L’occhiata è un piccolo pesce pelagico tipico delle coste del Mediterraneo. Molto diffuso, è di recente diventato centro dell’attenzione dei bagnanti. Non di rado, infatti, si sente parlare di “bagnanti attaccati da pesci” ed è possibile trovare su internet articoli che documentano questi accadimenti. Le voci conducono ad additare tra i colpevoli l’occhiata. Ma davvero l’occhiata può essere un pericolo? È realmente in grado di attaccare l’uomo? Se sì, perché lo farebbe? La risposta è nella biologia del suo comportamento.
Descrizione dell’occhiata
L’occhiata, Oblada melanura (Linnaeus, 1758), in inglese nota come saddled bream, è un piccolo pesce (massimo 30 cm[1]) appartenente alla famiglia degli Sparidi[2]. Quindi, tra i suoi parenti ci sono i saraghi, con i quali spesso viene confusa. Inizialmente, infatti, l’occhiata era stata descritta e classificata come Sparus melanurus, ma successivamente è stata classificata nel genere Oblada, del quale è l’unica specie[3].
Il corpo è ovoidale ed appiattito. Ha una sola pinna dorsale (come gli altri Sparidi) munita di 11 raggi spinosi e 13-14 molli, mentre la pinna anale ha 3 raggi spinosi e 12-14 molli. Le pinne pettorali sono falciformi e corte, infine la pinna caudale è forcuta. La linea laterale è ben visibile, con 64-67 scaglie. La bocca è piccola e obliqua; le mascelle sono uguali ed ognuna ha diverse file di denti, che sono incisivi nella parte frontale e conici ai lateralmente[4].
Come identificare un’occhiata
Caratteristica distintiva dell’occhiata è una macchia nera bordata di bianco sul peduncolo caudale (come un falso occhio). Identificata questa non si può sbagliare, è un’occhiata!
Attenzione però ad altri pesci. Spesso altri pesci caratterizzati da una macchia nera vengono erroneamente confusi con le occhiate. È per esempio il caso della menola (o mennola, Spicara maena) che ha una macchia nera (senza bordatura bianca) sul fianco, nella parte medio-posteriore. Questi pesci, di solito, sono di dimensioni simili alle occhiate e vengono scambiati dai meno esperti per individui che stanno sviluppando e cambiando livrea. Non potrebbe essere più sbagliato, tanto è vero che la menola appartiene ad una famiglia completamente diversa, quella dei Centracanthidae. Inoltre, la macchia nera e bianca dell’occhiata la caratterizza fin dallo stadio giovanile.
Uno sparidae che potrebbe anche essere confuso più facilmente con l’occhiata è lo sparaglione (Diplodus annularis), un pesce piuttosto solitario e che tipicamente vive nelle praterie di posidonia. Questo però è molto più difficile da avvicinare e, seppur presenti anch’esso una macchia nera alla base della coda, non è bordata di bianco; inoltre, nelle pinne è ben marcata la nota di giallo.
Distribuzione e habitat
L’occhiata è una specie pelagica e solitamente ha comportamento gregario come gli altri sparidi. Occupa le acque litoranee al di sopra dei fondali rocciosi e dei letti di posidonia, fino a 30 m di profondità, e tende a formare associazioni intorno alle gabbie presenti in mare per l’allevamento di altre specie di interesse commerciale[5]. La profondità a cui si trova cambia anche in funzione della stagione: solitamente in primavera e d’estate tende ad occupare acque poco profonde, mentre dopo novembre tende a spostarsi al di sotto del termoclino[6].
Presente in tutto il Mar Mediterraneo e il Mar Nero, passato lo Stretto di Gibilterra si spinge a nord, sulla costa atlantica, fino al Golfo di Biscaglia e a sud fino all’Angola, isole Azzorre, Madera, Canarie e Capo Verde.
Biologia e comportamento dell’occhiata
Riproduzione
L’occhiata è un pesce tipicamente gonocorico, ovvero con sessi separati (come noi esseri umani), ma in alcuni casi può manifestarsi un ermafroditismo proteroginico, ovvero gli individui nascono di sesso femminile e, alla maturità sessuale, in base a fattori fisico-morfologici (ed esempio la lunghezza) e sociali (ad esempio il rapporto tra maschi e femmine nel gruppo) diventano individui di sesso maschile[1, 6].
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In entrambi i casi, la riproduzione avviene in primavera, tra aprile e giugno[1], con uova pelagiche, cioè libere della colonna d’acqua. Ad agosto gli stadi post-larvali si trovano nel plancton.
Alimentazione
L’occhiata è onnivora[6]: si nutre, in proporzione diversa a seconda della stagione e dell’età, di alghe, molluschi e soprattutto crostacei di piccole dimensioni, ma anche di tunicati, uova di pesci e anellidi.
L’occhiata risulta dunque essere un predatore opportunista la cui dieta si modifica durante la vita dell’organismo e in funzione della disponibilità delle prede. In generale è composta da molti gruppi di animali sia pelagici che bentonici, ma tra le prede preferite dalle occhiate ci sono i copepodi, ovvero un gruppo di crostacei rappresentato da organismi di piccole dimensioni (massimo 1-2 mm) sia planctonici che bentonici. Non mancano ad arricchire la dieta i cladoceri (un altro gruppo di crostacei che comprende le cosiddette pulci d’acqua), le larve di molluschi e le uova di pesce[7].
