La pandemia da COVID-19 ha costretto tutti noi a indossare la mascherina durante le nostre giornate con lo scopo di proteggere gli altri e noi dalla trasmissione del virus. Tuttavia, una conseguenza derivante dall’uso costante della mascherina si è presentata, anche se non indiscriminatamente su ogni persona, ed è l’acne da mascherina. La formazione di brufoli e comedoni sul nostro volto è stato un evento molto comune e sicuramente non piacevole[1, 2, 3].
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Perché la mascherina favorisce l’insorgenza dell’acne?
Alcuni studi condotti agli inizi degli anni 2000 su personale medico sanitario, che giornalmente è tenuto a indossare la mascherina per poter esercitare la propria professione, hanno evidenziato come in queste persone l’effetto collaterale più frequente fosse la comparsa di acne. Quindi possiamo dire che evidenze scientifiche a riguardo erano presenti ben prima dell’inizio della pandemia.
L’utilizzo della mascherina può determinare diverse conseguenze sulla nostra pelle, come ad esempio:
- l’aumento dell’umidità;
- l’aumento della produzione di sebo;
- l’innalzamento del pH cutaneo;
- l’aumento della temperatura della pelle;
- irritazioni causate da prurito.
La formazione di un ambiente caldo-umido interposto tra la mascherina e la nostra pelle determina la dilatazione dei pori cutanei, soprattutto quelli sebacei, con conseguente possibile ingresso di batteri al loro interno. L’infezione causata dai batteri determina la comparsa dell’acne[1, 2, 3].
Un altro effetto derivante dall’ambiente caldo-umido generato dall’utilizzo della mascherina è la possibile rottura degli ancoraggi cellula-cellula. Questo comporta la formazione di micro-fessure sulla cute, nelle quali possono penetrare batteri. La situazione può anche peggiorare per alcuni comportamenti a cui siamo abituati e che normalmente teniamo senza pensarci. Al termine della nostra giornata, magari seduti alla scrivania per leggere un libro o per lavorare al computer, tendiamo a toccarci il volto con le mani. La presenza di acne da mascherina, causata come detto da batteri, nel momento in cui tocchiamo il nostro volto con le mani ne favorisce ulteriormente la loro proliferazione estendendo l’acne anche in altre zone del nostro volto, come ad esempio la fronte.
Maskne: acne da mascherina
L’acne da mascherina prende il nome di Maskne ed è da differenziare rispetto ad altri eventi simili che colpiscono la nostra pelle[1]. La Maskne è diversa da follicolite, eczema e dermatite seborroica. La follicolite è un’infiammazione dei follicoli piliferi e appare come macchie rosse sul nostro viso. È la tipica sintomatologia associata all’utilizzo di rasoi e lamette per la barba. L’eczema è un’irritazione cutanea causata dalla mascherina che si manifesta con zone arrossate che possono risultare molto pruriginose. Le scaglie grasse che ricoprono le zone del volto arrossate possono ulteriormente peggiorare con la comparsa di una vera e propria dermatite seborroica.
La Maskne risulta essere un peggioramento della dermatite seborroica, infatti l’arrivo di specie batteriche che infettano i pori dilatati determinano la comparsa delle imperfezioni. La comparsa di Maskne è favorita in persone che hanno una pelle che si presta a questo tipo di manifestazioni. Se la tua pelle è normalmente tendente all’acne hai maggiore probabilità di svilupparla[1].
Come si cura?
La cura della Maskne dev’essere affidata a un dermatologo, l’utilizzo di prodotti per propria iniziativa è sconsigliato. L’utilizzo di prodotti per il viso, dietro prescrizione del dermatologo, può essere una strategia vincente per ridurre la possibile insorgenza di acne da mascherina. In particolare l’acqua micellare o un gel schiumogeno che presenta un pH simile a quello della pelle sono dei buoni prodotti per prevenire le manifestazioni cutanee. L’acqua micellare purifica la pelle permettendo alla stessa di rimanere pulita e riducendo così la possibilità di infezioni. L’utilizzo dell’acqua micellare è consigliata sia al mattino che alla sera. È bene non utilizzare delle creme troppo grasse che favorirebbero accumulo di sebo con conseguente ostruzione dei follicoli piliferi.
