Il termine mangrovie viene spesso utilizzato sia per indicare un habitat composto da alberi di mangrovia che per indicare l’insieme delle specie degli alberi stessi di mangrovia. Quello delle mangrovie è un gruppo di almeno 80 specie di piante, ciascuna molto diversa dalle altre, che possono raggiungere altezze comprese tra i 2 e 10 metri. Quando queste piante sono presenti in grandi numeri formano delle vere e proprie foreste, chiamate appunto foreste di mangrovie, che rappresentano uno degli ecosistemi di maggiore importanza sul pianeta terra.
In questo articolo scopriremo perché le foreste di mangrovie sono importanti per il genere umano ed in che modo contribuiscono all’economia globale, ma anche quali organismi ospitano e perché è importante che queste foreste siano mantenute in buono stato.
Distribuzione delle mangrovie
Le foreste di mangrovie si trovano a latitudini tropicali e subtropicali circostanti l’equatore. Sono completamente assenti nelle zone fredde, perché non sopravvivono alle basse temperature. Indonesia, Thailandia e Messico sono le zone in cui si trovano le più grandi foreste di mangrovie esistenti[1].
Le mangrovie vivono in zone ad acqua salmastra (estuari e coste marittime) e sono tra le pochissime piante terrestri esistenti che riescono a sopravvivere a contatto con l’acqua salata: per questa loro caratteristica, le mangrovie vengono dette piante alofite. Le mangrovie possono poi vivere sia immerse nelle acque salmastre sia sulla terraferma.
Fisiologia delle mangrovie
L’acqua è la molecola alla base della vita ed è necessaria per la sopravvivenza degli esseri viventi: come tutte le altre piante terrestri, anche le mangrovie ne hanno bisogno. Trovandosi a stretto contatto con l’acqua, questa può essere assunta ogniqualvolta sia necessario. L’unico fattore che potrebbe impedire l’approvvigionamento dell’acqua è la presenza del sale disciolto, che potrebbe creare degli squilibri osmotici.
Grazie alla presenza di uno speciale adattamento, le mangrovie sono però in grado di assorbire e poi filtrare l’acqua salmastra. Alcune specie di mangrovie riescono ad estrarre addirittura fino al 90% del sale contenuto in essa. Il sale viene poi secreto da alcune ghiandole presenti sulla superficie delle foglie, dove si formano dei veri e propri cristalli (fig. 1). Un’alternativa per disfarsi del sale in eccesso è quella che prevede l’accumulo del sale all’interno delle foglie e della corteccia, i quali, cadendo, se lo portano con sé[2].
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Una volta che è stata filtrata, l’acqua può essere usata o conservata all’interno delle foglie. Per limitare la sua evaporazione, le foglie in cui viene immagazzinata sono ricoperte di cera. Sulle foglie possono essere presenti anche strutture accessorie, come i peli che servono per riflettere il sole e non avere un eccessivo surriscaldamento[2].
Adattamenti delle radici
Un elemento caratterizzante delle mangrovie è la particolare morfologia delle radici. Le più diffuse sono quelle che assumono una forma arcuata e che si immergono in acqua: queste, oltre ad assicurare l’apporto di acqua alla pianta, servono anche per tenere la pianta saldamente ancorata nei sedimenti, che non sono molto stabili[2].
Avvicinandosi invece ad un albero di mangrovie sulla terraferma si possono notare delle strutture cilindriche che emergono dal suolo. Queste sono un’altra tipologia di radici che viene utilizzata non per attingere alle riserve d’acqua ma piuttosto per garantire gli scambi gassosi. Sono presenti sia nelle piante che vivono sulla terraferma sia su quelle immerse in acqua.
Le mangrovie si trovano in un suolo povero di ossigeno e, data la necessità vitale di questa molecola, hanno sviluppato delle radici aeree per poterne assumere a sufficienza. Queste particolari strutture si chiamano pneumatofori e sono delle radici dedite completamente alla respirazione. Solitamente, queste strutture raggiungono altezze comprese tra i 20 e 50cm ma in alcune specie possono assomigliare anche a dei piccoli stiletti. Sugli pneumatofori sono presenti dei fori chiamati lenticelle, che rappresentano le aree specifiche in cui avvengono gli scambi gassosi[3].
