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Megattera (Megaptera novaeangliae)

Il gigante buono che domina i mari

La megattera (Megaptera novaeangliae; in inglese conosciuta come humpback whale) è un cetaceo della famiglia Balenopteridae e facente parte quindi del gruppo dei misticeti; inoltre, è l’unica specie del suo genere[1]. Per avere un’idea di quali siano i parenti più stretti delle megattere si può pensare alle balenottere (come quella comune e quella azzurra), con cui condividono la famiglia.

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Le megattere hanno da sempre affascinato l’uomo al punto che, nel 1970, è stato prodotto un album con le vocalizzazioni di questa specie, Song of the Humpback Whale, di Roger Payne. Non solo cantanti, ma anche danzatrici (per i movimenti in superficie, in inglese detti breaching), le megattere sono diventate da tempo un simbolo della conservazione della vita negli oceani.

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Caratteristiche generali della megattera

Il nome megattera, che tradotto dal greco significa grande ala, è riferito alle pinne pettorali, che possono raggiungere lunghezze pari anche ad 1/3 del corpo: sono le pinne pettorali più lunghe tra i cetacei[2]!

Le dimensioni medie delle megattere sono di 15,6 m per la lunghezza e 34 tonnellate per il peso[1]. In realtà, come le altre balene, la lunghezza del corpo varia tra maschi e femmine (dimorfismo sessuale): solitamente, le femmine sono 1-1,5 m più lunghe dei maschi[3].

Le megattere sono mammiferi cetacei e, in quanto tali, sono omeotermi, ossia riescono a mantenere costante la temperatura corporea. Come gli altri mammiferi, inoltre, le megattere respirano aria con i polmoni: questo le spinge verso la superficie del mare, dove la respirazione si manifesta con degli spruzzi attraverso lo sfiatatoio (posto sul capo e costituito da due aperture). Il tempo di immersione di questa specie, in generale, varia tra i 5 e i 15 minuti[4].

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Socialità e riproduzione

Generalmente, le megattere vivono in piccoli gruppi, con meno di 10 individui[3]. Quando nel gruppo c’è una megattera con prole, un’altra megattera del gruppo (solitamente un maschio) assume la funzione di guardia: quando un conspecifico estraneo al gruppo si avvicina, la guardia provvede ad allontanarlo (ad esempio emettendo bolle o con movimenti del corpo). Questo comportamento non deve però far pensare che il maschio e la femmina formino una coppia stabile. Proprio come la maggior parte dei mammiferi, le megattere sono poligame; infatti, il maschio compete per la conquista delle diverse femmine mature[4].

In maniera analoga ad altri cetacei, le megattere danno alla luce prole con un elevato grado di sviluppo e che viene allattata per diverso tempo (si parla infatti di cure parentali). Generalmente, le megattere raggiungono la maturità sessuale a 4-10 anni. La gestazione è simile a quella di altri mammiferi e dura 11-12 mesi circa. Il nascituro, lungo 4-5 m, viene allattato (lattazione) per 11 mesi[4], diventando completamente indipendente dalla madre solo una volta raggiunta la maturità sessuale.

Quanto a lungo può vivere una megattera? Solitamente, la stima dell’età di un animale viene effettuata grazie ai denti, i quali presentano un accrescimento per strati indicativo dello stadio vitale. Purtroppo, questo tipo di stima non è possibile per le megattere, che non hanno denti ma fanoni, e la risposta alla domanda resta così incerta. Alcune stime suggeriscono che la vita media delle megattere sia di 50 anni, mentre altri studi sostengono che possano arrivare addirittura ad 80 anni[2]!

Fanoni e alimentazione della megattera

La megattera è un cetaceo misticete, ovvero una balena che non è dotata di denti ma di particolari strutture, dette fanoni. I fanoni sono formazioni laminari cornee (a base di cheratina e idrossiapatite) che scendono dalla mascella dell’animale. Di solito, i fanoni sono spessi 6 mm e presentano il margine esterno liscio, mentre quello interno è sfrangiato. Le sfrangiature servono a generare una superficie filtrante che funziona come un setaccio per i piccoli animali che vivono in colonna d’acqua (plancton). Le megattere, infatti, si nutrono principalmente di krill (crostacei eufasiacei), ovvero piccoli crostacei planctonici; di solito, il krill abbonda nelle acque fredde delle zone polari ed è così che si spiegano le grandi migrazioni di questi animali necessarie all’approvvigionamento[2].

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Nonostante il krill sia il loro alimento preferito, le megattere si nutrono anche di altri animali, come piccoli pesci, restando in ogni caso carnivore[1]. Le tecniche di approvvigionamento sono diverse e spesso variano anche in funzione della stagione[3, 4]. Tra le strategie più comuni vi sono l’affondo, l’anello di schiuma e il bubble-net feeding (o bubble behavior).

Il bubble-net feeding, in particolare, è una tecnica di predazione mediata dalla formazione di bolle, le quali vengono rilasciate dal basso a formare un cerchio o una spirale; in questo modo, le bolle danno luogo ad una sorta di gabbia che concentra gli animali dello zooplancton nella colonna d’acqua delimitata dalle bolle. La megattera risale quindi nel cerchio con la bocca aperta nutrendosi degli organismi concentrati nella gabbia di bolle e massimizzando la filtrazione[1]. Tale comportamento, oltre ad essere esteticamente incantevole, può cambiare a seconda del tipo di espirazione con cui la megattera genera le bolle, in quanto può formare nuvole di bolle o colonne[4].

fanoni megattera
Cranio di una balena con fanoni ben evidenti. (di hanjeanwat, Flickr; CC BY 2.0)

Distribuzione e migrazioni della megattera

Le megattere vivono in quasi tutti i mari e gli oceani del mondo e compiono delle lunghe migrazioni per spostarsi dalle zone in cui si nutrono, nelle regioni polari, a quelle in cui si riproducono, nelle acque subtropicali e tropicali [2].

