La valutazione del metabolismo basale è un punto di partenza per stimare il fabbisogno energetico di un individuo. Il metabolismo basale è definito come l’energia necessaria all’organismo per mantenersi in vita e per mantenere la funzionalità degli organi. Il metabolismo basale ricopre circa il 60-70% del consumo calorico giornaliero. Facendo un esempio pratico, se una persona bruciasse mediamente 2.000 calorie al giorno, 1.300 sarebbero spese per mantenere in vita l’organismo. Negli anni, gli scienziati e i clinici si sono impegnati nel perfezionare i metodi di misurazione della massa e delle strutture corporee per ricavare informazioni sul metabolismo e sulle funzioni biologiche. Sono numerose le tecnologie a disposizione dei professionisti del settore per misurare e tenere traccia dei cambiamenti della salute e delle malattie e della efficacia di eventuali interventi nutrizionali e clinici, diagnosi, azioni di prevenzione e trattamenti.
Il metabolismo
Il metabolismo basale corrisponde al 60-75% della spesa energetica ed è riconducibile al 70-80% alla massa magra. È la quantità di energia utilizzata a riposo, a digiuno, a temperatura neutrale e in stato di rilassamento psico-fisico. Per arrivare a definire il dispendio energetico del soggetto si valuta l’attività fisica e la termogenesi da alimenti. Per termogenesi da alimenti si intende l’incremento della spesa energetica conseguente all’assunzione di cibo. La percentuale associata all’attività fisica è soggetta a variazioni, in particolare dal 20% al 40% della spesa energetica. La termogenesi da alimenti varia dal 7% al 13% della spesa energetica in relazione alla composizione della dieta. Dipende dalla digestione, dall’assorbimento e dal metabolismo.
È importante ricordare che il proprio metabolismo non è uguale per tutti: negli uomini è più alto rispetto alle donne perché i primi hanno una maggiore massa muscolare. Inoltre, con l’aumentare dell’età il metabolismo diminuisce. Infine, nonostante la genetica abbia una certa influenza occorre precisare che a parità di parametri considerati (età, sesso, struttura, ecc.) le differenze di metabolismo basale non sono notevoli.
Richiamando concetti evoluzionistici, ricordiamo che l’omeostasi energetica è cruciale per la sopravvivenza della specie. L’evoluzione ha permesso all’uomo di ottimizzare i meccanismi di regolazione energetica per gestire al meglio il peso corporeo. In realtà, la nostra genetica è programmata per mantenere il peso e non perderlo. Quindi, in genere, il dimagrimento è un processo che viene ostacolato dalla nostra biochimica.
Calcolare il metabolismo
Le tecniche di misurazione del metabolismo sono diverse e basate su principi differenti. Una stima del metabolismo si basa sull’utilizzo di equazioni che prendono in considerazione tutti o alcuni parametri come il peso, l’altezza, l’età e il sesso. Generalmente si calcola il metabolismo con più di una equazione e poi si fa una media. Un secondo metodo è basato sull’uso di strumenti, quali il plicometro e l’impedenziometro, in grado di calcolare la massa grassa e muscolare. Da queste informazioni si ricavano i dati sul dispendio energetico. La plicometria misura lo spessore di grasso sottocutaneo, utilizzando uno strumento detto plicometro. I punti di misurazione più utilizzati sono: bicipitale, tricipitale, sottoscapolare, sovra iliaca, addominale, anteriore coscia. La plicometria può essere utilizzata dal nutrizionista, che sommando le misurazioni effettuate riesce a fare una stima della densità corporea e ricavare la massa grassa totale corporea.
Una terza tecnica, più precisa ma utilizzata limitatamente a strutture ospedaliere specializzate, è la calorimetria indiretta. Questo macchinario permette di stimare la produzione di calore basata sulla determinazione degli scambi di gas. La spesa energetica è quantificata in specifiche condizioni (normalmente a riposo) attraverso la misurazione dei gas della respirazione (produzione di CO2 e consumo di O2).
Le tecnologie per misurare il metabolismo basale non sono finite qui ma esistono le tecniche di diluizione densitometria, densitometria a doppio raggio fotonico (DXA), tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica nucleare. Le tecniche sopracitate hanno lo scopo di misurare la massa grassa, la massa magra, il contenuto minerale osseo, l’acqua totale corporea, l’acqua extracellulare, il tessuto adiposo totale e suoi depositi (viscerale, sub cutaneo e intermuscolare) e altri indici utili per il professionista. C’è da sottolineare che le tecniche menzionate sono poco utilizzate negli studi privati perché generalmente necessitano di operatori specializzati e di attrezzature costose.
BIA (analisi di impedenza bioelettrica)
L’Impedenza è la resistenza che l’organismo oppone al passaggio della corrente generata dallo stesso strumento. Si possono stimare altri compartimenti corporei quali l’acqua intra ed extra cellulare, massa cellulare, massa grassa, massa muscolare, massa magra. La BIA è il metodo più comunemente utilizzato per stimare la composizione corporea basata sul modello a due compartimenti e considera il corpo umano un cilindro a sezione trasversale costante. Ovviamente questa è una forzatura che negli anni ha portato la BIA ad essere considerata uno strumento utile nella pratica clinica e nella ricerca ma soggetta ad errori considerevoli.
Per minimizzare gli errori gli operatori devono seguire alcune indicazioni come posizionare nella posizione corretta l’individuo sottoposto all’esame, utilizzate elettrodi di buona qualità ed applicarli sulla pelle detersa, rimandare la misurazione se il soggetto ha la febbre, effettuare l’esame ad un soggetto che non abbia mangiato da almeno 4-5 ore, che non abbia fatto di recente attività fisica prolungata e intensa e tenere eventualmente conto del ciclo mestruale. In commercio sono presenti moltissime marche e tipologie di BIA, con ampie variazioni di prezzo. BIA molto economiche vengono spesso utilizzate dal singolo o nelle palestre, rilasciando risultati soggetti a grandi variazioni e quindi poco attendibili per il monitoraggio dell’efficacia di un allenamento o di una dieta.
Conclusioni
Conoscere il proprio metabolismo non è fondamentale per ottenere buoni risultati per un soggetto che intraprende una dieta. Avere questa informazione può rappresentare un valido aiuto sia al professionista che deve gestire la vostra alimentazione sia al paziente che identifica il proprio metabolismo in un numero, contribuendo all’aumentare della motivazione del soggetto.
Bibliografia
- Manuale di nutrizione applicata, Gabriele Riccardi, Delia Pacioni, Angela A. Rivellese, editore Idelson-Gnocchi, 2017.
- Assessment methods in human body composition, Lee SY, Gallagher D., Curr Opin Clin Nutr Metab Care. 2008 Sep;11(5):566-72.