La Community italiana per le Scienze della Vita

Liquirizia: proprietà terapeutiche e cosmetiche

La Liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceaeche che comprende diverse piante medicinali presenti in diverse parti del mondo. Il nome Glycyrrhiza deriva dal greco (glukos e rhiza) e vuol dire letteralmente “radice dolce” mentre il termine “glabra” indica l’assenza di peli. Le piante incluse nel genere Glycyrrhiza sono perenni nelle regioni del Mediterraneo, Russia e Asia.

La Glycyrrhiza è una pianta erbacea perenne alta dai 50 ai 100 cm dalle cui radici si ottiene l’estratto che tutti conoscono come liquirizia. La pianta di liquirizia si presenta con delle lunghe radici legnose dai fusti flessibili e dalle foglie dalla forma ovale o ellittica. I fiori sono color azzurro-violaceo ed il frutto è un legume coriaceo e glabro. In Italia la liquirizia viene coltivate in ampi spazi in particolari nelle regioni del sud, come la Calabria che vanta una centenaria produzione grazie all’azienda Amarelli.

Esistono differenti specie ma quelle più note sono:

  • G. glabra
  • G. uralensis (liquirizia cinese)
  • G. echinata (liquirizia russa)
  • G. lepidota (liquirizia americana).

Le parti aeree della pianta sono state sempre considerate un vero e proprio scarto agrochimico tuttavia recenti studi dimostrano come queste invece siano delle vere e proprie fonti di molecole biologicamente attive[3].

Composizione chimica

La pianta di liquirizia si caratterizza per l’elevato contenuto in polifenoli, in particolare quelli appartenenti alla classe flavonoidi. Quest’ultimi si caratterizzano per la loro struttura chimica costituita da due anelli fenoli legati ad un anello piranosico. Gli Isoflavoni, sono una sottoclasse dei flavonoidi e sono presenti esclusivamente nelle Fabaceae ed Iridaceae. L’isoflavone presente in quantità maggiori nella liquirizia è la glabridina. Nelle radici è possibile individuare molti isoflavoni e glicosidi insieme a diversi triterpeni come la glicirrizina e l’acido glicirretico.

Il gusto dolce della liquirizia è dovuto proprio alla glicirrizina, la quale possiede un potere dolcificante 50 volte superiore al saccarosio, perciò trova impiego come edulcorante. Il principio attivo, responsabile degli effetti della liquirizia è l’acido glicirrizico, in particolare il suo aglicone ovvero l’acido glicirretico[1, 2] .

Proprietà terapeutiche

Numerosi studi hanno dimostrato come la liquirizia possegga una serie di attività terapeutiche che ne permetto il suo impiego in medicina.

Di fatti sono state evidenziate proprietà:

  • antinfiammatorie;
  • antivirali;
  • antibatteriche;
  • cicatrizzanti;
  • antiossidanti;
  • antiulcerose;
  • antiemorragiche.

L’attività antinfiammatoria è dovuta alla presenza dell’acido glicirretico che blocca la conversione del cortisolo a cortisone e dell’acido glicirrizico capace di inibire l’enzima ciclossigenasi e la formazione delle prostaglandine in particolare PGE2.  Le proprietà antivirali sono correlate alla capacità di fermare la crescita di alcuni virus a RNA o DNA. L’estratto di liquirizia dimostra benefici nelle ulcere o nelle gastriti inducendo la secrezione delle cellule mucipere della parete gastrica. I flavonoidi contenuti nella liquirizia sono dotati un forte potere antiossidante addirittura 100 volte maggiore rispetto alla vitamina E, questo grazie alla loro capacità di chelare i metalli che catalizzano la formazione dei radicali liberi.

Diversi studi in vitro hanno dimostrato che l’estratto riduce l’adesione di alcuni batteri alla mucosa gastrica. Vista la presenza della glicirrizzina, la liquirizia ha una forte azione ipertensiva ed inoltre sembra capace di controllare i livelli glucosio nel sangue. Per tale motivo occorre fare attenzione proprio a tale effetto in quanto per molti l’aumento pressorio indotto dall’assunzione della liquirizia può esserne un effetto indesiderato. Alcuni flavonoidi della liquirizia come la Pinocembrina, sono in grado di legare recettore implicati nei processi di cicatrizzazione delle lesioni cutanee[1, 2].

Applicazioni in cosmetica

Sebbene le proprietà terapeutiche della liquirizia sono molto conosciute, poco note sono invece le sue proprietà cosmetiche. Diversi studi dimostrano come tale pianta sia un’ottima materia prima per la realizzazione di formulazioni ad uso cosmetico.

Infatti, la liquirizia possiede attività:

  • Anti-aging;
  • Antiossidanti;
  • Antiacne;
  • Idratanti;
  • Anti-iperpigmentanti.

L’estratto di liquirizia insieme ad i suoi componenti è in grado di inibire il pathway MAPK, andando a bloccare il suo segnale di attivazione indotto dai ROS, segnale che normalmente induce l’attivazione di alcuni fattori di trascrizione come NF-KB che stimolano l’attivazione delle metellaproteasi. Quest’ultime deputate alla degradazione delle fibre elastiche e all’inibizione della produzione di elastina e collagene. Tutto questo permette di averne un effetto anti-age.

L’attivazione dei radicali liberi da parte di fattori come raggi UV, l’inquinamento, il fumo e così via è in grado di indurre una produzione anomala di melanina in alcuni siti specifici della pelle. Recenti studi hanno dimostrato che la liquirizia inibendo l’enzima tirosinasi, implicato nella sintesi della melanina, sia in grado di bloccarne una sua iperproduzione. L’effetto schiarente sulla cute da parte della liquirizia sembra essere dovuto alla presenza della glabridina. L’uso dell’estratto di questa pianta è ritrovabile anche in molte creme al fine di sfruttarne la sua capacità antiossidante in modo tale da preservare l’intergrità della crema stessa[4].

Avvertenze nel suo uso

Bisogna fare attenzione alla possibile interazione con alcuni farmaci durante il consumo di liquirizia.

Essa infatti può interferire con alcuni farmaci, ed è il caso di:

  • warfarin,
  • digossina,
  • estrogeni,
  • acido etacrinico,
  • furosemide,
  • corticosteroridi.

Per cui è bene nel caso in cui i soggetti seguano terapie particolari, moderare le assunzioni giornaliere di liquirizia o sentire prima il parere medico[3].

Referenze

  1. Aiello F., et al.: From vegetable westto new agent for potential health applications. J. Agric. Food Chem 2017.
  2. Asl, M.N., et al.: Review of pharmacological effects of Glycyrrhiza and its bioactive compounds. Phytotherapy Research 2008.
  3. Capasso F., et al.: Farmacognosia: Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali. Springer 2011.
  4. Cerulli A., et al.: Licorice and their constituents as active cosmeceutical ingredients. Cosmetics.
Articoli correlati
Commenta