La specie, normalmente, si sposta ad una velocità media di 3-14 km/h, ma in particolari circostanze (come appunto durante le migrazioni) può raggiungere 27 km/h[4]. Le megattere percorrono lunghe distanze durante le migrazioni: lo spostamento record registrato è di 9800 km[5]!

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Nonostante le migrazioni, le popolazioni di megattere dell’emisfero Nord e Sud sono separate, in quanto i tempi e i luoghi di riproduzione non coincidono mai[1]. Le popolazioni dei due emisferi differiscono anche morfologicamente: ad esempio, cambiano l’estensione e i pattern ventrali dei flukes (i lobi di tessuto connettivo che formano la pinna caudale) e la pigmentazione laterale; inoltre, le megattere dell’emisfero sud tendono ad avere una pigmentazione bianca più marcata, visibile specialmente nella zona laterale del corpo.

Di recente, è stato proposto che le megattere dei tre principali bacini oceanici (Nord Pacifico, Nord Atlantico ed Emisfero Sud) rappresentino 3 sottospecie diverse[3].

Suoni e canzoni delle megattera

Le megattere, come altri misticeti, producono suoni grazie alla laringe, anche se questa è priva di corde vocali. Ne risultano dei suoni lunghi e a bassa frequenza, che si differenziano per durata e finalità.

I maschi di megattera producono un complesso insieme di suoni che può durare da 10 a 20 minuti e che viene ripetuto per diverse ore: per la sua durata e ripetitività, è definito come canto delle balene[3]. Questo canto fa parte dei cosiddetti suoni sociali, poiché serve alle balene per comunicare con i conspecifici; in particolare, le canzoni sono coinvolte nei processi riproduttivi e di selezione sessuale[6] . Le femmine, invece, non producono vere e proprie canzoni, ma suoni più brevi atti alla comunicazione. Che si tratti quindi di un canto o di un suono più semplice, le vocalizzazioni delle megattere hanno scopi ben precisi.

I suoni prodotti dalle balene sono molto complessi e si strutturano in funzione della popolazione: le megattere che occupano le stesse regioni geografiche tendono a cantare canzoni simili, con leggere variazioni, come se parlassero dei dialetti regionali[1]. Ad aumentare la complessità di tale comunicazione, il canto di ogni megattera varia anche con il tempo, in termini di tono e ritmo[7].

Le megattere potrebbero produrre anche altri tipi di suoni, detti feeding call (tradotto come richiamo del pasto); questi sono suoni prolungati (da 5 a 10 secondi) prodotti dagli esemplari solitari e con frequenza quasi costante[6]. La funzione di questo tipo di suoni non è ancora del tutto chiara. Secondo alcuni ricercatori, dato che le megattere si nutrono in gruppo, potrebbero servire come segnale ai conspecifici. Altri ricercatori sostengono inoltre che questi suoni vengano riconosciuti dai pesci: esperimenti condotti sulle aringhe dimostrano che i pesci esposti al suono tendono a scappare anche se non ci sono megattere.

Stato di conservazione della megattera

Tutte le popolazioni di megattere sono state ridotte drasticamente (fino al 95%!) prima dell’introduzione della moratoria sulla caccia commerciale nel 1985. Più di 60 000 megattere furono uccise tra il 1910 e il 1916 nell’emisfero meridionale e ci furono altri picchi di sfruttamento negli anni Trenta e Cinquanta. Nel Pacifico settentrionale, dal 1962 al 1963 sono state registrate catture di oltre 3 000 esemplari[4].

La moratoria sulla caccia alle balene della IWC (International Whaling Commission; la Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene), in vigore dal 1985, ha svolto un ruolo fondamentale nel recupero delle megattere. La megattera è inoltre attualmente elencata nell’allegato IV della Direttiva Habitat, che identifica le specie che necessitano di protezione rigorosa nella regione europea[3].

Conclusione

La megattera rappresenta una specie ancora in pericolo, poiché le minacce non derivano solo dalla caccia deliberata, ma anche dall’inquinamento chimico, acustico e dalle collisioni con le imbarcazioni. Nonostante la dimensione faccia sembrare questi animali dei giganti indistruttibili, le megattere vivono grazie ad un delicato equilibrio ambientale e sociale. La loro comunicazione, così come anche gli spostamenti, infatti, sono mediati da suoni. Alla luce di quanto detto, con centinaia di imbarcazioni che incrociano la rotta di questi giganti disturbandone comunicazione e spostamenti, possiamo davvero ritenerli salvi?

Referenze

  1. Johnson, J. H., & Wolman, A. A. (1984). The humpback whale, Megaptera novaeangliae. Marine Fisheries Review, 46(4), 30-37;
  2. NOAA Fisheries – Humpback whale, Megaptera novaeangliae;
  3. Bettridge, S. O. M., et al. (2015). Status review of the humpback whale (Megaptera novaeangliae) under the Endangered Species Act. NOAA technical memorandum;
  4. Animal Diversity Web, Museum of Zoology (University of Michigan) – Megaptera novaeanglie, humpback whale;
  5. Weaver J. (2010). Humpback whale breaks migration record. Nature Online;
  6. Fournet, M. E., et al. (2018). Feeding calls produced by solitary humpback whales. Marine Mammal Science, 34(3), 851-865;
  7. Fragaszy, D. M. (2021). A new look at universals and specificities in the songs of humpback whales. Journal of Comparative Psychology, 135(1), 25.

Immagine di copertina di Sylke Rohrlach, Wikimedia Commons (CC BY-SA 2.0).

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