Riproduzione
La riproduzione delle mangrovie può avvenire secondo due diverse modalità: la viviparità e la propagazione vegetativa. La viviparità è il termine che indica lo sviluppo del feto all’interno del grembo materno e viene spesso associata al mondo animale. Anche se le mangrovie non sono animali, presentano un processo molto simile. Dopo che viene impollinato, il fiore genera un frutto contenente dei semi (in alcune specie come Pemphis acidula può contenere fino ai 20-30 semi[6]); mentre in quasi tutte le piante il seme germina quando si presentano le condizioni favorevoli, nelle mangrovie non è così: il seme germina mentre è ancora attaccato alla pianta madre (da cui il termine viviparità), in modo da essere già pronto a stabilirsi quando entra in contatto con il suolo.
In caso di bassa marea o di specie che vivono sulla terraferma, una volta caduto, il seme affonda immediatamente le radici nel suolo. Quando invece cade in acqua, il seme è in grado di galleggiare e sopravvivere per diverso tempo (da qualche giorno ad un anno intero); dopo essere stato trasportato per un po’ dalle correnti marine, il seme si impregnerà completamente di acqua e precipiterà sul fondale. Solo a quel punto potrà stabilizzarsi con le radici e cominciare la propria crescita[3].
Nella propagazione vegetativa, invece, le mangrovie formano degli steli che si immergono in acqua e che producono foglie e radici: da questi steli avrà origine un nuovo albero. Lo stelo rimane attaccato alla pianta madre da 1 a 3 anni, dopodiché può staccarsi e cominciare la propria vita in autonomia[3].
Biodiversità delle foreste di mangrovie
Le foreste di mangrovie sono delle vere e proprie oasi di biodiversità grazie alle diverse condizioni che si vengono a creare all’interno di esse.
Alcuni organismi, come granchi ed insetti, si nutrono direttamente delle foglie degli alberi, mentre altri, come batteri e funghi, si nutrono delle foglie e della corteccia che cadono al suolo. Questi ultimi organismi decompositori svolgono un’azione fondamentale per l’ecosistema perché degradano il materiale organico complesso e restituiscono alla pianta semplici nutrienti come azoto, fosforo e zolfo, che sono le molecole utili alla pianta per la crescita[3].
Le foreste di mangrovie ospitano forme di vita sia terrestri che marine. La parte aerea rappresenta un valido appoggio per i nidi di moltissimi uccelli, ma non solo. I rami fungono da tana per formiche, ragni, scorpioni, lucertole e serpenti.
Alcuni organismi sono addirittura esclusivi delle foreste di mangrovie, come ad esempio il colibrì delle mangrovie (Amazilia boucardi, fig.3), una specie a rischio a causa della scomparsa dell’ambiente in cui vive. Questo colibrì si nutre per lo più del nettare delle mangrovie del Pacifico, una specie che si trova solo in alcune zone del Nicaragua e dell’Ecuador.
Per quanto riguarda la vita presente al di sotto della superficie dell’acqua, essa presenta un’enorme varietà di organismi: spugne, anemoni, vermi ed ostriche vivono attaccati alla parte subacquea delle radici. Molte specie di granchi, gamberi e pesci trascorrono i primi stadi della propria vita negli anfratti presenti tra le radici delle mangrovie, che offrono un rifugio sicuro dai predatori.
Un esempio è la cernia Golia dell’Atlantico (Epinephelus itajara, fig. 3) che fa affidamento sulle mangrovie come incubatrice naturale per i propri piccoli (nursery). Questa cernia trascorre infatti i primi sei anni della sua vita tra le radici della foresta di mangrovie, crescendo fino ad un metro di lunghezza! Trascorso questo periodo, l’animale si sposta poi in mare verso le barriere coralline[3].
Le mangrovie e la popolazione dei pesci sono profondamente interconnesse: basti pensare che per un miglio quadrato di foresta persa c’è un decremento di circa 124 tonnellate di pesci per anno[3].
