La Community italiana per le Scienze della Vita

La reintroduzione del castoro in Scozia quattrocento anni dopo l’estinzione

Quattrocento anni dopo la sua scomparsa dal Regno Unito a causa della caccia indiscriminata, il castoro è tornato a popolare le zone umide della Scozia, in quella che dallo stesso governo è stata definita “la prima reintroduzione in natura di un mammifero estinto mai riuscita nella storia del Paese”. Scottish Wildlife Trust e Zoological Society of Scotland salutano questo in una nota come “il risultato di uno progetto durato due decenni, cinque dei quali di monitoraggio sul campo, con un indotto di più di 60 volontari e 12mila ore di lavoro”.

Meglio conosciuto come il miglior “ingegnere” del mondo naturale, abilissimo nel costruire dighe e rifugi in zone umide, il castoro euroasiatico aveva subito in Scozia lo stesso destino che oggi sta toccando a orsi bruni, linci e lupi, intrappolati nell’annoso problema della convivenza tra uomini e predatori.

“Il castoro è una specie chiave nel mantenimento dell’ecosistema – sottolinea Jonny Hughes, Chief Executive di Scottish Wildlife Trust – e la sua capacità di creare ed organizzare nuove zone umide, unita a quella di garantire il rinnovamento dei boschi cedui, crea nuovi habitat ed offre la possibilità anche ad altre specie di ripopolare zone impoverite di biodiversità”.

Ripristinando il meccanismo virtuoso degli equilibri naturali dunque, i sistemi fluviali tornerebbero ad essere più puliti e maggiormente in grado di reggere l’impatto del cambiamento climatico. 

Ma i ricercatori scozzesi aggiungono a questo successo scientifico una chiave lettura che può fare la differenza su periodi ancora più lunghi di quelli che hanno impegnato questo progetto. “Il ritorno del castoro – continua Jonny Hughes – aggiunge valore ad un settore che nell’economia del nostro Paese vale già da solo 127 milioni di £ all’anno ed è quello del turismo naturalistico. Per anni qui l’uso del suolo è stato guidato dal profitto finanziario a breve termine, che ha anteposto la produzione di cibo e di carburante fossile anche al mantenimento degli habitat naturali. Con questo, abbiamo fatto un passo in avanti anche verso un utilizzo sostenibile dei nostri ambienti”.

Articoli correlati
Commenta