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Orzaiolo e calazio: qual è la differenza?

Orzaiolo e calazio sono dei disturbi sia dal punto di vista estetico che doloroso che possono insorgere sugli occhi degli adulti e dei bambini. Nonostante siano entrambi correlati ad alterazioni a carico delle ghiandole palpebrali, i due termini non devono essere usati come sinonimi. Di fatti è possibile differenziarli dal punto di vista clinico ed eziologico.

Anatomia dell’occhio

L’occhio è un organo sensoriale dalla forma sferoidale posto nella cavità orbitaria protetto dalle palpebre e dagli annessi cutanei da eventuali insulti chimici o meccanici. Anatomicamente l’occhio può essere suddiviso in due segmenti: anteriore e posteriore[3, 5].

Nel segmento anteriore troviamo:

  • cornea;
  • iride;
  • cristallino;
  • corpo ciliare.

Il segmento posteriore è, invece, costituito da:

  • sclera;
  • coroide;
  • retina;
  • corpo vitreo;
  • nervo ottico.

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Segmento anteriore

La cornea che costituisce la lente principale dell’occhio continuamente bagnata dal film lacrimale, si presenta come un tessuto trasparente privo di vasi costituito da cinque strati:

  • epitelio;
  • membrana di Bowman;
  • stroma;
  • membrana di Descemet;
  • endotelio.

L’iride suddivide l’occhio in camera anteriore e camera posteriore. Nella camera posteriore viene raccolto l’umor acqueo, liquido salino prodotto dal corpo ciliare.

L’iride dalla struttura pigmentata rappresenta la parte colorata dell’occhio. Ha una forma circolare con al centro la pupilla, la quale regola l’ingresso dei raggi luminosi grazie a una serie di muscoli che fanno sì che essa si restringa e si allarghi quando siamo o meno al sole.

Il cristallino è una lente biconvessa posta posteriormente all’iride e anteriormente al corpo vitreo. Il cristallino permette di mettere a fuoco adattando la visione da lontano e vicino, inoltre assorbe parte dei raggi ultravioletti proteggendo la retina. Ciò è possibile grazie a una variazione della sua superfice indotta dalla contrazione e rilasciamento del muscolo ciliare a opera del muscolo dell’accomodazione visiva[3, 5].

Segmento posteriore

La sclera, la parte bianca dell’occhio, è una membrana ricca di fibre di collagene avente una funzione protettiva contro eventuali sollecitazioni meccaniche esterne. La retina è definita come la parte intelligente dell’occhio in quanto è una membrana avente funzione nervosa e sensoriale. Il suo compito è quello di convertire gli stimoli luminosi in impulsi nervosi grazie alla presenza dei fotorecettori, in particolare coni e bastoncelli distribuiti lungo la retina. L’intera superfice della retina è rivestita dalla coroide, una membrana vascolare che oltre a nutrire la parte superiore della retina contribuisce anche all’irrorazione del nervo ottico.

Quest’ultimo è costituito da una serie di fibre nervose che collegano il bulbo oculare al diencefalo. Tale connessione permette di trasmettere gli impulsi elettrici al centro visivo del cervello dove verranno trasformati in immagini[3, 5].

Sistema lacrimale

È costituito da ghiandole di tipo secretorio ed escretorio. Il sistema di tipo secretorio è formato dalla ghiandola lacrimale principale e dalle ghiandole lacrimali accessorie. Alla base delle ciglia nella parte posteriore vi sono le ghiandole di Meibomio che rilasciano una sostanza di natura oleosa capace di ritardare l’evaporazione del film lacrimale. Un’anomalia nella funzione di tale ghiandole provoca alterazioni nella stabilità del film lacrimale. Le lacrime sono costituite da un insieme di sostanze nutritive, enzimi e immunoglobuline necessarie alla cornea[5].

Orzaiolo

L’orzaiolo è un’infezione acuta a carico del follicolo ciliare e delle ghiandole annesse, di Zeis  o di Moll. Si presenta con la formazione di un ascesso, ovvero una raccolta di materiale purulento, tra cui batteri. L’esordio è abbastanza rapido, inizialmente si ha arrossamento e dolore in corrispondenza della palpebra. A questo si associano lacrimazione, ipersensibilità alla luce e sensazione di corpo estraneo. Successivamente si ha la formazione di un puntino giallastro sul margine della palpebra per poi aprirsi dopo qualche giorno facendo fuoriuscire pus con la completa guarigione.

