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Ozonoterapia: cos’è e come funziona

L’ozonoterapia è una tecnica terapeutica che sfrutta un’adeguata combinazione di ossigeno (O2) e ozono (O3) per ottenere effetti benefici per l’organismo. Occorre precisare che le applicazioni dell’ozono non sono limitate all’ambito medico, ma si estendono altresì a settori quali: la cosmesi, la sanificazione di acqua e aria, l’agricoltura e l’allevamento[1, 2].

Effetti terapeutici dell’ozonoterapia

I molteplici effetti benefici della tecnica terapeutica in esame scaturiscono, non solo dalla presenza di queste due importanti molecole, ma soprattutto dalla loro combinazione nelle giuste proporzioni. Generalmente, non meno del 97% di ossigeno e non più del 3% di ozono[1, 2].

Gli effetti dell’ozonoterapia sono:

  • antiossidante;
  • anti-infiammatorio;
  • analgesico;
  • antibatterico;
  • antivirale;
  • antifungino.

Effetto antiossidante

L’effetto naturalmente antiossidante dell’ossigeno è affiancato e potenziato da quello dell’ozono. Quest’ultimo, grazie alla sua natura fortemente instabile, reagisce in maniera immediata a contatto con l’acqua e gli acidi grassi polinsaturi (PUFA), che si trovano nei fluidi e nei tessuti umani. L’ozono, in questo modo, genera perossido di idrogeno (H2O2) – una specie reattiva dell’ ossigeno (ROS) -, oltre ad una miscela di prodotti di ozonizzazione lipidica (LOP).

Questo passaggio, tuttavia, provoca anche un lieve stress ossidativo, dovuto al rilascio di radicali liberi. Di conseguenza, l’attivazione del fattore Nrf2 (Nuclear factor erythroid 2-related factor 2) e di una serie di reazioni a catena consentirà la formazione della risposta anti-ossidante (ARE) da parte dell’organismo. Saranno, infine, la glutatione-perossidasi e la catalasi a svolgere la funzione di degradare la molecola reattiva dell’ H2O2 (ROS) prodotta in H2O.

Quest’ultima funzione è fondamentale poiché i ROS, sebbene abbiano una durata inferiore ad un secondo, potrebbero comunque provocare un danno cellulare. Per questo motivo, la loro generazione deve essere prevista e controllata con estrema precisione nell’ambito dell’ossigeno/ozonoterapia[1, 2].

Effetto anti-infiammatorio

Diversi studi hanno dimostrato che l’ossigeno/ozonoterapia è in grado di ridurre le infiammazioni, sia acute che croniche, provocando direttamente una diminuzione di specifici mediatori chimici e di diverse citochine rilasciati dall’organismo, quali: IL-6, IL-8 e TNF-a. Inoltre, il medesimo effetto anti-infiammatorio viene anche ricondotto al ruolo che basse dosi di O3 potrebbero avere nella regolazione della sintesi delle prostaglandine, nel rilascio di bradichinina e nell’aumento delle secrezioni di macrofagi e leucociti[2].

Effetto analgesico

L’effetto analgesico è dovuto, oltre che alla stessa riduzione dell’infiammazione nel senso sopra indicato, anche all’aumento della serotonina e degli oppioidi endogeni che sembra essere provocato dalla somministrazione di O2/O3. In questo modo, infatti, verrebbe inibito il sistema nocicettivo, costituito da un insieme di fibre nervose afferenti che trasportano lo stimolo sensoriale dalla periferia al centro (SNC), inducendo un sollievo dal dolore[2].

Effetto antibatterico

L’effetto antibatterico dell’ossigeno/ozonoterapia, rappresenta la prima finalità a cui la relativa terapia è stata destinata, nell’ambito delle cure delle ferite settiche. In questo campo, l’ozonoterapia ha dimostrato di essere molto efficace nel combattere l’infezione batterica della pelle, provocando l’ossidazione dei fosfolipidi e delle lipoproteine presenti nelle pareti cellulari dei batteri, distruggendole[3].

Effetto antivirale

L’ossigeno/ozonoterapia sembra essere in grado di danneggiare il capside virale, provocando in alcuni casi l’inattivazione del virus. Inoltre, la perossidazione generata in questo modo dovrebbe interrompere il ciclo riproduttivo virale, in quanto il contatto virus-cellula è bloccato[3].

Effetto antifungino

L’ O2/O3 terapia è utilizzata anche per le infezioni fungine. La terapia, in tale ambito, si basa sul meccanismo di inibizione della crescita cellulare che l’ozono innesca in determinate fasi[3].

Vie di somministrazione

In base alle necessità, l’ossigeno/ozonoterapia può essere utilizzata per mezzo di diverse vie di somministrazione, tutte certificate da protocolli medico-scientifici autorizzati dalla Società Italiana di Ossigeno e Ozono Terapia (SIOOT) e approvati dal Ministero della Salute.

