È innegabile: quasi ogni momento della nostra quotidianità ormai sembra essere correlato all’uso delle nuove tecnologie. Dall’utilizzo del computer sul posto di lavoro o durante le lezioni universitarie per prendere appunti, fino all’uso specifico di app che ci permettono di ordinare cene senza sforzo o che ci accompagnano durante la corsa, molte delle attività di qualsiasi giornata prevedono l’utilizzo di un mezzo tecnologico.
Questo connubio uomo e macchina innovativa può sia essere visto in ottica positiva, sia assumere dei connotati a volte negativi. Se da un lato, infatti, ci sono situazioni in cui è imprescindibile e utile usufruire di supporti di questa natura, dall’altro alcune situazioni ne comportano un uso scorretto.
Si può pensare ad esempio all’uso dello smartphone alle guida: a chi non è mai capitato di vedere qualcuno cadere nella tentazione di rispondere a una chiamata o di sfruttare addirittura ciò che un telefono di nuova generazione può offrire? Questo semplice esempio di uso deleterio delle nuove tecnologie non rappresenta solo un rischio per l’incolumità fisica ma, secondo quanto scoperto da alcuni ricercatori, potrebbe addirittura apportare modifiche nel nostro sistema nervoso.
L’onda theta e la capacità degli sms di modificare il SN
Alcuni ricercatori della Mayo Clinic (Florida) si sono proposti di monitorare le onde cerebrali di un campione composto da centoventinove soggetti durante la stesura di sms al telefono e altre attività per sedici mesi. I risultati hanno fatto emergere un dettaglio interessante: esiste un’onda cerebrale caratteristica, denominata onda theta, che in un soggetto su cinque sembra essere correlata alla scrittura di messaggi. Proprio a causa della sua genesi, essa può essere rinominata anche come la particolare “onda sms”.
Questa tipologia di onde è presente nella nostra attività cerebrale anche in altre situazioni specifiche, quali il sonno (specialmente se connesso al sogno), durante l’ascolto di musica o anche in situazioni legate allo sforzo cognitivo. In generale quindi un’onda theta si può generare quando uno degli organi principi del nostro corpo è impegnato attentivamente o emotivamente.
La ricerca svolta ha invece individuato una specifica forma di onda theta legata alla sola scrittura di messaggi telefonici; non possiamo averne la certezza, ma si fa strada l’ipotesi che tale meccanismo sia il frutto di un adattamento del cervello a un comportamento specifico legato alle nuove tecnologie.
In attesa di nuovi studi su questi fronti, questo apparentemente piccolo e curioso dettaglio spinge a riflettere su come un gesto tanto banale quale la scrittura di sms, considerato da troppi come innocuo se associato ad altre attività parallele come quella della guida, possa in realtà non solo esporci a pericoli di incolumità fisica, ma anche a modificazioni in uno degli organi più preziosi che possediamo.