontando la questione in termini semplici, la morte durante il parto di bambini troppo grandi limitava la diffusione nella popolazione dei geni che determinano dimensioni più grandi al momento della nascita.
Meno decessi con il parto cesareo
Da circa trent’anni, tuttavia, l’uso sistematico del parto cesareo ha, per fortuna, drasticamente ridotto le morti causate al momento del parto dalle eccessive dimensioni dei bambini, ponendo di fatto fine alla barriera evolutiva che limitava la frequenza dei geni responsabili delle dimensioni maggiori al momento del parto. Gli scienziati hanno elaborato un modello matematico che sembra indicare un aumento del 20%, dovuto all’utilizzo del parto cesareo, di bambini impossibilitati ad una nascita naturale a causa delle dimensioni troppo grandi.
Si tratta di un modello teorico, ma che pare indicare come l’evoluzione sia ancora in grado di operare nella specie umana e, ancora più interessante, come alcune pratiche introdotte dall’uomo possano invertire o comunque cambiare la direzione dell’evoluzione. In questo caso, un aumento delle dimensioni medie dei bambini al momento della nascita dovuto all’introduzione del parto cesareo.
Lo studio è liberamente scaricabile: Mitteroecker P., Huttegger S. M., Fischer B., Pavlicev M. (2016). Cliff-edge model of obstetric selection in humans. PNAS 2016; published ahead of print December 5, 2016. doi:10.1073/pnas.1612410113