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Ragni in Italia: impariamo a conoscerli

I ragni sono artropodi appartenenti alla Classe Arachnida, Ordine Araneae. Contrariamente a quanto spesso si sente dire non sono affatto insetti. Quali sono i ragni in Italia? Andiamo con ordine..

Differenze tra ragni ed insetti?

A differenza di questi che hanno il corpo ben diviso in tre segmenti, capo, torace ed addome, oltre ad avere tre paia di zampe gli Aracnidi hanno il 4 paia di zampe ed il corpo suddiviso in due segmenti, prosoma o cefalotorace ed opistosoma o addome.

Inoltre hanno occhi semplici  e non composti. Le caratteristiche appendici terminali anteriori, aggiuntive rispetto alle 8 zampe che si dipartono dal torace, sono i pedipalpi, con funzione tattile e a volte riproduttiva ed i cheliceri, una sorta di pinze con cui afferrano, immobilizzano la preda e le inoculano il veleno tramite gli aculei veleniferi posti proprio all’apice dei cheliceri.

L’addome è estensibile e di forma variabile, ricoperto di peluria ed all’estremità posteriore troviamo le filiere, che servono a manipolare la seta della tela ma non coincidono con l’ano, posto in posizione ventrale, in corrispondenza del cosiddetto solco epigastrico.

ragni in italia

La caratteristica forse più inquietante dei ragni, è la digestione esterna. Il veleno inoculato nella preda funge anche da succo gastrico e letteralmente ne scioglie la componente digeribile, così che il ragno possa succhiarla abbandonando poi la parte indigeribile come l’esoscheletro negli insetti e le ossa o la pelle nei piccoli vertebrati.

Ragni in Italia

La fauna italiana conta 54 famiglie che comprendono 1620 specie circa, secondo la più recente e scientificamente autorevole check-list dei ragni d’Italia.

Le famiglie più abbondanti sono gli Gnaphosidae con 156 specie, i Salticidae con 139, i Theridiidae con 108 ed i Lycosidae con 104. La rilevanza ecologica e antropica tuttavia non dipende dall’abbondanza: sebbene una delle due specie di ragni pericolosi appartenga ai Theridiidae, la vedova nera mediterranea Latrodectus tredecimguttatus, l’altra specie, Loxosceles rufescens, appartiene alla famiglia dei Sicariidae, presenti in Italia con un’unica specie.

La vedova nera mediterranea è tipicamente distinguibile per la colorazione della femmina, il cui addome è nero interrotto da tredici macchie rosse, che sono di colore chiaro nel maschio. Abita il centro e il sud d’Italia, evita l’ambiente urbano e predilige aree prative e pascoli sassosi.

Il Loxosceles rufescens invece ha una distribuzione centro settentrionale ed è tipicamente distinguibile per una macchia a forma di violino sul prosoma. Facile da rinvenire nelle abitazioni, ha abitudini più urbane al centro nord, mentre è presente in ambienti naturali al centro sud.

Entrambe le specie sono da considerarsi pericolose per l’uomo. Dal semplice prurito allo shock anafilattico per i soggetti allergici, ma anche nausea, vomito, mal di testa, febbre e sudorazione, necrosi dei tessuti adiacenti il morso sono sintomi possibili. Bambini, anziani e adulti malati sono soggetti che possono subire in maniera più pesante gli effetti del veleno, i primi perché la quantità di veleno agisce in base alle dimensioni del soggetto colpito, i secondi per una banale questione di debolezza. In questi casi il morso può rivelarsi letale.Gnaphosidae

Delle famiglie più abbondanti come gli Gnaphosidae si evidenza la caratteristica diagnostica delle filiere sericee relativamente grandi e cilindriche. Di abitudini notturne, abitano ambienti tra i più diversi e presentano una elevata variabilità anche per colori e dimensioni.

Gnaphosidae

Salticidae

come suggerisce il nome sono ragni saltatori, piccoli e vivaci, che per cacciare e spostarsi preferiscono saltare piuttosto che correre. Hanno un’ottima vista, sono diurni e in adattamento al salto riducono al minimo indispensabile (costruzione del nido, ripari temporanei) l’uso della tela.

Gnaphosidae

Lycosidae

sono una famiglia abbondante e molto varia anche nel resto del mondo.  Abitano tutti gli ambienti, anche quelli paludosi e in prossimità dell’acqua. Sono predatori rapidi e molto attivi, e le femmine mostrano un notevole istinto materno, trasportando i neonati sul dorso fino alla prima muta.

I ragni nelle case italiane – incontri ravvicinati

Alcune specie di ragni sono adattate all’ambiente delle abitazioni, qui vivono e si riproducono abitualmente e stabilmente. Tranne che per Loxosceles rufescens si tratta di specie innocue. Sono inoltre presenti in numero ridotto e le infestazioni sono eventi rarissimi.

Il più comune e tipico ragno che ospitiamo nelle nostre case appartiene alla famiglia del Pholcidae, rappresentata in Italia da 7 specie. Pholcus phalangioides, lo riconosciamo per il prosoma globoso e le zampe sottilissime e molto lunghe. Alla stessa famiglia appartiene Holocnemus pluchei, molto simile al Pholcus phalangioides, ma con addome più vistosamente disegnato; predilige più marcatamente rispetto al primo finestre e vetrate.

I ragni del genere Tegenaria, famiglia Agelenidae abitano gli angoli bui sia delle case che delle cantine e costruiscono tipiche tele a lenzuolo.

Della stessa famiglia della vedova nera mediterranea, i Theridiidae che abitano le case sono del tutto innocui. Steatoda triangulosa e Steatoda grossa hanno il caratteristico addome globoso e colorato a macchie.

Meno innocua è invece la possibilità di rinvenire nelle case il Loxosceles rufescens, della cui rilevanza medica si è già parlato.

Altre specie che tipicamente troviamo in casa sono gli abili arrampicatori del genere Zoropsis (fam. Zoropsidae) che amano molto i soffitti e il velocissimo Oecobius (fam. Oecobidae) con le loro tele ovali che possiamo trovare su muri e battiscopa.

Da sempre considerati come animali terrificanti e repellenti, i ragni sono inaspettatamente interessanti e diversificati, oltre che assolutamente innocui, fatte salve due sole specie su 1620, almeno qui in Italia. Con questo articolo speriamo di aver dato un contributo affinché incontrando un ragno possiamo osservarlo con meno terrore e più curiosità.

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Leggi anche: Mustelidi in Italia: quanti e quali?

Riferimenti

 Pantini P., Isaia M. 2016: Checklist of Italian spiders. Version April 2016.

Vedi: www.aracnofilia.org

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