Poche creature marine possono rivaleggiare con le mante in quanto a bellezza, grazia ed eleganza. Suggestive come non mai, sembrano volare nel blu come veri e propri angeli. Anche se raggiungono peso e dimensioni considerevoli, nell’acqua sembrano leggere come piume. Chi ha avuto il piacere e il privilegio di nuotare con una manta, racconta spesso sensazioni indescrivibili. Eppure, pochi sanno cosa sono davvero le mante.
Le specie
Si tratta di animali appartenenti al phylum dei cordati (Chordata, lo stesso a cui apparteniamo noi e tutti gli altri i vertebrati) e alla classe Chondrichthyes, quelli che vengono comunemente chiamati “pesci cartilaginei”. L’ordine è quello dei Myliobatiformes, la famiglia quella dei Myliobatidae.
Le mante vere e propriamente dette, per l’esattezza, sono due: le specie appartenenti al genere Manta. E se fino a pochi anni fa se ne contava solo una specie, la manta gigante (Manta birostris), adesso gli studiosi ne distinguono due specie.
A Manta birostris si è aggiunta Manta alfredi, la manta della barriera corallina, e probabilmente ne esiste una terza specie ancora da studiare. Esistono altre specie affini, appartenenti al genere Mobula, ma che si differenziano dalle mante per alcune caratteristiche morfologiche.
Manta birostris è senza dubbio la più grande fra le specie appartenenti all’ordine Myliobatiformes, potendo in certi casi raggiungere una larghezza di 7 metri e un peso vicino ai 1300 kg. Manta alfredi, invece, non supera mai i 5 metri di larghezza.
Le mante sono pericolose?
Nonostante le dimensioni, però, le mante sono assolutamente inoffensive per l’uomo. Si tratta di grandi filtratori, che similmente a grandi squali come Cetorhinus maximus o Rhincodon typus “raccolgono” letteralmente il microplancton nuotando con la bocca aperta.
Anatomia
Le pinne cefaliche, protuberanze anteriori simili a corna (in realtà modificazioni di parte delle pinne pettorali), convogliano i microorganismi verso l’apertura orale. Il corpo di queste creature è compresso e fuso con le grandi pinne pettorali, e le branchie (funzionali alla respirazione e al filtraggio dell’acqua) sfociano inferiormente.
Gli occhi sono posti lateralmente. Il corpo della manta ha una vaga forma di losanga, con la parte superiore approssimativamente nera e la parte inferiore bianca. L’aculeo dorsale tipico di specie affini, come le mobule e le razze, nelle mante è atrofizzato e regredito.
Insomma, una manta non potrebbe farci del male nemmeno volendo.
Distribuzione
Dipende dalla specie: Manta birostris è diffusa nelle fasce tropicali e temperate di tutti gli oceani, mentre Manta alfredi è più localizzata, presente sulle barriere coralline dell’Oceano Indo-Pacifico e segnalata anche in alcuni tratti orientali dell’Atlantico.
Entrambe le specie sono assenti dal Mediterraneo, dove però possiamo trovare l’affine Mobula mobular, in grado anch’essa di raggiungere dimensioni considerevoli. Al di là delle differenze di dimensioni, esistono anche lievi differenze morfologiche e nella livrea. Sono animali longevi, e dalla prolificità estremamente bassa.
Curiosità
Presentano una crescita lenta, e la maturità sessuale giunge molto tardi. Questi motivi rendono le mante specie vulnerabili ed ecologicamente fragili, poco inclini a resistere a cambiamenti ambientali o pressioni di altro tipo. Le mante partoriscono un solo piccolo per volta, e la gravidanza dura più di un anno. L’uomo è l’unico, vero nemico delle mante.
Stato di conservazione
I cambiamenti climatici e ambientali indotti dall’inquinamento, e l’inquinamento stesso, stanno mettendo in grave difficoltà le mante che, non per nulla, sono considerate in pericolo di estinzione dalla IUCN. Come se non bastasse, le mante vengono anche direttamente uccise dall’uomo. La loro carne è di pessima qualità, ma le branchie essiccate sono assai ricercate dalla folle medicina tradizionale cinese, che attribuisce a questo ingrediente capacità al limite del ridicolo e senza alcun fondamento scientifico.
Inoltre, poichè gli squali cominciano a scarseggiare a causa di pesca, inquinamento e della brutale pratica del finning (tagliare le pinne a squali vivi e poi ributtarli in mare ed usarle poi per preparare una zuppa tradizionale cinese), qualcuno ha pensato bene di ricorrere anche alle mante per le suddette pinne.
Alcune popolazioni del sud-est asiatico erano arrivate a basare la loro economia quasi esclusivamente sulle mante, e ogni giorno venivano massacrate decine di questi animali. Adesso, con questi animali che sono divenuti estremamente rari, qualcuno comincia a riflettere.
Se queste spettacolari creature sparissero dal mare, noi che faremo?
Potremmo solo incolpare noi stessi. La commercializzazione delle mante è stata dichiarata fuori legge in molte zone del mondo, ma c’è chi si intestardisce ancora a cacciare di nascosto questi animali. La prima arma contro questa gente è la conoscenza.
Divulgare e sensibilizzare significa convincere le persone a dire di no a questa strage. E chi bada solo al soldo e capisce solo il linguaggio del denaro, prima o poi dovrà arrendersi. Ma ci vuole l’impegno di tutti, perchè queste creature hanno bisogno di protezione.
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