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Obesità in Italia: lo stivale ci va stretto

Obesità in Italia, è allarme? – Sicuramente non è la prima volta che ne sentite parlare e sicuramente (alla luce delle previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) non sarà l’ultima.  Ma questo dato può sicuramente aiutarvi a comprendere meglio la dimensione di quella che è definita dagli scienziati di tutto il mondo epidemia dell’obesità”. 3.4 milioni di morti l’anno secondo l’OMS; il grasso nel mondo uccide oggi più della fame. Il grasso in eccesso è ritenuto responsabile di quasi la metà dei casi di diabete, ma anche di malattie ischemiche del cuore e di alcune forme di cancro come al colon-retto, endometrio, esofago, pancreas, reni e seno dopo la menopausa.

Per il Belpaese si potrebbe immaginare un presente e un futuro più roseo, in quanto siamo il paese culla della Dieta Mediterranea, cosi amata apprezzata e (perché no) invidiata dal resto del mondo. In realtà sbaglieremmo. In realtà per l’Italia, la situazione non è promettente: gli ultimi dati a cui abbiamo accesso mostrano che lo Stivale detiene addirittura il primato negativo Europeo dell’Obesità infantile dopo la Grecia.

E salendo nelle fasce d’età la situazione non migliora: 1 adulto su 10 è obeso e un adulto su due della popolazione rimanente è in sovrappeso.

Qual è la differenza tra obesità e sovrappeso?

Calcolando il rapporto tra peso (Kg) e il quadrato dell’altezza (m²) si ottiene un numero, approssimativo, certo, ma che ci dà informazioni: se questo è compreso tra 25 e 29 si è nella fascia del sovrappeso, a 30 e oltre si è obesi. Se siete alti 1,75 e pesate 79 chili siete sovrappeso. Se pesate 95 è molto probabile che siate obesi.

Ma come già per altre statistiche del nostro Paese dati ancora più negativi si registrano per le fasce più giovani della popolazione: il 36% dei ragazzi e il 34% delle ragazze (sotto 18 anni!!) sono obesi. Studi epidemiologici prevedono che entro il 2030, se non prenderemo provvedimenti, potremmo assistere ad un preoccupante raddoppio di queste percentuali. Entrando nei dettagli è chiara una netta differenza tra il Nord e il Sud Italia: Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia incidono negativamente sulla media Italiana.

Un circolo vizioso impressionante, che oltre ad avere un impatto sulla qualità della vita delle persone sono da capogiro: solo nella nostra nazione sono di 22,8 miliardi di euro l’anno, di cui il 64% riguardante le ospedalizzazioni, più o meno quanto si è provato a racimolare con l’ultima Spending Review (non so se con successo o meno, uso questo esempio solo per darvi degli ordini di grandezza).

Cause dell’obesità

Obesità, una patologia multifattoriale su cui l’ambiente ha sicuramente l’influenza maggiore e con ambiente intendiamo principalmente la dieta e l’attività fisica. La genetica invece incide non poco, ma meno del 40%. Come sempre non meno importante è il livello di educazione. Se non so leggere i segnali stradali è molto facile che prima o poi vada a sbattere, per cui è consigliabile che io studi per conto mio o mi affidi ai professionisti delle scuole guida.

Allo stesso modo, se non so ciò che devo mangiare per stare in forma non lo mangio e quindi ingrasso. A prova di ciò, è chiaro che le differenze socio-economiche si manifestano con una netta prevalenza dell’obesità della parte della popolazione con un livello di educazione inferiore.

Volete un’altra idea per risparmiare, inquinare meno e aiutarci a rimanere in salute? Le ultime ricerche hanno messo in luce che le temperature nelle abitazioni sono aumentate dello 0.4 °C per decade dal 1970, con un incremento rapido negli ultimi anni. La diminuita spesa energetica richiesta al nostro corpo per acclimatarci si risolve con ben 4 chili in più ogni anno.

obesità evoluzione

Consigli facili da applicare

  • Affidarsi ad un professionista del settore per costruire le basi per una corretta istruzione alimentare. Ricordate l’esempio della scuola guida. E riflettete sul fatto che mantenersi in forma per tutta la vita è ben più importante e anche più difficile di prendere una patente.
  • Evitare l’uso degli ascensori sforzandosi di andare a piedi. Se il luogo in cui viviamo ce lo permette, limitiamo l’uso della macchina, magari sostituendola con la bicicletta. Un’idea per incentivare a passeggiare e che posso suggerire (spero che tra i lettori ci siano persone che abbiano la possibilità di perorare questa causa nelle sedi opportune) è quella di inserire nei punti strategici delle città i percorsi tra i luoghi di interesse con il relativo consumo calorico calcolato per lo spostamento (a piedi o in bici).
  • Abbassare la temperatura nelle abitazione e negli uffici dai 21-22 gradi comuni ai 19 gradi. Questa scelta ci farà perdere un chilo all’anno grazie al meccanismo di termoregolazione e risparmiare soldi da reinvestire (perché è un investimento a tutti gli effetti) per l’abbonamento mensile in piscina.
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