La Community italiana per le Scienze della Vita

Orbettino: una lucertola senza zampe

Avete mai sentito parlare di una lucertola priva di zampe? Forse l’avrete anche vista di persona, scambiandola a colpo d’occhio per un serpente. Si tratta dell’orbettino, membro della famiglia degli anguidi ed ospite diffuso di siepi e giardini del nostro continente. Vediamo di scoprire qualcosa di più di questo schivo animale.

Morfologia dell’orbettino

L’orbettino è un rettile dal corpo allungato e cilindrico, privo di arti. Testa e torso sono poco differenziate dalla coda, che di solito è un po’ più lunga del resto del corpo[5]. Questo animale pesa meno di 1 g alla nascita, ma può arrivare anche a 28 g una volta cresciuto. Dalla punta del muso fino alla cloaca, i neonati di orbettino misurano circa 4,5 cm, mentre gli individui sessualmente maturi sono lunghi almeno 13 cm. La loro crescita può continuare ben oltre i 20 cm, escludendo l’estensione della coda[3, 5].

La pelle è dotata di squame leggermente sovrapposte e lisce, utili per scavare nel terreno e per proteggerlo da agenti esterni. La robustezza di queste squame è notevole, perché esse possiedono al loro interno una lamina ossea chiamata osteoderma[5].

Gli orbettini possono inoltre praticare l’autotomia caudale. Ciò significa che possono liberarsi della propria coda per distrarre i predatori… Proprio come le loro cugine, le lucertole comuni dei nostri cortili! Tuttavia, nell’orbettino la ricrescita dell’estremità perduta è lenta, e spesso non viene nemmeno completata[5].

Colorazione e dimorfismo sessuale

La colorazione di questi rettili varia durante la crescita, in base al sesso e anche su base stagionale[5, 7]. I neonati hanno una colorazione dorata o verde/dorata sul dorso, nera lateralmente e sul ventre[5]. Le femmine possono presentare una linea scura che dal capo si estende per tutta la lunghezza del corpo sopra alla colonna vertebrale[7]. Crescendo, l’animale sviluppa una tonalità marrone sulla schiena, mentre fianchi e ventre si schiariscono: i maschi tendono a diventare più chiari delle femmine all’avanzare dell’età, arrivando anche al grigio chiaro[5, 7].

Oltre che per il colore delle squame, è possibile distinguere i due sessi grazie alle dimensioni del capo, maggiori nel maschio[5]. È possibile anche imbattersi in orbettini con la parte inferiore del corpo parzialmente o completamente blu, oppure con macchie blu su collo, gola, e talvolta sulla schiena[5, 7].

orbettini
Due orbettini: una femmina in alto, sotto un maschio. Fonte: bastiaan, Pixabay.

Organo vomeronasale

Un’altra particolarità di questa lucertola è legata alla sua chemiorecezione di potenziali nemici: di che si tratta? Grazie ad uno sviluppato sistema vomeronasale, l’orbettino è in grado di intercettare alcune sostanze chimiche (come gli ormoni) rilasciate nell’ambiente da altri animali. Gli basta dunque esplorare l’atmosfera con la propria lingua, per scoprire se è in arrivo un predatore o un innocuo straniero.

Questo tipo di percezione chimica, comune a molte specie di rettili, permette di esplorare il mondo circostante anche in condizioni di bassa visibilità: è proprio questo il caso del nostro timido sauro, che vive spesso al buio o circondato dall’erba alta[2].

Habitat e distribuzione dell’orbettino

Queste lucertole apodi hanno abitudini quasi sotterranee (o semi-fossorie): è molto difficile incontrarle! Prediligono infatti ambienti ipogei, ovvero sotto il livello del suolo, e si possono trovare in nicchie del terreno o nascosti tra le rocce[2, 6]. Popolano sia ambienti urbanizzati che naturali, tra 0 e 2400 m sul livello del mare. Li si può dunque incontrare in praterie, radure e bordi delle foreste, siepi, giardini ma anche in habitat più aridi: ad esempio, nella macchia mediterranea[6].

Gli orbettini sono diffusi in gran parte d’Europa e dell’Asia, sebbene la loro distribuzione precisa non sia ancora conosciuta. Sono ben presenti nelle foreste dei Paesi baltici, con popolazioni che si spingono fino alla Siberia occidentale. Sono invece assenti in Islanda, Irlanda, Scandinavia settentrionale e su alcune isole greche[2, 6].

In Italia sono ospiti noti: esistono addirittura due diverse specie di questo animale! Stiamo parlando di Anguis fragilis ed Anguis veronensis, che abitano rispettivamente parte della catena alpina ed il resto della penisola[1].

Riproduzione dell’orbettino

Come molti altri sauri, l’orbettino è ovoviviparo: produce quindi delle uova che vengono trattenute nelle vie genitali femminili fino al momento della schiusa. Quando l’animale partorisce, dunque, i piccoli sono già completamente formati e si apprestano ad uscire dal guscio.

Per questi rettili la riproduzione ed il periodo delle nascite si collocano nei mesi più caldi dell’anno, differenti a seconda della popolazione e dell’area geografica in cui si trova. Per esempio, il periodo dell’accoppiamento inizia tra maggio e giugno nei Paesi nordici, tra marzo ed aprile nei Paesi più caldi, per concludersi in autunno[3, 5]. Il primo evento riproduttivo, in entrambi i sessi, avviene al quarto o quinto anno di età nel Regno Unito, mentre già al terzo nella penisola iberica[3, 6]. Le femmine hanno cicli riproduttivi di due anni in nord Europa, mentre nelle popolazioni meridionali si riproducono annualmente[3, 5]. Una femmina ai primi stadi di gravidanza presenta generalmente segni di morsi e graffi sulle squame della testa e del collo, prodotti dal maschio durante la copula[3].