  • Via infiltrativa (sottocutanea, intra-muscolare, intra-articolare, etc.): l’O2/O3 viene iniettato direttamente nella zona del corpo da curare, in  diverse quantità e tempistiche, a seconda della patologia in oggetto.
  • Autoemotrasfusione (grande o piccola): la miscela gassosa di O2/O3, in questo caso, viene inserita in una sacca di sangue prelevato dal paziente. In particolare, nella grande autoemotrasfusione, il sangue (prelevato in più grandi quantità, 100 o 200 cc), una volta miscelato all’ossigeno/ozono, viene fatto riaffluire direttamente dalla medesima sacca nel paziente. Invece, nella piccola autoemotrasfusione, il sangue prelevato (in minor quantità), una volta miscelato, è re-iniettato per via intramuscolare (e non endovenosa).
  • Insufflazione (anale, vaginale, uterina etc.):  la miscela di ossigeno e ozono è introdotta attraverso dei piccoli cateteri. L’ossigeno/ozono entra così in contatto diretto con i tessuti oggetto di infezioni, infiammazioni, irritazioni o dolori.
  • Topica (creme, oli, etc.): si tratta di un’applicazione solitamente utilizzata su viso e corpo, per piccole manifestazioni patologiche a livello cutaneo.
  • Idropinica: il paziente beve regolarmente acqua ozonizzata e il suo organismo può godere, in una certa misura, dei generali benefici dell’ozono.

È assolutamente proibito somministrare la miscela di ossigeno/ozono direttamente nelle vene o nelle arterie. E mai per via inalatoria[4]!

Applicazioni terapeutiche

Oggi, l’ossigeno/ozonoterapia viene principalmente utilizzata in ambito ortopedico. In particolare, questa terapia è ormai ampliamente conosciuta ed apprezzata soprattutto per il trattamento dell’ernia discale (e delle protrusioni).

La dolorosa (e purtroppo sempre più diffusa) condizione dell’ernia discale si verifica quando uno dei cuscinetti posti tra le vertebre della spina dorsale fuoriesce dalla sua sede naturale e provoca una compressione del canale dei nervi comportando l’infiammazione degli stessi, con minore o maggiore intensità e conseguenze a seconda dei casi.

Quando, invece, il cuscinetto non fuoriesce dalla sua sede naturale, ma si limita a sporgere maggiormente avvicinandosi al canale spinale (dove scorrono i nervi), si parla di protrusioni. La terapia, in sostanza, si basa sull’iniezione della miscela di O2/O3 direttamente nella zona del disco erniato in poche sedute. Dopo alcune settimane di trattamento si nota, generalmente, una riduzione della compressione sulle radici dei nervi, grazie alla quale si verifica una diminuzione dell’infiammazione e sollievo dal dolore[1].

L’ossigeno/ozono-terapia è utilizzata anche in ambito odontoiatrico, per le sue proprietà antimicrobiche, soprattutto nelle aree dell’igiene dentale, dell’odontoiatri conservativa e dell’endodonzia. Infine, è conosciuta anche l’applicazione in ambito dermatologico e in medicina estetica: come il trattamento di cellulite, rughe, smagliature, cicatrici o altre piccole manifestazioni cutanee (verruche).

Altre possibili applicazioni in via sperimentale e/o di sviluppo

Sono infine meritevoli di interesse anche altre possibili applicazioni in via sperimentale e/o di sviluppo della terapia.

Ad esempio, si ritiene che l’ossigeno/ozonterapia possa essere utilizzata come trattamento adiuvante delle classiche terapie antitumorali. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato che l’O2/O3 inibisce la crescita di diverse cellule tumorali umane (nell’ambito dei tumori a seno, colon, ovaio), senza influenzare quelle sane e potenzia l’effetto dei farmaci chemioterapici tradizionali come il 5-fluorouracile, il cisplatino e l’etoposide[5]. Inoltre, è stato dimostrato che, in associazione con il cisplatino (CDDP), l’O2/O3 riduce la nefrotossicità che tale antitumorale provoca come effetto collaterale comune, e ripristina anche i livelli di GSH, SOD, CAT coinvolti nella difesa antiossidante[6].

Ancor più recenti e attualmente di grande interesse, sono invece gli studi dell’ossigeno/ozonoterapia in associazione al Covid-19. Rispetto ad altre possibili terapie per la polmonite SARS-CoV-2 in via di sperimentazione e/o di sviluppo, l’ossigeno/ozonoterapia sembra infatti poter vantare una funzione immunologica, che sarebbe dovuta alla modulazione delle citochine e degli interferoni, ivi compresa l’induzione dell’interferone gamma. L’ozono eserciterebbe la sua attività antivirale attraverso l’inibizione della replicazione virale, inattivando direttamente il virus. Va tuttavia specificato che, allo stato, l’O2/O3 sembrerebbe poter rappresentare un adiuvante dei classici farmaci antivirali e non propriamente un’alternativa agli stessi[7, 8].

