La papaia (Carica papaya L.) appartiene alla famiglia delle Caricaceae. L’albero della papaia ha dimensioni che variano tra i 3 ed i 10 m ed è diffuso in Messico, Florida, Brasile, Indonesia, Sri Lanka ed India. Quest’ultima, ne è la maggiore produttrice mondiale. Nei paesi tropicali, la papaia veniva tipicamente utilizzata per uso medicale. Le popolazioni locali sfruttavano la polpa, i semi, le foglie, le radici, la corteccia ed i fiori dell’albero per trattamenti curativi specifici.
Dalla tradizione agli usi occidentali
Nel sud est asiatico, le popolazioni locali hanno sempre utilizzato sia la polpa matura sia il frutto acerbo. In più, sfruttavano anche le foglie della pianta, crude in insalata oppure cotte, come una qualsiasi verdura a foglia verde. Gli studi scientifici eseguiti sulla papaia hanno scoperto che le foglie possiedono delle proprietà benefiche: contengono flavonoidi come la quercetina e il kaempferolo, le cui strutture molecolari sono rappresentate sotto.
La quercetina e il kaempferolo sono entrambi flavonoli, ad azione anti-infiammatoria. La prima è presente in elevate quantità in diversi vegetali tra cui la calendula, il biancospino, la camomilla, l’iperico e il gingko biloba, i capperi, il vino rosso, la cipolla, il tè verde, il mirtillo, la mela, il sedano e propoli. Il secondo, si trova in quantità apprezzabili nel tè, broccoli, mele, fragole e fagioli. Invece, in Occidente viene consumata solo la polpa del frutto maturo. La polpa, di colore arancione-rossastro è un’ eccellente fonte di pro-vitamina A, di vitamina C e di licopene.
La pro-vitamina A comprende diversi carotenoidi tra cui il beta-carotene, la beta-criptoxantina e l’alfa-carotene. Questi svolgono un’azione vitaminica ma presentano una diversa funzione biologica ed efficacia in base alla tipologia della dieta, al cibo in cui sono contenute, alla biodisponibilità e bioconversione.
Solo se sei interessato, puoi leggere queste righe per capire meglio i due termini in corsivo utilizzati sopra, altrimenti salta al paragrafo successivo. Per biodisponibilità si intende la percentuale del nutriente assunto con la dieta che viene effettivamente digerito, assorbito e utilizzato dall’organismo. La bioconversione, invece, è il passaggio dal carotenoide precursore della vitamina A al retinoide attivo.
Il licopene è una non pro-vitamina A, quindi non svolge un’attività vitaminica ma è un importante anti-ossidante. Per saperne ancora di più su questi e altri fito-nutrienti, ti consiglio di leggere l’articolo specifico, cliccando qui.
Derivati terapeutici della papaia
Gli utilizzi principali della papaina
La papaina si ottiene per step dalla purificazione del lattice che fuoriesce dai frutti immaturi incisi. Dopo la dissoluzione del lattice in soluzione acquosa e precipitazione delle proteine in alcool si ottiene la papaina purificata, un’endopeptidasi.
Questa, è una tipologia di enzima ad azione proteolitica ovvero è in grado di degradare le proteine, scindendole per idrolisi in proteine più piccole o in amminoacidi. Per questo motivo, viene utilizzata tradizionalmente in caso di problemi digestivi. Un altro utilizzo comune, sopratutto nei luoghi di coltivazione dell’albero, è quello di antielmintico ovvero ad azione anti-parassitaria. La quantità della papaina estratta varia in base alla maturazione del frutto e in base al cultivar (varietà di pianta coltivata).
La composizione della papaia
La seguente tabella illustra il quantitativo di acqua, di macro-nutrienti, fibra e apporto calorico, il tutto riferito a 100 grammi di polpa di papaia. Come potete notare, è un frutto che apporta poche calorie (le stesse calorie che si assumerebbero consumando delle nespole).
Per quanto riguarda i micro-nutrienti, cioè quei nutrienti necessari all’uomo in piccole quantità (minerali e vitamine) vediamo solo i più abbondanti e sempre riferiti a 100 g di prodotto edibile.
- MINERALI: la quantità di potassio è di 140 mg, di calcio è 28 mg e di fosforo è 16 mg.
- VITAMINE: la quantità di vitamina C è di 60 mg, di tiamina (B 1) e riboflavina (B 2) è di 0,03 mg e di vitamina A è di 265 μg.
Se vuoi sapere la composizione di un alimento qualsiasi, basta consultare la tabella degli alimenti INRAN cliccando qui.
La papaia e l’economia mondiale
L’india è il paese maggior produttore mondiale di papaia, con una produzione di 5,5 milioni di tonnellate annue. Dal 1991 al 2001, l’aumento nella produzione è stato del 63%. Nella graduatoria dei produttori, al secondo posto troviamo il Brasile, che insieme all’India soddisfano il 57% del fabbisogno mondiale. Al terzo posto, l’Indonesia produce 900.000 tonnellate annue di papaia.
I dati statistici attuali registrano una forte richiesta di frutta tropicale e un aumento significativo in tutta Europa. Dal 2009 al 2018 i Paesi che ne hanno acquistato maggiormente sono stati Regno Unito (+27), Germania (+19 per cento ) e Italia (+25 per cento ). In particolare, il consumo nelle case degli italiani di frutta tropicale sul totale di frutta consumata è pari al 12%.
Conclusioni
La papaia è sicuramente un alimento consigliato per le qualità nutrizionali ma non ha nulla di miracoloso. Inoltre, considerando che l’Italia offre una grande varietà di frutta e verdura locale altrettanto preziosa e che la papaia non è certo un frutto a km 0, non si rende necessario il suo acquisto e consumo. Ovviamente, se per qualcuno di voi ha un gusto irresistibile, non ne è sconsigliato l’acquisto. Un discorso diverso è sugli integratori alla papaia: se non avete carenze nutrizionali particolari diagnosticate ne è sconsigliato l’uso. Sentite sempre il parere di un medico e/o di una figura professionale nel campo della nutrizione di vostra fiducia prima di acquistare un qualsiasi integratore.
Referenze
- E. Hainida Khairul Ikram, R. Stanley, M. Netzel, K. Fanning, Phytochemicals of papaya and its traditional health and culinary uses – A review, Journal of Food Composition and Analysis, Volume 41, 2015, pag 201-211.
- Papaya: A Gifted Nutraceutical Plant – a Critical Review of Recent Human Health Research
- Top Papaya Producing Countries In The World
- Non-Provitamin A and Provitamin A Carotenoids as Immunomodulators: Recommended Dietary Allowance, Therapeutic Index, or Personalized Nutrition?