Alimentazione dell’orbettino

Questa lucertola apode si ciba principalmente di vermi e di altri piccoli invertebrati, come lumache e chiocciole. Ragni, millepiedi, le larve di alcuni coleotteri e le larve di mosca o di altri ditteri completano talvolta la sua dieta[3, 5].

Tassonomia

L’orbettino è un rettile appartenente all’ordine Squamata, famiglia degli Anguidae, genere Anguis[6]. Esistono cinque specie di questo genere e i caratteri utili per identificarle includono: areale di distribuzione, numero e disposizione delle squame su corpo e testa, visibilità degli orifizi auricolari, dimensioni. Le specie sono[5, 7]:

  • Anguis fragilis, residente in Europa centro-occidentale.
  • A. veronensis, diffuso in Italia, sulle Alpi meridionali e in Francia sudorientale.
  • A. colchica (o colchicus), presente in Europa orientale ed Asia occidentale.
  • A. graeca, distribuito sui Balcani meridionali.
  • A. cephallonica, abitante del Peloponneso meridionale e di alcune Isole Ionie, come Zacinto, Cefalonia e Leucade[5, 6].

distribuzione-orbettino
L’area ocra indica la distribuzione del genere Anguis. I pallini colorati, riportati in legenda, mostrano campionamenti di esemplari delle cinque specie di orbettino. (da [4])
Restano inoltre ancora irrisolte le relazioni filogenetiche (ossia evolutive) tra le cinque specie: quale di loro è comparsa per prima? Quale per ultima? Sono in corso ulteriori indagini per colmare queste lacune[4].

Anguis veronensis e Anguis fragilis: similarità e differenze

Fino ai primi anni 2000 erano conosciute solo quattro delle specie sopra elencate: Anguis veronensis, una delle due specie italiane, è una new entry nella letteratura scientifica. È stato identificato grazie a tre marcatori genetici che hanno permesso di superare le difficoltà di classificazione. Ma quali difficoltà? La parziale sovrapposizione di habitat dei due taxa e l’identificazione morfologica, basata su caratteri visibili. Infatti la coesistenza, in alcune regioni alpine, di A. fragilis ed A. veronensis, unitamente alle loro abitudini schive, complica il processo di mappatura geografica delle rispettive popolazioni.

Inoltre Anguis veronensis ed Anguis fragilis condividono moltissime somiglianze fisiche rispetto alle altre specie di orbettino. Per esempio, le aperture delle loro orecchie sono difficili da vedere e le colorazioni sono comparabili. Tuttavia, A. veronensis colonizza generalmente ambienti entro i 1520m sul livello del mare, e la lunghezza della sua coda, nei maschi, è maggiore che in A. fragilis. Altra differenza osservabile è la maggiore dimensione del capo nei maschi di A. veronensis. Infine, un carattere verificabile solo su grandi numeri di esemplari: le due specie differiscono nella percentuale di individui dotati di un certo mosaico di squame prefrontali[1].

Conservazione dell’orbettino

Secondo la Lista Rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), le specie di orbettino presenti in Italia si trovano sotto status di “minima preoccupazione”. Le minacce più comuni per questi sauri derivano dall’uso e consumo di suolo, dai predatori naturali e dall’uomo[4, 6].

Per A. cephallonica, invece, residente in terra greca, gli incendi costituiscono oggi la principale minaccia. La classificazione IUCN etichetta dunque tale specie del Peloponneso come “quasi a rischio”[6]. Infine, i dati riguardanti Anguis colchica ed Anguis graeca sono ancora in fase di elaborazione[6].

Conclusione

Riassumendo: l’orbettino è una lucertola ma non ha le zampe, vive anche in Italia ma è molto difficile distinguere una specie dall’altra, si trova in quasi tutta l’Eurasia ma si sa ancora poco delle sue abitudini… Si tratta insomma di un rettile tutta da scoprire! Non è incredibile quanto poco conosciamo degli animali che vivono nei nostri giardini?

Referenze

  1. Cabido, C., et al. (2004). Chemosensory predator recognition induces defensive behavior in the slow-worm (Anguis fragilis). Canadian Journal of Zoology 82: 510-515;
  2. Crucitti, P., et al. (2019). Checklist dei Vertebrati del Parco Naturale Archeologico dell’Inviolata (Guidonia Montecelio, Roma). Quaderni del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara 7, 61-79;
  3. Ferreiro, R., & Galan, P. (2004). Reproductive ecology of the slow worm (Anguis fragilis) in the northwest Iberian Peninsula. Animal Biology 54(4), 353-371;
  4. Gvodzik, V., eat al. (2013). An ancient lineage of slow worms, genus Anguis (Squamata: Anguidae), survived in the Italian Peninsula. Molecular Phylogenetics and Evolution 69(3), 1077-1092;
  5. Kaczmarek, P., et al. (2016). Blue Venter in the Slow Worm (Anguis fragilis): Review and New data. Herpetological Review 47(3), 375-377;
  6. Smith, N. D. (1990). The ecology of the slow-worm (Anguis fragilis L.) in Southern England. University of Southampton, Doctoral thesis;
  7. IUCN Red List.

Immagine di copertina di Filippo Castellucci.

Articoli correlati
Commenta