Tuttavia, vi sono casi in cui l’orzaiolo rimane interno con dolore ed edema al di sotto della palpebra. In tal caso il fastidio è maggiore e si può avere anche febbre contemporaneamente. Dal momento che tra le cause principali vi è la scarsa igiene, l’orzaiolo è più frequente nei bambini, poiché tendono a strofinarsi gli occhi frequentemente. Negli adulti può succedere quando operano in ambienti lavorativi sporchi che favoriscono le infezioni da Staphylococcus aureus[1].

Calazio

Il calazio è un’infiammazione cronica granulomatosa dovuta all’ostruzione di una ghiandola di Meibomio che si manifesta come un nodulo consistente. Tale ostruzione causa la fuoriuscita di materiale di natura lipidica che, depositandosi sui tessuti molli circostanti della palpebra, causa un infiammazione granulomatosa secondaria. L’occlusione del dotto generalmente non è dovuta a infezioni ma a tutte quelle cause che provocano una disfunzione della ghiandola stessa.

Tra le possibili vi sono:

  • scarsa igiene del bordo palpebrale;
  • infiammazioni a carico della palpebra (blefariti);
  • fattori ormonali;
  • acne rosacea;
  • dermatite seborroica.

In genere, il calazio si manifesta con una tumefazione distesa della palpebra, nei casi più severi, il soggetto non riesce ad aprire l’occhio. Dopo qualche giorno si avrà la formazione del nodulo solido in un determinato punto, aprendosi successivamente e versandone il proprio contenuto all’esterno. Nei casi estremamente gravi, il calazio può causare problemi alla cornea[4].

Prevenzione

In entrambi i casi è fondamentale garantire una buona igiene oculare soprattutto attorno ai margini delle palpebre, punti in cui insorgono sia calazio che orzaiolo. È bene garantire una buona fluidità delle secrezioni delle ghiandole del Meibomio per evitare di avere un ristagno a livello degli orifizi. La detersione degli occhi deve essere effettuata usando detergenti specifici, che siano delicati senza provocare alcun tipo di irritazione. Preferibilmente effettuare il lavaggio con le palpebre chiuse e massaggiando delicatamente con i polpastrelli delle dita. In alternativa è possibile ricorrere all’uso di garze medicate oppure imbevute semplicemente di soluzione fisiologica agendo sul bordo palpebrale al fine di rimuovere il secreto ghiandolare[1, 4].

Trattamento

Una volta constatata la diagnosi mediante visita oculistica è bene procedere al trattamento del disturbo. Il più comune e spesso più utile è quello degli impacchi caldi a palpebre chiuse per circa 3 minuti. Il calore di fatti favorisce la maturazione e la conseguente rottura dell’orzaiolo, inoltre l’effetto termico favorisce la penetrazione di eventuali creme applicate successivamente. Tuttavia, quando si parla di orzaiolo interno, la fuoriuscita non è così semplice e occorre un intervento medico per drenare il pus. Al fine di evitare il rischio di cronicizzazione si ricorre all’impiego di pomate o colliri antibiotici, generalmente attivi su germi Gram-positivi, come lo Staphylococcus aureus.

Tra le molecole maggiormente impiegate, vi sono:

  • tetracicline;
  • azitromicina;
  • cloramfenicolo;
  • acido fusidico.

Nei casi di intensa infiammazione o nei casi in cui vi sono complicazioni oculari il medico ricorre all’associazione di antibiotico e cortisone, in cicli di terapia brevi evitando l’insorgenza di effetti indesiderati dalla terapia cortisonica. Nei casi in cui si ha, invece, cronicizzazione e persistenza del disturbo per periodi eccessivamente lunghi si ricorre alla chirurgia. Quest’ultima consiste in un piccolo intervento chirurgico nel quale viene applicata un’ incisione verticale alla cisti in anestesia locale[1, 3, 4].

Referenze

  1. Buratto Lucio. L’occhio, le sue malattie e le sue cure. Springer 2011.
  2. Disturbi oculari. Manuale MSD.
  3. Goodman & Gilman. Le basi farmacologiche della terapia. XII edizione Zanichelli.
  4. Shima Fukuoka et al.: Changes in meibomian gland morphology and ocular higher-order aberrations in eyes with chalazion. Clin Ophthalmol 2017.
  5. Thomas F. Freddo & Edward Chaum. Anatomia dell’occhio e dell’orbita.
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