La nutria (Myocastor coypus) è stata inserita nel 2014 nella lista delle 100 specie alloctone più dannose al mondo. Questo roditore arreca molti danni all’uomo: alle colture, ai campi e alla salute (più che dell’uomo quella degli animali domestici). Il famoso “castorino” è soggetto ad una furiosa caccia, destinata molte volte a fallire a causa del suo elevato tasso riproduttivo; partorendo 2-3 volte all’anno un minimo di 5 cuccioli a volta. Ma come siamo arrivati a questa triste realtà?
La famosa pelliccia di nutria
Questo animale è originario del Sud America, più precisamente delle zone del Paraguay. Che ci fa allora in giro per il mondo? Già dall’inizio del XIX secolo, la pelliccia di castorino (di nutria) era di gran voga. A causa di fughe o liberazioni volontarie, questo animale si è sviluppato negli Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Asia centrale, Giappone, Germania….. e anche, come ben tutti sappiamo, in Italia.
Più precisamente, in Italia iniziò l’importazione di questo animale negli anni ‘20 del Novecento, dove il primo allevamento è stato costruito in Piemonte. Dopo il secondo dopo guerra, molte piccole imprese di pellicce non avrebbero potuto ( o si?) sostenere il costo di abbattimento e smaltimento delle carcasse di questi animali. La decisione di interrompere queste attività fu veicolata dalla diminuzione della domanda delle pellicce di nutria. Cosa hanno fatto questi imprenditori, insieme a molti altri di diversi Stati? Hanno liberato le nutrie!
Com’è la situazione oggi?
Il risultato di questa liberazione è davanti agli occhi di tutti. Molte persone non danno così peso ai danni che questo animale può fare, ma la realtà è ben diversa. Per quanto siano veramente animali schivi, e, se allevati, pure “docili” i problemi che causano all’agricoltura sono reali e ben visibili. La nutria si è sviluppata in gran parte dell’Italia, con una concentrazione maggiore in Lombardia. In questa Regione è stato infatti messo in atto un Piano di controllo nutri (2015-2017).
Questo Piano prevede che per estinguere questo animale nelle diverse provincie della Regione, dovrebbero essere prelevati, prima della scadenza, 1.416.042 individui! Questo è un numero è davvero impressionante, e ci fa capire la gravità della situazione. La situazione è grave e dobbiamo porvi un rimedio, ma non dobbiamo dimenticare mai che siamo stati noi a portarle via dal loro territorio nativo per trasformarle in pellicce. La rabbia dovrebbe essere convertita in compassione per questi poveri animali che stanno semplicemente facendo quello che il loro istinto gli dice di fare, sopravvivere e portare avanti la propria specie.