La parotite è una malattia infettiva che viene causata da un virus che appartiene alla famiglia dei Paramyxavirus. Il segno caratteristico dell’infezione è la tumefazione delle ghiandole salivari, in particolare delle ghiandole parotidi. Dal momento che queste ghiandole sono poste sotto i padiglioni auricolari vicino alla mandibola, il loro rigonfiamento fa sì che le orecchie appaiano più grande, da qui il termine comune di “orecchioni“[1, 4].
Paramyxovirus
La famiglia Paramyxoviridae è costituita da un gruppo di virus a singolo filamento di RNA. Appartengono a questa famiglia il virus della parotite e del morbillo e i virus parainfluenzali.
Viene classificata in due sottofamiglie:
- Paramyxoviridae
- Pneumoviridae
Le due sottofamiglie si dividono nei seguenti generi:
- Paramyxoviridae:
- Paramyxovirus;
- Rubulavirus;
- Morbillivirus;
- Pneumoviridae:
- Pneumovirus
I Paramyxovirus rappresentano la causa più comune di bronchiti, laringiti, polmoniti e altre malattie stagionali[2].
Come si trasmette?
La trasmissione del virus responsabile della malattia è per via area. Infatti, il virus penetra attraverso il naso o la bocca tramite le goccioline di saliva durante un contatto ravvicinato. Il virus presente anche nel sangue e nelle urine può rimanere silente nella saliva fino a 7 giorni prima della comparsa del gonfiore ghiandolare e fino a 9 giorni dopo. Il massimo della contagiosità si ha 48 ore prima dell’aumento di volume delle ghiandole. La parotite si manifesta con maggior frequenza nei bambini tra i 5 e 10 anni ma anche negli adulti[2].
Sintomi
Il virus ha un periodo di incubazione che va dai 12 ai 25 giorni dopodiché si manifestano i seguenti sintomi:
- febbre;
- cefalea;
- dolori muscolari;
- perdita di appetito;
- gonfiore di una o più ghiandole parotidi.
Durante la malattia, in genere, le ghiandole si ingrossano per 1-3 giorni causando dolori intensi durante la masticazione e la deglutizione. La parotite interessa entrambe le ghiandole ma spesso può essere anche unilaterale. Può succedere anche se con minor frequenza che il virus attacchi le ghiandole salivari sottomandibolari o sublinguali provocandone il gonfiore. In casi ancor più rari il virus può aggredire anche il sistema nervoso e altri organi[4].
Complicanze
Generalmente la malattia si risolve nel giro di qualche giorno ma si possono verificare delle complicanze, tra le più frequenti:
- orchite (infezione dei testicoli) che provoca dolore e gonfiore di uno o entrambi i testicoli, che nei casi rari può provocare sterilità ;
- ooforite (processo infiammatorio che coinvolge l’ovaia senza conseguenze durature);
- meningite (infiammazione che colpisce le meningi), quelle membrane che avvolgo cervello e midollo spinale;
- pancreatite, che causa vomito e dolori gastrici per via dell’infiammazione del pancreas;
- encefalite, quando si instaura un processo infiammatorio a carico dell’encefalo.
Ulteriori complicazioni (seppur rare) possono essere sordità , mastite, miocardite ed epatite. L’infezione nel primo trimestre di gravidanza può essere associato a un alto rischio di aborto mentre non si hanno malformazioni a carico del feto[4].
Diagnosi
Si basa su:
- valutazione clinica;
- test sierologici;
- RT-PCR.
Il segno tipico della parotite non sempre si manifesta. Per tale motivo si effettua una ricerca in fase acuta degli anticorpi specifici del virus nel sangue, nelle urine o nelle secrezioni orali mediante ELISA. Per evitare di incorrere in dei falsi negativi si esegue una reazione a catena della trascrittasi-inversa polimerasi (RT-PCR) su campioni salivari[5].
Terapia
Nei soggetti privi di complicazioni la terapia si basa sul trattamento dei singoli sintomi per cui si somministrano farmaci anti-infiammatori e antipiretici per controllare il dolore e la febbre. Inoltre, per alleviare il fastidio durante la masticazione si consiglia una dieta semi-liquida e priva di sostanze acide.
Prevenzione
La parotite oggi può essere prevenuta grazie al vaccino con virus parotitico vivo. Questo vaccino viene somministrato in due dosi con una distanza di almeno 28 giorni l’una dall’altra, vengono effettuate:
- prima dose dai 12 mesi sino a ai 15 mesi;
- seconda dose tra i 5 e 6 anni.
Questo tipo di vaccino, essendo costituito da virus vivo attenuato, non può essere somministrato a donne in gravidanza, a soggetti che manifestano immunodeficienza o allergie particolari. Il vaccino conferisce un’immunità che è duratura nel tempo e viene somministrato in associazione a quello per la rosolia e il morbillo[3].
Leggi anche:Â Le vie di somministrazione dei vaccini
Referenze
- Malattie Infettive. Manuale MSD
- Microbiologia medica. Batteriologia e virologi. Società Editrice Esculapio.
- M. Midulla, S Chiavelli. Vaccination against epidemic parotitis. Pediatr Med Chir.
- Parotite. Istituto Superiore di Sanità .
- P. Gioannini. Epidemic parotitis. Current clinical aspects.