Un farmaco si considera facilmente maneggevole, quando, modificando le dosi non ho effetti collaterali rilevanti. La maneggevolezza di un farmaco si valuta con l’indice terapeutico : il rapporto tra la dose a cui il farmaco è letale e la dose del farmaco che ha effetto. Quindi: LD50/ED50. In cui LD50 rappresenta la dose, somministrata in una volta sola, in grado di uccidere il 50% degli animali da esperimento, mentre ED50 misura la dose del farmaco che ha effetto nel 50% degli animali.
Queste dosi vengono espresse come quantità di sostanza somministrata fratto il peso dell’animale usato come cavia, quindi, l’unità di misura utilizzate sono mg/g o mg/kg in base alla specie della cavia.
Questo indice , tuttavia, ha dei limiti in quanto tiene conto solo della dose letale ma non della dose tossica sub-letale.
La LD50 misura solo la tossicità acuta prodotta dall’assunzione del farmaco in singola dose e non la tossicità a lungo termine, in cui il contatto con il farmaco avviene in quantità più ridotte ma per lunghi periodi. Tali parametri variano di specie in specie, quindi, la loro estrapolazione risulta essere dubbia.
Un dato importante che però in questo indice non viene preso in considerazione è rappresentato da quadri patologici in cui vi è la possibilità che si verifichino reazioni idiosincrasiche, ossia reazioni avverse al farmaco causate da un deficit enzimatico.
Al giorno d’oggi, questo parametro non viene più utilizzato per motivi etici.
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