Anche il cambio di tipologia di mascherina potrebbe essere una strategia vincente, anche se appare banale. Vi sono infatti alcune mascherine che possono causare dermatiti atopiche da contatto, quindi magari provarne qualcuna fabbricata con materiale differente potrebbe avere senso.
Alcune creme ricche di fospidina, favoriscono la produzione di collagene e acido ialuronico. La composizione delle creme a base di fospidina sono costituite da fosfolipidi e glucosamina [3]. I fosfolipidi sono i costituenti delle membrane cellulari, pertanto sono fondamentali per l’integrità delle cellule. La glucosamina è un componente dell’acido ialuronico ed è veicolata attraverso i fosfolipidi, che raggiunta la loro sede d’azione, in ambiente idrofobico, si aprono e rilasciano la glucosamina, che verrà utilizzata dalle cellule per sintetizzare acido ialuronico [3]. L’acido ialuronico riesce a trattenere fino al 70% di acqua ed è quindi fondamentale per mantenere la pelle ben idratata. Il vantaggio dell’utilizzo della fospidina è che favorisce il rilascio in sede cellulare della glucosamina e soltanto in quel momento avverrà la sintesi dell’acido ialuronico.
Alcuni acidi utilizzabili per il trattamento della pelle sono l’acido salicilico, che si produce dal salice ed ha la funzione di normalizzare la produzione di sebo. Oltre a questo ha anche un effetto normalizzante sulla pelle, limitando le imperfezioni. È molto adatto per pelli delicate. L’acido mandelico è estratto dalle mandorle amare ed esercita un effetto rigenerante, favorisce il ricambio cellulare e stimola la produzione di collagene. L’acido glicolico o lattico viene solitamente utilizzato per schiarire le macchie sulla pelle ed eventualmente può agire anche sulle cicatrici. La tintura di propoli è efficace per normalizzare la produzione di sebo e sfiammare la pelle. È utile per trattare la pelle grassa/mista.
Prodotti da evitare sono gli scrub o peeling meccanici perché andando a sfregare la pelle incrementerebbero ulteriormente l’infiammazione generando un effetto opposto a quello desiderato. Le maschere purificanti sono un ottimo strumento per ridurre l’infiammazione, regolare la produzione di sebo e andrebbe utilizzata un paio di volte a settimana[4].
Come trattare la pelle?
La detersione della pelle è un passaggio molto importante e andrebbe effettuato due volte al giorno: al mattino e alla sera. La scelta dei prodotti da utilizzare dovrebbe essere destinata a detergenti delicati, sebo-normalizzanti e antibatterici. L’obiettivo è detergere il viso senza arrivare a farlo seccare. L’idratazione della pelle è la fase successiva. La scelta del prodotto dovrebbe dipendere dal tipo di pelle che si possiede. L’utilizzo di prodotti lenitivi e anti-infiammatori permetterebbero di mantenere la pelle in salute.
In presenza di Maskne sarebbe opportuno evitare di utilizzare prodotti truccanti poiché potrebbe incrementare l’irritazione infiammatoria. Il cambio frequente della mascherina potrebbe essere un’ulteriore strategia da considerare per salvaguardare la salute della pelle. Sarebbe opportuno utilizzare una mascherina nuova ogni giorno[4].
Referenze
- Acne da mascherina? Ti aiutiamo noi! – bioderma.it
- Maskne: come curare l’acne da mascherina – paginemediche.it
- Acne da mascherina: i consigli del dermatologo – dermoclinico.com
- Mask acne: rimedi e riconoscimento – nativiscosmetic.it