Servizi ecosistemici delle foreste di mangrovie
Le mangrovie sono un ecosistema fondamentale per la sopravvivenza del genere umano. I servizi ecosistemici forniti dalle mangrovie sono vari e tutti di eguale importanza.
Le mangrovie sono fondamentali per la rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera. Il carbonio così ottenuto entra a far parte delle strutture dell’albero, come foglie e tronco. Una volta che l’albero muore, tutte le sue parti cadono sul suolo e si accumulano sul fondale marino andando a costituire una riserva di carbonio nota come blue carbon (carbonio blu). Il nome deriva dal fatto che queste sono riserve sottomarine di carbonio e sono costituite da resti di mangrovie, di paludi di acqua salata e di fanerogame marine (ossia piante adattate alla vita subacquea, come ad esempio Posidonia oceanica)[3].
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Grazie alle loro radici e alle loro dimensioni, le mangrovie formano una vera e propria barriera che ostacola fisicamente fattori ambientali come vento, maree e onde, responsabili dell’erosione delle coste. La fitta boscaglia funge anche da filtro che intrappola i sedimenti. Questa funzione contribuisce ad incrementare la qualità e la limpidezza dell’acqua[4].
Le foreste di mangrovie sono un ecosistema affascinante ed unico al mondo che, oltre a portare dei ricavi diretti (come legna, medicinali naturali e miele) rappresenta anche una fonte inestimabile di bellezza. Questo ecosistema può essere fonte di ispirazione e di tranquillità, ma anche un luogo di culto e spirituale[5].
I servizi ecosistemici di questo tipo vengono spesso sottovalutati e quasi mai presi in considerazione, sebbene abbiano un ruolo chiave per il benessere fisico e mentale dell’uomo; in quanto tali, dovrebbero essere tenuti in considerazione quando si parla della scomparsa delle foreste di mangrovie e degli habitat naturali in generale.
Minacce alle foreste di mangrovie
Nonostante la loro fondamentale importanza, le mangrovie stanno scomparendo ad un ritmo impressionante. Tra il 2001 ed il 2012 il mondo ha perso tra il 35 e le 97 miglia quadrate di foreste di mangrovie all’anno[3].
Una delle maggiori cause della distruzione di questo fragile ecosistema è il disboscamento, sia per la richiesta di legna che per fare posto alle acquacolture di gamberi intensive. Alcune parti delle mangrovie vengono usate anche per la produzione di medicinali, cosmetici e insetticidi e questo può portare ad un uso eccessivo degli alberi senza piantarli di nuovo.
All’innalzamento della temperatura globale seguono poi dei fenomeni distruttivi che stanno rendendo la scomparsa delle foreste di mangrovie sempre più rapida. L’innalzamento del livello del mare causa irruente inondazioni che distruggono intere foreste[3].
Conclusioni
Le foreste di mangrovie sono un ecosistema unico al mondo che ospita una varietà di organismi incredibile, alcuni dei quali sono tipici di questo habitat e non si trovano in nessun’altra parte del globo. Oltre ad essere delle vere e proprie oasi di biodiversità, le mangrovie provvedono agli esseri umani moltissimi servizi che non possono essere rimpiazzati da nessun altro ecosistema presente sul pianeta e per questo motivo vanno protette.
Nonostante la loro fondamentale importanza, le foreste di mangrovie stanno scomparendo ad un ritmo incessante e la loro totale distruzione sta diventando realtà. Se non saranno presi provvedimenti adeguati, questo ecosistema è destinato a svanire nel nulla e non ne rimarrà alcuna traccia.
Referenze
- OCEANA: Protecting the World’s Oceans – Mangrove forest;
- American Museom of Natural Hisory (AMNH) – What’s a Mangrove? And How Does It Work?;
- Smithsonian Ocean – Mangroves;
- Encyclopedia Britannica – Mangrove;
- Mitra, A. (2020) Ecosystem services of mangroves: an overview. In Mangrove Forests in India (pp. 1-32). Springer, Cham;
- FAO – Mangrove trees and shrubs.
Immagine di copertina di Anton Bielousov, Wikimedia Commons.