In questa direzione, una sperimentazione italiana ha evidenziato che, su 36 malati con polmonite e difficoltà respiratorie, il trattamento in esame, associato agli antivirali, riduce il danno ai polmoni e rallenta l’infiammazione in atto – è così che ne descrive gli effetti il dott. Amato de Monte, il quale, nel dicembre 2020, ha ritirato il premio Medicina Italia proprio per questa intuizione.

Una nota conclusiva: l’aspetto della sicurezza

La principale preoccupazione relativa all’ossigeno/ozonoterapia ad oggi riscontrata riguarda l’ozonizzazione del sangue. Infatti, i radicali liberi generati dalla terapia stessa, che a bassi livelli offrono un effetto anti-ossidante, ad elevate quantità, possono essere invece molto pericolosi, provocando un forte stress ossidativo e, a volte, danno cellulare. È quindi molto importante non eccedere nelle dosi di ozono rispetto alla quantità di enzimi antiossidanti e rispettare, sempre e attentamente, le linee guida rilasciate in materia.

In conclusione: l’ozono non ha effetti deleteri, a condizione di un corretto dosaggio. Tenendo sotto controllo questo aspetto, l’ozono, che agisce come un profarmaco (sostanza biologicamente inattiva, che acquisisce azione medicamentosa solo dopo essere introdotta nell’organismo) è effettivamente in grado di suscitare una moltitudine di risposte biologiche utili e benefiche.

Curiosità

In natura, l’ozono è un gas che tende ad accumularsi negli strati più alti dell’atmosfera proteggendo la Terra dalle radiazioni ultraviolette. Quanto alla composizione, la molecola dell’ozono è formata da tre atomi di ossigeno che si trovano in una struttura ciclica e dinamicamente instabile.

L’ozono fu scoperto nel 1832 da C.F. Schonbein – chimico tedesco dedicatosi a esperimenti sull’ossidazione lenta del fosforo bianco e l’elettrolisi dell’acqua -, che ne descrisse subito il caratteristico odore acre. Sarà tuttavia Nikola Tesla, nel 1986, a brevettare il primo generatore di ozono: a distanza di più di 120 anni, la tecnologia inventata da Tesla è sostanzialmente alla base di tutti gli impianti di produzione di ozono.

In ambito medico, la prima applicazione dell’ozono combinato all’ossigeno (O2/O3) risale alla prima guerra mondiale, contesto in cui è stato ampiamente utilizzato per curare le ferite settiche. Da allora, le esigenze medico-terapeutiche a cui la terapia in commento ha saputo trovare risposta si sono notevolmente ampliate[1, 2].

Referenze

  1. Bocci V., Borrelli E., Zanardi I. & Travagli V. The usefulness of ozone treatment in spinal pain; Druf design, development and therapy, 2015; 9:2677-2685
  2. De Sire A., Agostini F., Lippi L., Mangone M., Marchese S., Cisari C., Bernetti A., Invernizzi M.; Oxigen-Ozone Therapy in the Rehabilitation Field: State of the Art on Mechanisms of Action, Safety and Effectiveness in Patients with Musculoskeletal Disorders; Biomolecules, 26;11(3):356.
  3. Juchniewicz H. and Lubkowska A.; Oxygen-Ozone (O2-O3) therapy in Peripheral Arterial Disease (PAD): A Review Study; Therapeutics and clinical risk management, Juchniewicz H, Lubkowska A. Oxygen-Ozone (O2-O3) Therapy in Peripheral Arterial Disease (PAD): A Review Study. Ther Clin Risk Manag. 2020;16:579-594
  4. Società Scientifica Ossigeno OzonoTerapia
  5. Luongo M., Marinelli O., Zeppa L., Aguzzi C., Morelli M. B., Amantini C., Frassineti A., Di Costanzo M., Fanelli A., Santoni G., Nabissi M.; Cannabidiol and Oxygen-Ozone Combination Induce Cytotoxicity in Human Pancreatic Ductal Adenocarcinoma Cell Lines; Cancer, 2020 Sep 27;12(10):2774
  6. Elvis A. M. and Ekta J. S.; Ozone therapy: a clinical review; Journal of natural science, biology and medicine,  2(1): 66–70
  7. Cattel F., Giordano S., Bertiond C., Lupia T., Corcione S., Scaldaferri M., Angelone L., De Rosa F. G.; Ozone therapy in COVID-19: A narrative review; Virys research, 2;291:198207
  8. Franzini M., Valdenassi L., Ricevuti G., Chirumbolo S., Depfenhart M., Bertossi D. and Tirelli U.;  Oxygen-ozone (O2-O3) immunoceutical therapy for patients with COVID-19. Preliminary evidence reported; International immunopharmacology, 88: 106879
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