Pesca
La pesca dell’occhiata può essere effettuata da costa o da barca. Per tirare all’amo un’occhiata si possono usare le esche più disparate: fiocchi di pane, appositi sfarinati, polpa di sardina o il più comune bigattino (cioè la larva della mosca carnaria, Sarcophaga carnaria).
Per quanto riguarda la pesca con le reti da barca, essa viene praticata tutto l’anno. Ci sono diversi tipi di pesca in tal senso, come ad esempio i tramagli (anche detti tremagli) che vengono utilizzati un po’ per tutti gli sparidi. L’utilizzo del tramaglio implica però una pesca non selettiva, quindi in alcune zone non è consentito in quanto può minacciare le specie protette[8]. Di solito, i prodotti ricavati si possono trovare nei mercati locali piuttosto che nei grandi punti di distribuzione.
La scelta dei consumatori è legata alla carne, considerata molto pregiata: contiene infatti una grande quantità di proteine ad alto valore biologico e una bassa percentuale di grassi e carboidrati. Le elevate quantità di potassio e ferro, calcio e magnesio lo rendono un prezioso alimento per quanto riguarda l’apporto dei minerali.
Turismo e comportamento: l’occhiata è un pesce aggressivo?
Per quanto riguarda il rapporto tra occhiata e uomo, esso non è fondato solo sulla pesca, ma è anche legato al turismo. Essendo un predatore opportunista, l’occhiata viene spesso attirata dai turisti (ad esempio con molliche di pane) per osservare i gruppi di pesci avvicinarsi alla superficie. Senza dilungarsi sull’erroneità di questo comportamento, addirittura bandito in alcune aree marine protette, è un pesce che facilmente si avvicina all’uomo senza però essere aggressivo.
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Di recente, alcuni magazine online hanno riportato notizie di attacchi da parte delle occhiate a carico dei bagnanti (ad esempio qui e qui). Queste notizie, però, non trovano ancora riscontro in letteratura. Verosimilmente, l’occhiata è un pesce con una grande plasticità alimentare, e potrebbe, in condizioni di stress (quali temperatura, penuria di cibo, ecc.) essere eventualmente indotto ad un’alimentazione diversa, tipica solitamente dei pesci pulitori.
Come tale, ne imiterebbe anche il comportamento, andando a “pulire” i bagnanti dalla pelle morta. Essendo dotata di denti, in tale circostanza la sensazione potrebbe essere avvertita dal bagnante, senza però potersi definire un vero e proprio attacco. Per dare un esempio pratico, questo comportamento potrebbe essere analogo a quello dei pesci utilizzati in alcuni centri estetici per la pedicure (solitamente si utilizzano i ciprinidi perché sono di acqua dolce e poco esigenti come specie da mantenere in acquario).
La spiegazione formulata da alcuni addetti al settore a seguito di questi episodi è che questa sia la conseguenza dei cambiamenti climatici che stanno condizionando il comportamento delle occhiate in seguito a diversi fattori di stress.
Per approfondire le notizie ti lascio come indicazione l’articolo che contiene il parere di Oceanus e quello che riporta la spiegazione del Dottor Gaeta Adriano Madonna (Biologo marino).
Risulta comunque importante evidenziare che questo comportamento non riguarda solo le occhiate, poiché negli ultimi anni sono state registrate analoghe segnalazioni per saraghi (per info vedi qui) e mormore (e qui).
Conclusioni
L’occhiata è un pesce molto diffuso in tutto il Mediterraneo e storicamente noto lungo tutte le coste dell’Italia. Allo stato attuale non è una specie a rischio di estinzione, infatti, nella Red List IUCN è indicata come “rischio minimo” (Least Concern)[9] e la sua presenza non rappresenta un pericolo per l’uomo. Sicuramente i cambiamenti dell’ecosistema marino stanno influenzando le specie più disparate e, quindi, non è da escludere che l’occhiata si stia adattando a questi cambiamenti. È importante, pertanto, tenere traccia degli eventuali cambiamenti e segnalarli, senza però farsi influenzare dalle notizie del momento e farsi travolgere dagli allarmismi.
Referenze
- Akyol, O., Kara, A., & Sağlam, C. (2014). Maximum size of saddled bream, Oblada melanura (Linnaeus, 1758)(Osteichthyes: Sparidae), in the southern Aegean Sea, Turkey. Journal of Black Sea/Mediterranean Environment, 20(3), 270-273;
- Enciclopedia of Life – Oblama melanura;
- WORMS – Oblada melanura;
- Marine Species Identification Portal – Oblama melanura;
- Ferri, J., et al. (2011). The effect of artificial feed on blood biochemistry profile and liver histology of wild saddled bream, Oblada melanura (Sparidae). Marine environmental research, 71(3), 218-224;
- Daban, I. B., et al. (2020). Age, growth and reproductive biology of the saddled seabream (Oblada melanura) in the North Aegean Sea, Eastern Mediterranean. Oceanological and Hydrobiological Studies, 49(1), 13-22.;
- Pallaoro, A., Santic, M., & Jardas, I. (2003). Feeding habits of the saddled bream, Oblada melanura (Sparidae), in the Adriatic Sea. Cybium, 27(4), 261-268.;
- Cetinić, P., et al. (2002). Specific method of fishing for Sparidae species in the eastern Adriatic. Fisheries research, 55(1-3), 131-139.;
- IUCN Red List – Oblada melanura.